Quello che un tempo era uno dei “Big Four”, da anni è percepito e proposto come un PLE di transizione, un espediente creativo per creare o allungare faide, una sorta di facilitatore di inerzia per gli show televisivi, prima che si entri nel vivo dei piani creativi per Wrestlemania una volta approdati a Dicembre, nei mesi che precedono la Royal Rumble. Questo PLE sarà stato all’altezza del suo blasone, oppure è stato proposto in continuità con il recente passato? Brace yourselves guys, let’s begin!
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WAR GAMES MATCH
WWE Raw Women’s Champion Bianca Belair, Asuka, Becky Lynch, Mia Yim & Alexa Bliss vs Team Damage Control, Rhea Ripley & Nikki Cross (39:35)
Partiamo da un assunto fondamentale. Ciò che rende un match bello, entusiasmante, avvincente è si la storia che attraversa trasversalmente tutta la sua durata, ma anche e soprattutto lo studio che affianca la finalizzazione, la fase finale: non è un caso, infatti, che uno degli assetti fondamentali di un lottatore sia proprio la finisher, e non è un caso che gli incontri con maggiore pathos godano di tanti falsi finali, temporizzati e ben piazzati in un arco narrativo. Ricordo una puntata di Tigerman 2 in cui l’eroe era proprio alla ricerca spasmodica di una mossa finale, assistito da Inoki e Giant Baba. Tornando a noi questa stipulazione, che dunque copre sia il match femminile oggetto di analisi che quello maschile, di fatto non può non menomare l’intero godimento complessivo e la fruizione “completa” da parte del fan, che sia generic medio o super hardcore. Di fatto, tutto ciò che precede la frase altisonante “let the war games begin!!!” è un preliminare poco avvincente, un petting adolescenziale, gli anacardi mangiati a secco che precedono lo spritz. Il problema grosso, in questo caso, è che questo preliminare ha una durata eccessiva, equiparata a quella del match stesso: per questo motivo, credo che war games come quelli visti ad NXT siano stati una chimera, un distillato di eccellenza creato da performers unici in un periodo particolarmente favorevole. Il match in questione, a parte l’esito forse troppo scontato dato dal ritorno di Becky, è stato senza dubbio più che sufficiente, le lottatrici si sono molto impegnate, tuttavia nemmeno per un secondo lo stesso si è avvicinato ad un livello che andasse oltre il “buono”. Complice qualche parentesi forse troppo farraginosa, qualche botch e qualche momento in cui le protagoniste hanno dato l’impressione di non sapere precisamente cosa fare, l’azione si è impennata solo nel finale, quando sugli scudi sono salite in tandem Bianca e Becky, che finalmente sembra essersi riappropriata del suo personaggio (grazie anche ad un volo finale mica da ridere), Sky, a mio avviso la miglior wrestler del main roster tout court e Rhea Ripley, che nonostante la sconfitta si candida come minaccia principale al regno della Belair. Un buon opener in sostanza, nonostante durata e stipulazione non di facile gestione. Winners: WWE Raw Women’s Champion Bianca Belair, Asuka, Becky Lynch, Mia Yim & Alexa Bliss
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ONE ON ONE MATCH
Finn Balor (w/Damian Priest & Dominik Mysterio) vs AJ Styles (w/Luke Gallows & Karl Anderson) (18:25)
41 e 45 anni, un match di 20 minuti andato giù facile facile come un limoncello ghiacciato dopo un pasto appagante. Stranissimo constatare come questi due lottatori si siano incrociati solo una volta in WWE anni addietro: certo, vederli all’apice del loro atletismo sarebbe stato qualcosa di poetico, tuttavia questo incontro è stata una vera è propria masterclass messa su da due esperti fuoriclasse, quelli che possono fare la differenza nelle partite anche giocando da fermo. Seppur il match non abbia mai toccato vette di “eccezionalità”, nulla è stato sbagliato o fuori posto: complice l’offensiva quasi speculare dei due lottatori coinvolti, la loro storia personale condita da intrecci e sostituzioni reciproche ed uno stile di lotta siamese, il tutto è stato gestito ottimamente, regalando una necessaria vittoria ad AJ che così facendo fornisce nuova linfa in vista del match definitivo che dovrebbe avvenire, forse alla Rumble, tra queste due fazioni. Unico appunto: la storia narrata sembrava che stesse portando verso un finale per sottomissione tramite calf crusher
, tuttavia forse questa finisher avrebbe dato un crisma di definitività troppo deciso alla contesa globale. Winner: AJ Stylesi
ONE ON ONE MATCH
Ronda Rousey (c) vs Shotzi for the WWE Smackdown Women’s Championship (07:12)
Unica nota veramente dolente di questo PLE. In effetti, questo incontro aveva tutti ingredienti per creare una bella frittata: una sfidante poco credibile e mai proposta come main eventer, una Campionessa dominante, una performer (Ronda) che necessita del partner giusto per metter su una contesa avvincente ed un totale disinteresse da parte del pubblico verso questa faida. Poco da dire rispetto ad un match che non è mai decollato, dove anche uno spot meraviglioso e innovativo come quel judo throw dalla terza corda assestato da Ronda è stato accolto da un assordante silenzio, al pari di imbarazzanti tentativi di sottomissione con un trash talk degno del peggior oratorio di Caracas. Winner and Still WWE Smackdown Women’s Champion: Ronda Rousey
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TRIPLE THREAT MATCH
Seth Rollins (c) vs Bobby Lashley vs Austin Theory for the WWE United States Championship (14:49)
In considerazione della mia predilezione verso i Triple Threat che hanno senso e del livello di eccellenza a dir poco assoluto che oramai accompagna ogni azione e interazione di Seth Rollins, credo che questo incontro sia andato ben oltre I pronostici della vigilia, sia in termini di risultato in ring che in termini di esito in senso stretto. Il trattamento, anzi, il ridimensionamento prima imposto e poi subito da Theory gridava rivalsa, senza dubbio alcuno: la sua vittoria, seppur ottenuta tramite un colpo di carambola più fortuito che cercato, regala al giovane un pochino di ossigeno dopo mesi di asfissia. Mi dispiace per il Titolo US, in quanto penso che Rollins stesse a pieno titolo elevando la cintura stessa con il suo status e il suo quotidiano lavoro, tuttavia penso anche che Theory abbia bisogno di un primo, serio banco di prova in modo da comprendere il livello della sua futuribilità. Incontro intenso, vertiginoso nel finale e nel complesso ben strutturato ed a tratti innovativo (finale e tentativo di doppia full nelson da parte di Lashley): non si tratta certo di un capolavoro, ma merita gli onori della cronaca. Winner and New WWE United States Champion: Austin Theory
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WAR GAMES MATCH
Drew McIntyre, The Brawling Brutes & Kevin Owens vs The Bloodline & Sami Zayn (w/Paul Heyman) (38:30)
Anche per questo incontro, valgono le osservazioni fatte per il match femminile, con la differenza non da poco che uno dei due team è, di fatto, una stable piena e costituita. La serie di vignette che hanno avuto luogo nel corso di tutto lo show sono state completamente funzionali alla storia, in particolare quella che ha visto il confronto tra Zayn e Reigns ha acquisito valore prima, durante e dopo il match. Quest’ultimo è stato ben strutturato, soprattutto grazie allo spessore di molti dei contendenti: una menzione di merito la merita, tuttavia, Solo Sikoa. Questo ragazzo ha il fattore “IT”: la sua intensità, la credibilità della sua offensiva, il suo comportamento, la sua mimica facciale trasudano aggressività, da quando è approdato nel main roster dopo la brevissima parentesi di NXT francamente non ne ha sbagliata mezza. Così come non ne sta sbagliando mezza Zayn, eccellente in ogni ambito e vero e proprio perno narrativo del match…non facciamo confusione però: Sami è e resterà un babyface sino a quando la Bloodline non lo massacrerà per qualche motivo futile o meno futile (vittoria della Rumble?) ed anche oltre, nonostante il presunto tradimento (non erano nella stessa squadra, in che modo potrebbe e dovrebbe essere configurato come tale?) perpetrato ai danni di Kevin Owens. Mi spingerei sino a dire, senza timore di smentita, che in questo momento Sami Zayn è il top face della WWE, senza se e senza ma. Il finale, dicevamo, è stato arricchito non solo dal ritmo vertiginoso ma anche da tutti gli elementi preziosi in chiave storyline come il salvataggio da parte di Zayn, il citato “tradimento” ai danni di KO e il pin finale elargito a Jay, il più diffidente nei suoi riguardi: un match estremamente lungo, ma ben posto in chiave narrativa e molto ben eseguito in chiave tecnica. Winners: The Bloodline & Sami Zayn
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LIVE EVENT
Questo PLE in effetti sa un po’ di transizione, confermando un trend buono ma lontano da forti emozioni e trasporto emotivo folgorante. I due match principali sono stati lunghi, forse troppo, seppur il piazzamento nella card ha reso il tutto maggiormente digeribile. MVP della serata Sami Zayn, Seth Rollins, Becky Lynch e Rhea Ripley.