Non si dica che YSMSC lascia le cose a metà. Circa un mese fa vi avevo proposto le mie “pagelle” sulla gestione dei diciotto (diciotto sì) titoli attualmente attivi in WWE. In quel blog vi ho parlato dei titoli di SmackDown, anche se eccezionalmente ho parlato del WWE Championship dato che lo scambio di brand è avvenuto ad anno praticamente concluso. Quest’oggi ci occuperemo dei titoli di Raw e settimana prossima, salvo imprevisti, concluderemo con NXT.
Universal Championship: il titolo universale sin dalla sua nascita è stato sinonimo di un unico nome, ossia quello di Brock Lesnar. The Beast è tanto amato quanto odiato dai fan e la sua gestione genera discussioni infinite sui social, basti pensare a tutto il putiferio generatosi prima e durante il Royal Rumble match. Lesnar inizia il 2019 da campione universale, ma non riesce a bissare il suo infinito precedente regno di più di 500 giorni, bensì perde il titolo a WrestleMania contro Seth Rollins, nell’opener del PPV tra l’altro, per low blow, mossa che ormai sembra l’unica arma in grado di sconfiggere la Bestia (vedasi ancora la Rumble di quest’anno). Purtroppo per Rollins, dopo un breve feud contro AJ Styles è partita la faida contro Baron Corbin, nella quale si sono successivamente aggiunte Becky Lynch e Lacey Evans. Personalmente non credo che riuscirò mai ad amare la storyline del “The Man’s man”, ma se qualcuno ci riesce tanto meglio per lui. Rollins perde il titolo contro Lesnar, che incassa il MITB, ma lo riconquista neanche due mesi dopo a SummerSlam, potendo dunque vantarsi di aver sconfitto La Bestia per ben due volte. Nel mentre Rollins vince pure i titoli di coppia di Raw, ma a quelli ci arriviamo tra poco. In molti ritengono che a Rollins sia mancata una vera e propria consacrazione da top face perciò il suo regno ha lasciato l’amaro in bocca a molti; sappiamo poi che è arrivata la faida con The Fiend, la quale ci ha regalato un finale di un PPV che credo rientri di diritto nella TOP 10 dei peggiori finali di un match di wrestling, in assoluto (e anche sul resto del match potremmo avere da ridire). Se non altro, la WWE ha deciso di andare fino in fondo con The Fiend e la sua storyline contro Daniel Bryan al momento sembra procedere bene. Sicuramente il 2019 è stato un anno problematico per lo Universal Championship, ma mentirei se dicessi che vedere Rollins sconfiggere Lesnar, o il Fiend diventare campione, non mi abbiano procurato gioie, perciò tutto sommato darei a questo titolo un voto positivo.
United States Championship: cintura che è passata di mano nove volte nel corso dell’anno. Ammetto di aver faticato un po’ a ricordarmi che cos’è successo alla cintura nel 2019, quando in realtà ci sono stati diversi momenti da ricordare: Nakamura che batte Rusev per poi perdere il titolo appena due giorni dopo per colpa di R-Truth, il quale non aveva ancora il titolo 24/7 con cui giocare, e ci regala un grande momento “WTF”; si è proseguito poi con la faida Joe-Mysterio, che subisce un arresto per ben due volte a causa di infortuni occorsi a Rey; il regno di Ricochet è propedeutico al turn heel di AJ Styles, cosa che io per prima ho molto apprezzato e infine un secondo regno di Mysterio è servito a dare finalmente un titolo secondario ad Andrade, titolo che a detta di molti ha tardato ad arrivare e che speriamo possa regalarci gioie nel 2020 (violazioni del Welness Program permettendo). Dunque, sebbene forse non sia stato un anno memorabile, il titolo US è stato protagonista di molti segmenti importanti e da questo punto di vista si smarca nettamente dal suo collega dello show blu. Più che sufficiente.
Raw Tag Team Championships: aprendo la pagina Wikipedia dei titoli di coppia dello show rosso mi aspettavo di trovare una sfilza infinita di cambi di titolo, invece scopro che ce ne sono stati addirittura due in meno rispetto al titolo US. Se SmackDown ha potuto basarsi su un paio di forti team di riferimento, a Raw questo è avvenuto solo in parte e anzi è parso che la WWE non volesse puntare fino in fondo su coppie che pure avrebbero potuto regalare molte gioie. Bobby “non ancora Robert” Roode e Chad Gable aprono il 2019 dopo la faida di dubbio gusto con gli AOP e perdono i titoli a causa dei Revival che si laureano per la prima volta campioni di Raw; il duo jobba a Curt Hawkins e Zack Ryder a WrestleMania interrompendo la streak di sconfitte di Hawkins (e ammazzando di conseguenza il personaggio, pare) ma riconquista presto le cinture; si inseriscono nella contesa gli Usos, ma a spuntarla sono Gallows&Anderson, i quali però perdono i titoli dopo appena un mese contro Braun Strowman e “Rollins 2 Belts”, sempre per quello strano algoritmo per cui ogni tot di tag team veri e propri deve spuntare una coppia presa a caso; i titoli passano presto di mano e finiscono alla coppia formata un po’ in fretta e furia di Dolph Ziggler e Robert Roode, la quale secondo me poteva dare tanto ma che è poi finita a fare da galoppino a Baron Corbin, mentre i titoli sono finalmente andati ai Viking Raiders. Che sia finalmente giunto il momento di dare spazio a questo team? Snì, indubbiamente il loro potenziale di big men è stato sfruttato, ma spesso sono stati relegati a Squash match e l’unica parvenza di faida è stata quella avuta con li OC, ai quali si è aggiunto Randy Orton così per gradire. Nonostante le molte difese titolate, anche contro ottimi tag team, il loro regno non ha entusiasmato e hanno passato mestamente le cinture a Buddy Murphy e al sempreverde Seth Rollins, che ha all’attivo qualcosa come venti regni da campione di coppia con trenta partner diversi (sì, è matematicamente impossibile, ma la sensazione è quella). Tanto caos e per ora nessun tag team che possa realmente trainare la divisione di coppia dello show rosso. In cerca di leader.
Raw Women’s Championship: la storyline dell’anno, la donna dell’anno, la face dell’anno. Il titolo femminile di Raw è stato sinonimo di Becky Lynch per tutto il 2019, nonostante fino a WrestleMania fosse saldo nelle mani di Ronda Rousey, dal momento che era chiaro a tutti che sarebbe stata Becky a strapparle la cintura; certo, forse non tutti si immaginavano che Becky potesse detenere entrambi i titoli femminili, o che la sua vittoria potesse avvenire addirittura nel main event di WrestleMania, ma tutti, o quasi, sapevano che la WWE non si sarebbe lasciata sfuggire l’occasione di sfruttare l’immensa popolarità conquistata da Becky. Archiviato il titolo di SmackDown a seguito di Money In The Bank, Becky si è preoccupata di mantenere saldo il titolo alla vita, prima contro Lacey Evans, poi contro Natalya e Sasha Banks, disputando contro quest’ultima un ottimo Hell In A Cell match; successivamente Becky non ha difeso la cintura, ma si è concentrata prima sul feud con SmackDown ed NXT in vista delle Survivor Series e poi si è momentaneamente alleata con Charlotte Flair chiudendo il 2019 nel main event di TLC contro le Kabuki Warriors. Per il 2020 molti, io per prima, si aspettavano che a vincere la Rumble fosse Shayna Baszler e che questa andasse poi a sfidare Becky per saldare i conti di Survivor Series, invece a vincere la Rumble è stata Charlotte, la quale non ha ancora rivelato chi sfiderà a WrestleMania, mentre Becky è ancora impegnata nel suo feud in singolo con Asuka. Al momento c’è dunque incertezza sui piani per Becky in vista di WrestleMania, ma il 2019, pur con qualche scivolone, è stato un ottimo anno per il titolo femminile di Raw e non è da sottovalutare come Becky sia riuscita a mantenere una costante attenzione su di sé, quando sappiamo tutti che, dal momento che l’underdog di turno vince un titolo, si passa immediatamente alla ricerca del prossimo sfavorito da tifare. Totalmente promosso.
24/7 Championship: concludiamo, come con SmackDown, con l’ultimo titolo interbrand. Non ho intenzione di parlarvi di tutti i cambi di titolo, dato che nel 2019 sono stati 83, OTTANTATRE, ma farò una breve considerazione su quello che potrebbe essere la cintura da qui in avanti. Qualche tempo fa dissi che prima di vedere una parvenza di storyline più seria avremmo dovuto attendere che R-Truth superasse il record di 27 volte campione Hardcore di Raven. Sebbene si sia ben lungi dal considerare il 24/7 qualcosa di più di un titolo comedy, c’è da dire che un leggerissimo passo in avanti sembra essere stato fatto; difatti, Truth ha iniziato una serie di cambi di titolo contro Mojo Rawley, il quale ha deciso di rendere più difficile ai suoi avversari lo strappargli la cintura prendendo come suo protetto Riddick “mi conoscono perché ho infortunato Hideo Itami” Moss, direttamente da NXT ed ex compagno del nostro Sabatino Piscitelli, noto ai più come Tino Sabbatelli (sì, meglio non farsi domande in merito). Certo, Mojo è stato malamente sconfitto da Drew McIntyre nella scorsa puntata di Raw, ma forse, dico forse, piano piano potremmo addirittura assistere ad una qualche difesa titolata o match che non consista nello schienarsi di rapina a vicenda in un parcheggio, o in un campo da football, o in una camera d’albergo, o a bordo di un aereo. Ad ogni modo, ci rivedremo a maggio per celebrare il primo anno di vita di questo titolo, e a festeggiare probabilmente il centesimo regno di R-Truth, ma la speranza è l’ultima a morire. Il tempo di ridere è finito.
Da questo recap si evince che: il titolo femminile è stato ben gestito, mentre il titolo universale alla vita di Seth Rollins ha forse regalato meno gioie del previsto, ma ha comunque raggiunto la sufficienza; i titoli tag si confermano titoli caciara anche per questo roster, mentre il titolo degli Stati Uniti se l’è passata decisamente meglio di quello intercontinentale. Manca solamente NXT all’appello, nel frattempo fatemi sapere come giudicate l’anno appena trascorso, la gestione di quale titolo giudicate migliore e quale, invece, la peggiore.
YSMSC osserva . . . e giudica.