Quando vedo la situazione dell’AJPW odierna, mi viene fondamentalmente da pensare due cose: o Giant Baba dall’aldilà ha gettato un anatema di dimensioni epocali a chiunque ereditasse la sua creatura per evitare che avesse successo dopo di lui, roba che al confronto la famosa “maledizione della vecchina” della Ferrari è una robetta da poco, oppure ereditare quella storica sigla e le sue storiche cinture porta una sfiga tremenda.

 

Perché ogni volta che la federazione che fu fondata da Baba passa di mano e sembra un minimo rialzare la china, ecco arrivare la mazzata, che sia economica o di addi che creano non pochi problemi: prima Misawa che lascia in massa con tutta una serie di giovani e brillanti prospetti e fonda la NOAH (che tuttavia oggi non se la vede per niente bene), poi Mutoh che la plasma a sua immagine e somiglianza, con alti e bassi che lascia sbattendo la porta, fondando la WRESTLE-1 (che dopo nemmeno due anni sembra già in zona “canna del gas”) e portandosi via personaggi più o meno utili (almeno in chiave di “presenza” se non di importanza alla federazione); poi la disastrosa, per quanto breve, gestione  Shiraishi, che fra proclami di ridicola e anacronistica autarchia e litigi con atleti che, invece di inimicarteli e mandare via, forse dovresti tenerti stretto, fino ad arrivare alle gestioni di Suwama e Akiyama, Wrestler e presidenti che hanno tentato di dare il meglio per ridare lustro alla sigla che per diversi anni sembrava l’unica alternativa alla NJPW, che ormai sembra davvero viaggiare senza rivali in Giappone e fuori da esso (anche se qualche problemino, almeno nel Booking, l’avrebbero).

(Akebono con la Triple Crown)

Akiyama sembrava aver intrapeso una via che poteva, a piccoli passi, ridare una speranza nel buio del Tunnel che sembra affliggere l’AJPW dal 2011, con contratti d’esclusiva con gli atleti di punta ma che lasciavano margini ampi di impegni extra e apertura a freelance specie dal circuito Indies giapponese per rimpinguare le file; poi, dopo l’estate, una serie di vistose mazzate hanno incrinato le certezze del presidente: in rapida successione, Go Shiozaki, Akebono, KENSO, Kotaro Suzuki e Yoshinabu Kanemaru hanno respinto il rinnovo contrattuale e annunciato il ritorno allo status di Freelance, che tradotto significa “se mi vuoi a lottare devi sganciare un po di più” .

 

(Mutoh ai tempi dell’ AJPW)

 

I rassicuranti proclami che saranno sempre disponibili alle chiamate AJPW sono di circostanza e da non prendere troppo seriamente: Shiozaki ha già manifestato il suo interesse a tornare in NOAH e strizzare l’occhio alla NJPW, una scelta non casuale; infatti la un tempo gloriosa Arca Verde fondata da Misawa naviga ormai in orbita della federazione del Leone, vedasi anche il fatto che la NOAH è da mesi feudo della Suzuki-gun, un ritorno da “figliol prodigo” di Shiozaki potrebbe convincere magari la NJPW a fare un pensiero e permettere magari quel “triplete” che il buon Go sogna, vincere l’IWGP HW Title da aggiungere ai titoli AJPW e NOAH già in bacheca.

Akebono sembra pronto ad abbandonare il Puroresu per provare il riscatto nelle MMA: sembra certo il suo ritorno alla disciplina (dove  lottò con scarso successo agli inizi della sua carriera post-sumotori) nello Show di debutto della neonata sigla giapponese RIZIN, dove lotterà anche il neo-licenziato UFC Mirko Kro Cop, anche se non esclude di continuare una carriera da wrestler, lottando sia in AJPW che in altre realtà come la ZERO1 o la FMW.

Diverse le situazioni di KENSO, Suzuki e Kanemaru: il primo sta continuando a lottare in AJPW (è attualmente impegnato con la Real World Tag League 2015 assieme a Nishimura) e lotterà anche in altre realtà, ma principalmente dovrebbe continuare senza troppi problemi a lottare principalmente con la sua vecchia federazione; i secondi sembrano guardare anche loro a un possibile ritorno in NOAH, ma non è da escludere che provino a cercare un “Posto al sole” in una NJPW che ad esempio avrebbe estremo bisogno di Junior Hw giapponesi nelle sue divisioni singole e tag (che sono da anni un terreno di caccia fertilissimo per i Gaijin, da Ex WWE/TNA a atleti ROH) e che da due plurititolati di categoria come i due potrebbe trarre cose buone e dare una nuova linfa alle loro carriere.

 

(Kotaro Suzuki)

 

E in tutto questo, la domanda che ci si pone è: l’AJPW sopravviverà?

Probabilmente, sì: nonostante addii importanti, la federazione ha sempre saputo rialzarsi, magari potrebbe tentare quell’operazione non riuscita a Mutoh con la sua WRESTLE-1: assimilare delle realtà minori ma con un roster che aumenterebbe le combinazioni e nuovi feud, oltre che portare nuovi elementi inediti, come la ZERO1 (parlando di “professionisti della sopravvivenza”), sarebbe forse la soluzione più logica, permettendo di creare volti nuovi da lanciare (penso a un ipotetico feud Akiyama-Tanaka o Idaka-Dragon, per dire); alternativa a questo?

 

Se non ci fosse invece nessuna speranza di ripresa, sarebbe forse a quel punto coraggioso fare un’operazione simili a quella che a suo tempo fece Vince con la WWE: farsi comprare dalla NJPW, compresi titoli e archivi video e permettere agli atleti validi di confluire nella stessa, magari con una storyline apposita (che forse stiamo già vedendo, ad esempio, in NOAH), una “riunione” delle due storiche sigle, una cosa magari nel segno del ricordo del leggendario fondatore del Puroresu Rikidozan.

 

Solo il tempo ce lo dirà.

Enrico Bertelli “Taigermen”