Un anno dopo, Zona Wrestling si ritrova ad indurre alcuni protagonisti della storia del nostro amato sport nella sua arca della gloria.
Quest’anno la redazione ha deciso di cambiare le carte in tavola, inserendo nomi di assoluto valore e di grande rilevanza. Sono quelli che si potrebbero chiamare “outsiders”: altisonanti sì, ma così lontani nella storia da esser presi in considerazione davvero poche volte. E allora i nostri premi vanno a queste personalità, sperando di fare cosa gradita. Siamo alla quinta edizione del premio e anche quest’anno introdurremo quattro nomi: un wrestler, un “non-wrestler”, un tag team e una personalità del panorama italiano. Ecco la classe 2016 della ZW Hall of Fame:
– TIGER MASK
Gimmick giapponese di grande successo interpretata da sei differenti wrestler in periodi diversi, ha raggiunto in breve tempo una notorietà planetaria. È ispirata al celebre personaggio della serie manga e anime L’Uomo Tigre, e ancora oggi viene interpretata sul ring della New Japan Pro Wrestling che nel 1981 ottenne dalla Toei Animation i diritti per portare il personaggio sul ring.
Il primo wrestler scelto per diventare Tiger Mask fu Satoru Sayama che interpretò la gimmick fino al 1983, quando abbandonò la NJPW per astio nei confronti delle politiche di backstage fortemente presenti nel mondo del wrestling. Nel 1984 la All Japan Pro Wrestling acquistò i diritti e come interprete della gimmick scelse Mitsuharu Misawa. Noto come Tiger Mask II, ebbe un feud con i migliori pesi leggeri del tempo, quindi passò tra i pesi massimi senza raggiungere grandi risultati. Nel 1990 smise di interpretare Tiger Mask per lottare con il suo vero nome: fece scalpore la sua decisione di smascherarsi durante il combattimento. Tiger Mask III fu interpretato dal wrestler della NJPW Koji Kanemoto nei primi anni novanta; il wrestler non ebbe successo e smise di interpretare il personaggio quando perse un match “maschera contro maschera” contro Liger nel 1994. Dal 1995 il nome “Tiger Mask” è riferito a Tiger Mask IV, Yoshihiro Yamazaki, allenato direttamente da Sayama. Nel 2010 ha debuttato Tiger mask V, allenato anch’egli da Sayama mentre dallo scorso anno abbiamo Tiger Mask W, per pubblicizzare la recente uscita dell’ omonimo manga.
È lui il wrestler inserito nella nostra Hall of Fame nel 2016.
– THE FABULOUS MOOLAH
Donna di straordinaria grandezza, Mary Lillian Ellison, nota con lo pseudonimo di The Fabulous Moolah è stata la prima vera wrestler della storia capace di attirare su di sé le attenzioni del pubblico statunitense. È stata la prima NWA e WWF Women’s Champion e detiene il record di regno più lungo come Campionessa Femminile della storia della WWF/E. Lottò regolarmente tra la seconda parte degli anni quaranta ed il 1987; in seguito ha partecipato sporadicamente ad alcuni show e pay-per-view della World Wrestling Federation/Entertainment, senza combattere match ma prendendo parte ad angle e storyline. Ed è per questo che viene presentata nella nostra arca della gloria come “non wrestler”.
Il 24 giugno 1995 è stata inserita nella WWF Hall of Fame, diventando la prima donna della storia ad entrare a far parte dell’arca della gloria della famiglia McMahon. Ed è stata, nel luglio 1972, la prima donna a combattere al Madison Square Garden, in precedenza vietato al wrestling femminile. Il suo successo aiutò ad abolire nello stesso anno il divieto posto sul wrestling femminile nello Stato di New York. Fu protagonista del primo screwjob della storia quando nel 1985, sotto le mentite spoglie di “The Spider Lady”, riconquistò il titolo in modo controverso ai danni della campionessa Wendi Richter. Di seguito i suoi riconoscimenti:
– NWA Women’s World Tag Team Championship (2) – con Toni Rose
– NWA World Women’s Championship (5)
– NWA Hall of Fame (Classe del 2012)
– WWF Women’s Championship (4)
– WWF Hall of Fame (Classe del 1995)
– THE FOUR HORSEMEN
Ecco la novità del 2016: invece che premiare un tag team classico, premiamo una stable di grandissimo impatto che aiutò Ric Flair a diventare l’Icona che oggi tutti gli riconosciamo. Quattro atleti solidi, un leader, un manager: la perfezione di impadronì della NWA negli anni ’80 per scrivere un’era straordinaria. Dal modello di questa stable verranno poi proposte tra le altre, e in diversa maniera: la D-Generation X, la Hart Foundation, l’NWO e la Evolution.
I Four Horsemen si formarono nel gennaio 1986 grazie all’unione di Ric Flair, Arn e Ole Anderson e Tully Blanchard, guidati dal manager James J. Dillon. La stable ha avuto sempre gran parte dei Titoli sotto mano ed i quattro erano soliti vantarsi del proprio successo nelle interviste che rilasciavano. Da notare che nelle interviste, la stable improvvisava molto i dialoghi e i promo, dando maggiore intensità e interesse al prodotto di cui facevano parte. Portarono la loro gimmick anche al di fuori del wrestling, iniziando a spostarsi con un jet privato per raggiungere le città dove avrebbero dovuto lottare e noleggiando limousine. Nel corso degli anni diverse stable create nel circuito indipendente hanno utilizzato nel loro nome, nel loro look o nella loro gimmick un riferimento ai Four Horsemen in segno di tributo.
Hanno fatto parte della stable i seguenti atleti: Ric Flair (1986-1999), Arn Anderson (1986-1999), Ole Anderson (1986-1987; 1990; 1993), Tully Blanchard (1986-1988), James J. Dillon (1986-1989), Lex Luger (1987), Barry Windham (1988-1989; 1990-1991), Sting (1989-1990), Sid Vicious (1990-1991), Paul Roma (1993), Brian Pillman (1995-1996), Chris Benoit (1995-1997; 1998-1999), Steve “Mongo” McMichael (1996-1999), Curt Hennig (1997), Dean Malenko (1998-1999).
– BRUNO SAMMARTINO
La personalità italiana del 2016 è nientemeno che il campione dei campioni della storia del wrestling assieme ad Hulk Hogan e Ric Flair. Bruno Leopoldo Francesco Sammartino da Pizzoferrato è conosciuto soprattutto per i suoi trascorsi nell’allora World Wide Wrestling Federation (nota in seguito come World Wrestling Federation, dal 2011 semplicemente come WWE), dove ha detenuto il record per il più lungo regno con il WWWF World Heavyweight Championship: 2.803 giorni, cioè circa sette anni e otto mesi. Ha detenuto il titolo anche una seconda volta (tale regno è durato 1.237 giorni) per un totale di undici anni (4.040 giorni) come campione. Conosciuto come “The Italian Strongman” e “The Living Legend of Professional Wrestling”, ha prodotto il tutto esaurito al Madison Square Garden per centottantotto volte. Il suo stile era orientato principalmente verso il “mat wrestling”, come era consuetudine all’epoca. Tuttavia fu proprio il suo stile da “brawler” a dargli successo, assieme a mosse di forza e al suo spiccato carisma, e il fatto che apparisse sempre come il classico bravo ragazzo americano.
Dopo il suo ritiro Sammartino ha pubblicamente criticato la direzione intrapresa dal wrestling proposto dalla WWF fatto di storyline disgustose, il puntare più sui dialoghi che sull’azione e l’uso di droghe e steroidi. È stato molto critico nei confronti di Vince McMahon, dicendo che è stato un danno per la creazione di suo padre (la WWWF). Sammartino ha espressamente rifiutato di partecipare alle retrospettive prodotte dalla WWE sulla sua carriera, salvo ritornare nei suoi passi negli ultimi anni. Dal 6 aprile 2013 è un Hall of Famer della WWE.
A voi i precedenti indotti nella nostra Arca della Gloria.
Classe 2015
“The Icon” Sting
Vincent Kennedy McMahon
Dudley Boyz/Team 3D
Stefano Benzi
Classe 2014
“The Nature Boy” Ric Flair
“The Mad Genius” Paul Heyman
Road Warrior\Legion of Doom
Dan Peterson
Classe 2013
Eddie Guerrero
“Mr. Perfect” Curt Hennig
Paul Bearer
Classe 2012
“Macho Man” Randy Savage
“Rowdy” Roddy Piper
Bobby “The Brain” Heenan