Di recente è stato riferito da vari siti specializzati che il processo creativo della WWE non prevede più che si passi dall’approvazione definitiva di Vince McMahon. Un’importante differenza rispetto al passato, dato che dal suo recente ritorno sulle scene dopo il breve ritiro, Vince McMahon si era ritagliato il ruolo di “revisore” finale di tutte le puntate di Raw e SmackDown, con tanto di modifiche apportate all’ultimo momento al copione degli show. Dave Meltzer durante Wrestling Observer Radio ha composto un’approfondita analisi su questo argomento, facendo notare quanto contraddittoria sia stata la posizione del presidentissimo di TKO Ari Emanuel verso Vince McMahon.
Il “tradimento” di Ari Emanuel
Meltzer ha spiegato: “Vince McMahon non ha più un ruolo creativo. Questa è una storia importante perché Ari Emanuel, quando hanno annunciato l’accordo ha fatto il giro dei media insieme a Vince e hanno detto: “Vince sarà a capo della compagnia. E se io e Vince abbiamo un disaccordo, le cose vanno come vuole Vince, perché Vince è l’uomo giusto”.
Le cose però, non sono andate propriamente così, se è vero che McMahon è stato estromesso da ogni ruolo creativo residuo: “E’ passato solo un mese da quando l’accordo è entrato in vigore e Vince è già fuori dai giochi creativi a causa di Ari Emanuel. Penso che sia una cosa davvero interessante perché è la prima volta che Vince si trova nella posizione in cui si trovava suo padre nell’84, quando suo padre aveva gestito la compagnia per anni e anni e anni, e lui era solo un dipendente di Vince, Vince Jr. Anche se lui odia il termine Jr. Vincent Kennedy McMahon è sempre stato l’uomo che prendeva tutte le decisioni ed è stato scavalcato”.
Va detto che il ruolo di Vince McMahon non si esaurisce e non si è mai esaurito nell’ambito creativo e che il chairman WWE avrà certamente altri compiti visto il suo altissimo rango nella catena di comando di TKO. Il fatto che -però- sia stato marginalizzato rispetto all’ambito creativo contro le sue (supposte) volontà , fa capire quanto Vince debba abituarsi al ruolo di “dipendente”, malgrado la posizione in organigramma preveda ben poche persone al di sopra del suo ruolo.