Ieri, Triple H è giunto negli studi dove si registra il Podcast di Logan Paul “impaulsive”. Nell’intervista durata quasi un’ora, Hunter ha risposto a diverse domande sulla sua carriera, sul suo nuovo ruolo di “Capo del team creativo” e sul futuro della WWE. Tra aneddoti simpatici, e qualche rimorso, “The game” ha anche risposto ad una domanda, rivoltagli da Logan Paul, che frulla nella testa di milioni di appassionati. L’ influencer ha infatti chiesto se fosse possibile, nella WWE di oggi con lui in ruoli chiave e la moglie come co-CEO, un “ritorno all’hardcore style”. Va ben inteso che Paul non si riferiva solo a match più violenti, sangue e parolacce a tutto spiano. Per “hardcore”, infatti, intendeva un ritorno a storylines più “spinte”, più crude, con come contorno match violenti, sangue, contenuti sessuali e tanto altro. Logan, tuttavia, ha premesso che attuare questa “Attitude era 2.0” sarebbe difficile oggigiorno per tutte le limitazioni e i paletti “morali” che la società di oggi impone.
La risposta di Triple H
Di seguito, un sunto della risposta di “The Game” : “Non credo che per catalizzare l’attenzione sul prodotto sia importante il sangue o la violenza. Dopo 5 minuti, tutto ciò stanca… Credo che sia fondamentale come racconti una storia. Cercare di far immergere nella storia lo spettatore, e far ricordare ciò che ha visto negli anni a venire, credo debba essere il nostro obiettivo. In una conversazione con Jhon Milius (regista di Conan il barbaro e Apocalypse now) lui mi disse – ci sono tanti film in cui si spara per 30 minuti. Alla fine, a nessuno importa niente di quanti colpi siano stati esplosi. Ma se riesci a creare una scena di 30 minuti in cui c’è tensione, ansia, con un uomo che punta una pistola alla fronte di un’altro uomo e spara un solo colpo, allora si che hai creato un momento memorabile. -. Triple H, quindi, non pare molto interessato alla soluzione “hardcore” per catturare l’attenzione dei fans, quanto piuttosto ad una storia studiata bene raccontata meglio.