Velveteen Dream è solo uno dei nomi della seconda ondata di licenziamenti post Wrestlemania che ha colpito da WWE. Nonostante le motivazioni ufficiali del suo licenziamento siano state spiegate da un semplice taglio del budget, le vere motivazioni del suo allontanamento hanno radici molto più profonde. Dream, infatti, sta lottando contro delle pesantissime accuse di molestie verso minorenni già dallo scorso anno e l’incertezza sulla situazione hanno tarpato più volte le ali ad un suo possibile ritorno sugli schermi della WWE. Dopo molto tempo in silenzio Patrick Clark ha raccontato la sua versione dei fatti con una serie di stories sul suo profilo Instagram. In queste storie racconta il suo personaggio e soprattutto ci racconta la sua versione dei fatti riguardanti le accuse che gli sono state rivolte.

Dream Over

Dream ha visto che le accuse che gli sono state rivolte lo scorso aprile (2020), hanno completamente deragliato qualsiasi possibilità di arrivare in alto all’interno della WWE e tutto questo ha portato al suo licenziamento. Dream è stato licenziato dalla WWE venerdì scorso dopo essere stato fuori dagli schermi della federazione dalla sua sconfitta contro Adam Cole nel dicembre 2020. Era stato rivelato che Dream fosse nel backstage di Raw il 10 maggio e si fosse allenato al WWE Performance Center fino alla settimana prima del suo licenziamento. […]

Grazie a tutti coloro che hanno apprezzato e mi ha permesso di essere il mio personaggio, se hai pagato un biglietto per vedermi o se sei venuto a salutarmi in un Walmart. Il mio obiettivo era quello di fornire lo stesso intrattenimento che è stato offerto a me quando iniziai a guardare il wrestling. Il mio lavoro era interpretare un personaggio e aiutare a far avanzare trame e drammi per i fan che si prendevano la briga di sintonizzarsi per guardare NXT. Prendo qualsiasi lavoro che faccio sul serio, ed è per questo che sono rimasto in silenzio riguardo le accuse ricevute. Per me affrontare le voci sarebbe lavorare contro una capacità (già compromessa) di vendere un personaggio in cui ho investito così pesantemente. […]

La notte del 20 aprile, dal mio account Instagram ho postato una storia per i miei followers avvisandoli che da quel momento sarebbe stato possibile mandarmi messaggi in privato. Ho ricevuto svariati messaggi che vanno dal supporto, a insulti mentre alcuni mi scrissero per avere suggerimenti su come muovere i primi passi nel mondo del pro-wrestling. Ho risposto a pochi, non a tutti, e dei pochi a cui ho risposto uno mi ha accusato di essere un predatore. L’account, prima che venisse cancellato, apparteneva a un aspirante wrestler di 17 anni, Jacob. Nella conversazione, Jacob ha condiviso con me il suo interesse di lavorare come wrestler e mi chiese qualche consiglio. Ho risposto con un breve elenco di cose che avrebbe dovuto prendere in considerazione nel momento in cui avesse voluto iniziare questo tipo di carriera: fisico e promo per iniziare. […]. Ho anche chiesto a quali scuole era più vicino in relazione all’allenamento di wrestling, il suo peso e la sua altezza.

Jacob era veramente emozionato all’idea di star parlando con me, però per verificare che non fossi solo un imitatore mi ha chiese di verificare la mia identità. Inizialmente lo trovai strano, perché ho il segno blu del profilo verificato, ma io stesso quando ero solo un fan ricordo dell’emozione di essere notato o salutato da un lottatore, così ho inviato un messaggio vocale nella mia voce da Velveteen Dream, come per mantenere il kayfabe. Nel messaggio vocale che ho inviato chiedevo a Jacob la sua altezza, peso, dove si fosse allenato, e quale scuola stesse frequentando al quale Jacob rispose a sua volta con un messaggio vocale. Continuai a rispondergli fin quando ho gentilmente chiuso la conversazione. IL 21 aprile mi sono svegliato con notifiche e tag di screenshot e video creati di una conversazione mai esistita tra me e Jacob. Ho immediatamente contattato la WWE e i dipartimenti di social media per iniziare un’indagine. Dopo l’indagine, la WWE ha rilasciato una dichiarazione confermando la mia innocenza. La parte che più mi feriva era vedere una foto personale, che ho usato nella mia vita privata, usata per etichettarmi come un predatore. Non lo sono. Questa è la prima e unica volta che sono stato accusato da qualcuno per questo motivo.

Le cose peggiorarono quando venni accusato anche da Joshua Fuller che, a differenza di Jacob, conosco. […]  La realtà è che sono sempre stato molto disponibile e rispettoso verso di lui.[…] Ha avuto una commozione cerebrale nel 2017 e contro il mio consiglio, ha insistito nel voler continuare a fare carriera con il wrestling. Ero preoccupato per lui, avevo seriamente paura avrebbe subito gravi danni celebrali. Gli ho suggerito di prendersi una pausa dall’allenamento per vedere un dottore. Ha rifiutato perché credeva sarebbe riuscito a lavorare nonostante la commozione cerebrale. Ho chiuso i contatti con lui nel 2018 perché non volevo essere parzialmente responsabile nel caso in cui sarebbe successo qualcosa di grave. Quindi farmi accusare di comportamento predatorio perché ho scelto di non aiutarlo è stato un colpo basso.

Josh e Jacob sono 2 delle molte persone che ho aiutato. Eppure, loro sono gli unici due che hanno considerato pericoloso e predatorio il mio modo in cui cerco di aiutare gli altri […].

Josh Fuller ha contattato Jacob attraverso dei social media prima che Josh lanciasse la sua accusa. Quando questo è venuto fuori Josh Fuller cancellato temporaneamente il suo account Twitter. […]

Jacob ha cancellato i suoi account dopo essere stato segnalato ed espulso per essere un membro di una chat di gruppo razzista verso le persone di colore. […]

Questa intera esperienza ha diffamato il mio personaggio e alla fine ha realizzato il suo scopo, ovvero, farmi licenziare dalla WWE. La mia speranza è che nel tempo le persone possano mettere insieme i pezzi e rendersi conto che tutte le accuse che mi circondano sono infondate e false. Ho sentito fortemente di non aver bisogno di difendermi sui social media per un po’ di tempo, ma capisco il pubblico per cui lavoro e coloro che mi conoscono meritano chiarezza. Sono grato per le opportunità offerte a me e i ricordi che ho come ricevuta. DIO MI COPRE LE SPALLE E LO FARÀ SEMPRE. IL SOGNO È UFFICIALMENTE FINITO

MA Patrick Clark VIVE PER COMBATTERE UN ALTRO GIORNO.”