Sono passati 10 anni ed Eddie è ancora nei nostri cuori. Zona Wrestling vuole ricordare una leggenda, attraverso le voci dei suoi protagonisti..
ChristiaNexus: “Eddie Guerrero. Per chi ha iniziato a seguire il wrestling all’epoca del boom del 2005, Eddie Guerrero è uno di quei nomi che ha finito per assurgere a sinonimo stesso di wrestling, insieme a John Cena, Rey Mysterio, Undertaker e Big Show. Se vi aspettate commenti “tecnici” su storytelling, workrate e simili, passate oltre. Qui voglio solo ricordare un lottatore che divertiva come pochi, che al proprio ingresso mandava in visibilio qualunque platea e un uomo che ha saputo sconfiggere i propri demoni. La sua morte fu qualcosa di inaspettato e molto triste, soprattutto per un bambino di undici anni che, come tanti altri, da qualche mese si era tanto appassionato al wrestling e che stravedeva per ogni lottatore. Sono passati dieci lunghi anni, ma il suo ricordo è e sarà sempre vivo in ogni appassionato che ha avuto la fortuna di vederlo lottare, in tv o dal vivo. We love you, Eddie.”
Girolamo De Nicolo: “Impossibile dimenticare il giorno in cui se ne è andato…mi alzo, accendo la tv e il tg annuncia la triste notizia. Eddie è unico e inimitabile. Il talento o si ha, o non si ha, non si può acquisirlo. Eddie era talentoso, e quella magia che portava con se ha fatto si che entrasse nel cuori dei fan. Eddie era speciale, punto.”
Simone Saleri: “Sono sempre stato un grande appassionato delle storie what if, ovvero quei pezzi, di solito storici, in cui si immagina come sarebbe finita una guerra o una battaglia con un piccolo cambiamento nelle condizioni realmente accadute. Ecco, il what if su Eddie è forse quello che mi affascina e mi lascia al contempo più triste allo stesso tempo. Quanto sarebbe cambiato senza quello che è successo quella notte nel Minnesota? Le idee, i confronti ideali, gli scenari che si aprono sono mille, e in me resta sempre l’idea che lui, da ovunque si trovi ora, sia con quella faccia sorniona, quel sorriso ammiccante ma spesso velato di tristezza, e si diverta a pensare anche lui a tutto quello che sarebbe potuto essere, e che invece possiamo solo vivere nelle nostri menti e nei nostri cuori. 10 anni posson sembrar tanti o nulla, e in questo caso sono contemporaneamente la stessa cosa. Gringo, un saluto e grazie di tutto.”
Vittorio Pisapia: “Quel giorno di 10 anni fa, scoprì della morte di Eddie attraverso il televideo…e come vorreste che si sentisse un bambino di 9 anni leggendo una notizia del genere? Eddie è stato, è e sarà un’icona del wrestling per me, come per chi intraprende questa disciplina. Insieme a Taker, Batista, Rey, Cena, Angle e tutti gli altri, ha regalato match e faide fantastiche, era quel tipico personaggio che sapeva far parlare di sè, la gente lo amava e anche chi lo “odiava”, sapeva che lui era un grande wrestler. Eddie è un pezzo di storia, Eddie è un pezzo della WWE e questo non cambierà mai. Sono convinto che stia regalando sorrisi anche lassù, combattendo qua e là con chi non c’è più. See you soon Eddie. “
Giuseppe Mangeruca: “Ero agli inizi. Anni 9 … primo approccio al wrestling. Ricordo solo un pianto a dirotto, l’annuncio in diretta TV… ed il postumo apprezzamento per un grande uomo prima che grande wrestler. Grazie Eddie.”
Simone Spada: “Un giorno ti svegli, sai che a breve vincerai il titolo del mondo. È una ricompensa per il tuo lavoro e la dedizione alla causa, per esserti ripulito dopo anni di eccessi e aver dimostrato a tutti che il wrestling può essere gioco e divertimento, ma anche tragedia. All’ultimo ci hai dato entrambi: una vittoria nel tuo stile, “rubando con allegria”, ed una sconfitta, quella della vita. Era il 2005 e la Gazzetta dello Sport annunciò la tua morte. Sembrava uno scherzo, uno dei tuoi, l’ennesimo. “No non può essere, queste cose non accadono davvero”. Poi seguirono due puntate di commemorazione, le lacrime di Batista e Rey, l’abbraccio di Triple H a Chris Benoit, il rispetto di Undertaker e i pianti dei colleghi che hai amato e rispettato, e dai quali hai ricevuto amore e rispetto. Quel giorno è morto anche il boom del wrestling, la concezione per cui questo sport non è solo popolato da nani e ballerine, da attori e bodybuilder. Quel giorno è naufragato un pensiero, e sarà veramente difficile trovare uno all’altezza di cotanta qualità. Rispetto e ammirazione per l’unico e insostituibile Eddie Guerrero.
Arriba la Raza siempre!
2005-2015”
Celeste Scartoni: “Lo seppi a notte tarda credo, quando i miei stavano guardando la tv e io stavo andando a dormire, udendo la notizia sono saltata giù dal letto correndo in sala dai miei. Ero in terza media e i bimbi della prima fecero un cartellone gigantesco per Eddie da mettere in classe, quella classe era meta di pellegrinaggio.“
Antonio David Alberto: “L’idolo della mia infanzia, la mia prima maglia di wrestling aveva il suo volto sopra. L’emozione del titolo vinto contro Brock Lesnar, avevo solo 10 anni. E poi quell’abbraccio con Benoit che non avevo capito se non ipotizzando un’amicizia tra i due. Crescendo scopro che Eddie ha avuto un passato prima della WWE, che è sempre stato un fenomeno sul ring ma spesso una persona debole fuori. Le droghe, gli abusi e una federazione che crede in te ma che non può obbligarti a smettere, che ti lascia andare via e tu ricominci dal basso, dalla IWA e dalla ROH appena nate, combatti contro un giovane Punk (match che ricordo sempre con piacere) e poi torni, pulito, in WWE e ti lanciano, finalmente, verso il Main Event. Vinci un unico titolo, molto meno di quanto meriti. Eppure quel titolo significa tanto, per tutti noi. Addio Eddie, dopo 10 anni sei ancora nei nostri cuori!”
Francesco Stigliano:“10 anni fa. 10 anni fa avevo 7 anni. 10 anni fa non avevo ancora ben capito cosa signficasse veder qualcuno che ami alla follia, scomparire per sempre. Fino al giorno in cui morì Eddie Guerrero. Eddie Guerrero, è riuscito a entrare nella cerchia dei miei cari pur non avendo un rapporto stretto con lui. E’ riuscito a farmi innamorare di questa disciplina. L’ho amato da buono e l’ho odiato da cattivo. E’ quando se n’è andato per sempre però, che si è creato l’incolmabile vuoto che ancora persiste. I miei genitori sapevano quanto io tenessi a lui, provarono in tutti i modi a non farmi scoprire della sua morte. Non ci riuscirono. Come puoi spezzare il cuore ad un bambino? Il dolore iniziale fu grande, ma almeno non realizzavo. Il dolore si fece concreto quando cominciai, show dopo show, a non vederlo più. Lo sentivo, ma non lo vedevo. Lo sento ancora. Ringrazio Eddie per avermi reso consapevole. Consapevole che le persone non rimangono per sempre. Memory will NEVER die, viva la raza.”