Dopo il successo dell'intervista a Tommaso Giannuzzi (che potete leggere QUI) Zonawrestling ha avuto il piacere di intervistare, nella persona di BazingaHWF (Walter Farinella), Hank Avery Jr, uno dei tredici finalisti assoluti del reality. Hank è stato sfortunatamente eliminato nella prima puntata dello show, andata in onda la scorsa settimana. L'intervista è molto interessante, perchè si è discusso di svariati argomenti, fra i quali il Performance Center, i duri allenamenti, la controversia di Tanner, il rapport con i giudici e molto altro ancora.
W: Signori e signore, siamo qui con Hank Avery, uno dei tredici finalisti assoluti di WWE Tough Enough. Hank, per iniziare, raccontaci qualcosa di te, presentati al pubblico italiano.
H: Innanzitutto un saluto a te Walter e a tutti i fan italiani. Sono un ragazzo nativo della Georgia, primo di sei fratelli, che è cresciuto tutta la sua vita con gli sport. Al liceo ho giocato ad altissimi livelli in tre sport differenti, ovvero il baseball, il football e l’atletica, partecipando e vincendo numerosi tornei a livello nazionale! Sono andato poi al college, grazie ad una borsa di studio, guadagnata con il football. Mi mancano gli ultimi esami, prima di terminarlo. Conto di farlo nel corso del prossimo semestre. Sono sposato e ho una figlia di sei mesi, che sta iniziando a compiere i suoi primi passi. Mia moglie l’ho conosciuta al liceo e da allora non ci siamo mai separati. Mi tengo costantemente in grandissima forma, grazie a innumerevoli modalità di allenamento, fra cui il Powerlifting e il Bodybuilding.
W: Hai senza dubbio delle ottime doti fisiche ed è qualcosa di cui andare certamente fieri. In italia, invece, non c’è grande attenzione allo sport, nel processo di crescita dei giovani.
Comunque sia, prima di addentrarci su Tough Enough in maniera dettagliata, parliamo di wrestling in generale. Hai delle basi di Pro Wrestling? Quale è il tuo rapporto con la disciplina e quale è la tua Superstar WWE preferita?
H: Prima di Tough Enough non avevo alcuna base di Pro Wrestling. Mi ero saltuariamente allenato con la squadra di lotta libera al liceo, ma è tutta un’altra cosa. Sono cresciuto guardando il wrestling con mio padre e uno dei miei fratelli. Amavo Sting, che compiva le sue entrate spettacolari, calandosi dalle travi e Macho Man, con la sua incredibile eccentricità. È stato incredibile avere l’opportunità a far parte di questo mondo. Davvero qualcosa di magnifico. Le mie Superstar preferite al momento sono John Cena e Randy Orton, ma il mio preferito di sempre resta Macho Man.
W: Macho Man è senza dubbio uno dei migliori di tutti i tempi, così come lo è John Cena. Cambiando argomento, puoi raccontarci delle selezioni che hai dovuto superare, per prendere parte al programma? Quando hai caricato il tuo video, pensavi che saresti arrivato fino a questo grande risultato?
H: Assolutamente no. Le sfide che abbiamo affrontato, prima della scelta dei tredici finalisti assoluti, sono state durissime. Molto era incentrato sulla resistenza e molti ragazzi, che avevano all’apparenza un ottimo fisico, non si sono esibiti al meglio, poiché il loro cardio non era di buon livello. Abbiamo rimbalzato sulle corde infinite volte, abbiamo fatto innumerevoli capriole. Oh Dio quante capriole: avanti, indietro, a destra, a sinistra. Piegamenti di ogni sorta e molti altri esercizi di resistenza e forza esplosiva.
Quando ho caricato il mio video, sinceramente pensavo che non ne sarebbe scaturito nulla. Ho registrato il mio filmato di un minuto e poco dopo ho scoperto che oltre undici mila persone avevano fatto lo stesso e ho pensato che il mio si sarebbe perso in quella moltitudine. Dopo aver ricevuto la chiamata, che mi ufficializzava fra i quaranta finalisti e che sarei andato ad Orlando, ero felicissimo. Era come se fosse Natale! Era la mia opportunità di farmi vedere in un palcoscenico globale ed ero pronto ad affrontare qualsiasi cosa.
W: Bene. Parliamo adesso delle sessioni di allenamento e del Performance Center in generale: Quale è stata la tua reazione, quando lo hai visitato la prima volta? E inoltre, le sessioni di allenamento erano davvero così pesanti? Tommaso ci ha raccontato che gli allenamenti del Pro Wrestling, specialmente quelli in WWE, sono i più duri in assoluto, più di quelli della MMA o di altri sport da combattimento.
H: La prima volta che ho visitato il Performance Center, mi sono reso conto di quanta dedizione, cura e attenzione ci fosse in quel luogo. Tenuto in condizioni eccellenti. E tutto, e dico tutto, è a tua portata di mano.
Un ricordo riguardo i vari incontri con le Superstar NXT, era quando incontravo molto spesso Kevin Owens nei corridoi o negli spogliatoi, dopo le sessioni di allenamento. Sono tutti dei bravi ragazzi, persone veramente alla mano, con le quali ti puoi sedere ovunque e condividere le tue esperienze e avere delle piacevoli conversazioni. Una persona deve essere così in questo business, devi essere aperto verso il pubblico e i fan, perché alla fine sono loro, che mandano avanti la compagnia.
Per me gli allenamenti sono stati durissimi, per esempio più pesanti di quelli del football. In quel caso hai delle pause più frequenti fra i vari esercizi, nel wrestling invece no. È davvero un allenamento estenuante, ma sono grato di aver potuto far parte di tutto questo e cercherò senza dubbio di raggiungere questo mio sogno!
Dopo aver subito alcune chop da Booker T e Billy Gunn
W: Hai avuto la fortuna di vivere una settimana nella Barracks (gli alloggi dei concorrenti al Performance Center ndr). Come è stato vivere a stretto contatto con gli altri ragazzi? Eravate costantemente ripresi dalle telecamere WWE? Come era il tuo rapporto con gli allenatori Billy Gunn, Booker T e Lita?
H: Tutti noi abbiamo un background atletico similare e siamo tutte persone competitive ovviamente. Eravamo costantemente filmati dagli operatori della WWE, 24 ore su 24. Non hanno lasciato nulla al caso, neppure le conversazioni segrete o i vari screzi e litigi avvenuti, che ho appreso attraverso i filmati. L’unico luogo in cui avevamo un minimo di privacy era il bagno. – ride di gusto- I Coach erano straordinari. Ho davvero amato ogni singolo momento in cui erano fra di noi, per insegnarci le basi e io ho cercato di assorbire il più possibile della loro immensa conoscenza, che era stata messa a disposizione dello show. Potrei essere di parte, ma i miei preferiti erano senza dubbio Billy Gunn e Booker T. Quest’ultimo ha apprezzato molto il mio modo di essere e la mia personalità, dandomi addirittura due soprannomi: il primo è Darkhorse, il secondo American Sniper. Ho davvero apprezzato che un Hall of Fame del suo calibro mi avesse notato ed apprezzato.
W: A pensarci bene, assomigli veramente a Chris Kyle, il vero American Sniper. Ed infatti, quando, prima dell’inizio del primo episodio, ho studiato i profili dei tredici finalisti, credevo davvero che tu potessi fare un lungo cammino, all’interno della trasmissione. Ma cosa è successo? Forse qualche incomprensione. A proposito di questo, quale è stato il vostro rapporto con i giudici? Tu e qualche altro ragazzo siete stati criticati, riguardo la controversia generatasi intorno a Tanner. Come ti senti al riguardo?
H: Sinceramente non so cosa sia successo. Se hai visto lo speciale della competizione di un’ora, andato in onda sul WWE Network, vedrai che ero stato ritratto come uno dei favoriti, un papabile vincitore di Tough Enough. Successivamente mi hanno dipinto in un modo che non mi rappresenta completamente e per questa ragione sono stato eliminato. Ho ottenuto dei buoni risultati in ogni competizione svolta. Io e gli altri dodici concorrenti pensavamo che sarebbero state le prove svolte a determinare il giudizio dei giudici e del pubblico. Sarebbero state queste prova a far capire chi meritava di rimanere e chi no. Ovviamente non è stato questo il caso. Probabilmente però avevamo capito male noi. In fondo è un reality show e questo è il topic principale, il reality. La gente vuole vedere il dramma, le discussioni, le liti. Ma queste cose non fanno per me. Non sono un tipo del genere, uno che si vanta dei risultati ottenuti eccetera. Probabilmente però la gente vuole vedere proprio quel tipo di personaggi. Ma è tutto ok. Ho imparato quello che dovevo e spero vivamente che un giorno possiate vedermi in questo fantastico palcoscenico mondiale di nuovo.
Il nostro rapporto con i giudici era meramente professionale. Li abbiamo incontrati poco prima della diretta. Tutti noi avevamo incontrato Paige al centro commerciale, qualche giorno prima, poiché era venuta a farci una sorpresa. Daniel Bryan non ha gradito i miei commenti su Tanner, immagino perché lui nella realtà è più basso e meno possente. Tanner stava semplicemente parlando troppo per i miei gusti e per quelli di qualche altro concorrente e ho semplicemente esposto la mia opinione, un’opinione che Bryan non ha gradito. Molti dei ragazzi, comunque, davano ragione a me. Ripeto, sono stato dipinto come in realtà non sono. Comunque sia, è stata un’esperienza magnifica, di cui sarò grato per sempre.
W: Ovviamente è un reality show e il dramma e tutti questi aspetti da te citati sono parte di esso. Secondo la mia opinione è stata un’incomprensione, sia per quanto riguarda la controversia di Tanner con Bryan, che quella di ZZ con Paige. Ma come hai detto, è un reality e queste cose possono accadere. In generale in che rapporti eri con gli altri ragazzi? Chi erano i più vicini a te?
H: Tutto fra di noi andava a gonfie vele. Nessuno aveva problemi con gli altri, fino a quando non è iniziata effettivamente la competizione. Josh è sicuramente il ragazzo con cui ho legato di più in queste settimane. Avere entrambi lo stesso background sportivo nel football ed avere entrambi un bambino piccolo a casa ci ha unito molto. Sarebbe potuta nascere una sana competizione sportiva fra di noi.
W: Sicuramente la tua amicizia con Josh è un aspetto che è venuto fuori, guardando il programma. Comunque, nel post-show hai dichiarato che, secondo la tua opinione, Patrick e Sara Lee sono i favoriti a vincere il programma. Confermi queste previsioni? E perché?
H: Sì, confermo quanto detto. Patrick e Sara Lee sono i miei favoriti assoluti. Sono entrambi affamati e grintosi e hanno voglia di dimostrare ardentemente il loro valore a tutto il mondo. La maggior parte dei concorrenti brama solamente il premio in denaro; invece c’è qualcosa in Patrick e Sara Lee che me li fa distaccare dal resto gruppo. Probabilmente hanno quell’X-Factor, quella marcia in più, che serve per sfondare in questo business.
W: Prima hai detto di voler continuare a perseguire il tuo sogno di diventare un Pro Wrestler e una Superstar WWE. Secondo me, sei un bravo ragazzo, con degli ottimi valori e delle ottime doti fisiche. C’è qualche possibilità che tu possa lavorare nuovamente con la WWE? Magari un tryout, per aspirare ad un contratto di sviluppo ad NXT?
H: Sì, ci sono possibilità concrete che io possa continuare a perseguire il mio sogno di diventare un Pro Wrestler, spero in WWE. Sarebbe qualcosa di straordinario, veramente unico, il poter lavorare in una compagnia così grande e toccare il cuore di giovani e meno giovani fan, sparsi in tutto il mondo. Ho in programma un nuovo tryout con la federazione alla fine dell’anno. Nel frattempo mi allenerò duramente, seguendo i dettami, che mi sono stati forniti. Continuerò a dare del mio meglio per arrivare a questo grandissimo traguardo e ottenere un contratto con la WWE nell’imminente futuro. Sono cresciuto con le figure di Hulk Hogan e Macho Man, che io vedevo come dei Supereroi. Beh, qualora riuscissi a firmare un contratto con la WWE, mi sentirò io di essere un supereroe.
W: Penso che hai le carte in regole per farlo. Grazie mille per la tua gentilezza e disponibilità. Se vuoi, puoi dire qualcosa ai fan italiani.
H: Vi ringrazio a tutti per il supporto e l’amore, che mi avete dato in queste settimane. Magari un giorno, se le cose andranno come spero, io potrò lottare in Italia, entrando in contatto con una cultura straordinaria e assaggiare del cibo eccezionale. Grazie ancora Walter e a tutta Zonawrestling per l’intervista.