Il dibattito sulla “veridicità” o “falsità” del wrestling si protrae ormai da diverso tempo; ora, nonostante anche un bambino di prima elementare sia in grado di capire che il wrestling, essendo una forma di intrattenimento basata sulla lotta libera, sia fisiologicamente privo di reale competizione e, quindi, in quanto tale, sia predeterminato, non sono pochi i soggetti che continuano a definire “finto” il pro-wrestling. Ecco come ha risposto Xavier Woods, su Twitter, ad uno di loro:

“Non ho bisogno che ti scusi. Devi semplicemente capire che il wrestling è una delle ultime forme di intrattenimento in circolazione che derivano dal teatro di Shakespeare. Il pubblico guarda uomini e donne che raccontano storie tramite il loro fisico dinanzi a una platea che può osservare l’azione a 360 gradi. Alcuni artisti usano la pittura per creare la propria arte, noi usiamo i nostri pugni e in nostri piedi per dar vita alla nostra. E’ arte. Facciamo tutto al primo colpo, non dopo 40 tentativi, dinanzi a spettatori dal vivo che apprezzano il fatto che noi mettiamo i nostri corpi per il loro divertimento. Mi va bene che a te non piaccia, ma non c’è bisogno che tu manchi di rispetto a noi o a chi ci segue definendo il wrestling “finto”. Gli appassionati di wrestling sono i migliori al mondo perché sono in grado di comprendere questo concetto. Per cui, fino a quando qualcuno non riuscirà a trovare un modo per sconfiggere la gravità (eccetto Neville), cadere sarà doloroso e il dolore che proviamo è reale. Soffriamo infortuni reali facendo quello che amiamo e, quindi, lasciate questo mestiere ai professionisti. Per favore, non provate a imitarci a casa. Nota a margine: ragazzi, presumo che abbia capito questa spiegazione per cui, non twittategli più nulla a questo proposito.”