L’importanza di una figura autoritaria nel wrestling affonda radici antiche, ma assume un ruolo centrale con la nascita del character di Vince McMahon, di fatto, creata dopo il Montreal Screwjob.
Per motivi “esterni” alle storyline VKM diviene inviso al pubblico, creando la figura dell’autorità tirannica e machiavellica, e di conseguenza creando la figura a se contrapposta, ossia l’antieroe, l’uomo di tutti giorni, il lavoratore che proprio non ci sta ad essere imbrigliato o ad essere visto come un numero: Stone Cold Steve Austin, ovviamente.
Nel 2001, avendo di fatto sbaragliato la concorrenza della WCW, Vince si vede costretto a “creare” una figura autoritaria in grado di contrastare almeno in parte la propria, creando la figura del GM di RAW ed affidando questo delicato ruolo ad uno dei più grandi character della storia, Ric Flair. Da li in poi, la figura del GM diviene requisito minimo indispensabile per l’esistenza di uno show, un rifugio “comodo” per la creazione di match o per la catalizzazione di faide, un rappresentante ordinario di quelle figure autoritative (i McMahon) sempre presenti, in modo diretto o indiretto, nella vita mark della loro federazione. NXT, ovviamente, non è un brand differente dagli altri in tal senso.
Dopo poco più di un biennio equamente distribuito tra Dusty Rhodes e JBL, da quasi 4 anni il GM di NXT è un certo William Regal, interprete a mio avviso letteralmente magistrale del ruolo affidatogli. Partiamo da un presupposto molto molto semplice: Regal ha da sempre vestito il cappello nero con molta più disinvoltura rispetto a quello bianco. Un heel perfido, dotato di una personalità tanto tagliente quanto abrasiva, psicologico…in una parola: cattivo. Sino al midollo ed oltre.
In virtù di questa sua tanto evidente quanto naturale propensione verso il lato oscuro, il suo lavoro da GM babyface, da quasi un quadriennio, è da incastonare come un piccolo gioiello nella sua carriera da performer. Un’autorità “buona” ma risoluta è difficilissima da mettere giù su carta, figurarsi recitarla e viverla: essere equo ma risoluto, giusto ma non noioso è impresa assai ardua, specialmente per un performer che, come detto, ha nelle sue corde decisamente più un personaggio heel che un face. Ruolo che ha interpretato da cattivo eh, ma più di 10 anni fa.
Vincitore di una royal rumble con in palio il titolo di GM di RAW, Regal fu una figura autoritaria assolutamente perfetta, venendo ricordato ancora oggi come uno dei migliori della storia del brand rosso: fu capace addirittura di sfruttare la propria posizione di superiorità per aggiudicarsi il King of the Ring, sconfiggendo CM Punk in finale. Purtroppo, l’acquisto di alcuni steroidi effettuato qualche anno prima gli costò caro, perdendo un match “loser leaves town” contro Mr. Kennedy, che mise di fatto fine alla sua prima vita dirigenziale.
Oggi Regal non è solo la voce mark dei booker, ed il suo ruolo non è limitato a mettere in piedi match oppure organizzare tornei…Regal è molto di più. Capace di essere rispettato e temuto sia dalla componente face che heel del roster, i suoi interventi non sono assolutamente inflazionati, ma gestiti sempre con assoluta parsimonia. Certo, la durata esigua del suo show, rispetto a SD e Raw, gioca decisamente a suo favore: tuttavia in ogni puntata, che sia all’inizio dello show con un video di 30 secondi o nel mezzo della puntata con un intervento sullo stage, viene sempre messo in chiaro che NXT è uno show dettato dalla legge del vassallo di Sua Maestà la Regina, e lo spettatore non deve mai dimenticarlo.
Senza contare il ruolo centrale assunto anche nel backstage, per la sola presenza on screen Regal è un elemento da cui NXT non può assolutamente prescindere, essendo divenuto a pieno titolo parte dell’anima stabile di un prodotto in continuo cambiamento per sua fisiologica natura. Un lavoro, il suo, forse troppo poco valorizzato e leggermente sottovalutato, ma che contribuisce a rendere NXT, nonostante tutto, lo show migliore della WWE attualmente in circolazione.
…stay frosty.