Triple H è stato, secondo i lettori di Zona Wrestling, il miglior campione del quinquennio 2000-2004. Segue le vittorie di Edge (2005-2009) e CM Punk (2010-2015) decretate un anno fa e durante questa estate. Sempre secondo il vostro parere CM Punk è stato il miglior campione dell’ultima decade, giocandosela punto a punto con Edge. Sfide appassionate che vi hanno coinvolto anche in alcune discussioni molto interessanti.

Credo che i vincitori siano giusti, in qualche modo. Non si trattava di premiare le qualità in ring dei wrestler: Bryan è stato un grandissimo wrestler quanto uno sfortunato campione, ad esempio, e quindi lo avete dovuto scartare quasi subito. Idem il regno dei duemila di Steve Austin o l’unico di Chris Benoit. Non è sempre semplice saper distinguere le due parti, mettere da un lato il proprio tifo per andare a premiare chi magari non ci aggrada. Vi avevo chiesto sincerità e tale è arrivata, con gli esiti che sappiamo.

La storia del wrestling è stata popolata di grandi campioni e grandi wrestler. Hulk Hogan è stato un grande campione quanto Richie Steamboat un grande wrestler. I Money Inc sono stati grandi campioni quanto i fratelli Anderson grandi wrestler. Le differenze si sono sempre notate finché negli anni ’90 non divenne prerogativa saper unire le due parti, creando grandi successi quanto grandi flop. Anche perché alcune grandi personalità si sono rivelate grandiose nella rincorsa di un titolo e meno nella sua detenzione. Altre personalità hanno fatto addirittura il percorso di lato, dimostrando di non aver bisogno di un titolo per essere comunque grandi wrestler e grandi campioni assieme – Undertaker insegna. Uomini come Triple H invece hanno saputo rimanere costanti in entrambi i casi, peccando magari di qualità ma risolvendo con l’intensità.

In principio fu Bret Hart, il primo concentrato di bravura in tutti i casi: carismatico, amato da grandi e piccoli, caratteristico, campione benvoluto e apprezzato per professionalità. Un prototipo che la WWE ha ritrovato solo vent’anni dopo quando arrivò sul trono un ragazzo chiamato John Cena: amato e odiato, campione tante (troppe?) volte, moneymaker inesauribile e un continuo perfezionista, soprattutto dal momento in cui è diventato cognato di Bryan. Un modello immenso che credo possa essere difficilmente ripetuto a breve termine, starà tutto ai wrestler che verranno. Shawn Michaels cambiò strada rispetto al rivale canadese: sfrontato, insensibile, calamita d’odio e amore, codardo, irriverente, innovatore. Diverso dalla rigidità e serietà di Hart, consapevole di dover portare il wrestling su un altro piano e un altro livello. Da quella sfrontatezza trarrà insegnamento Steve Austin, prima del 1997 un worker sopraffino, bravo sul ring ma mal sfruttato – dopo divenne un personaggio a tutto tondo tradendo in buona parte la qualità delle sue azioni anche a causa di numerosi problemi fisici. Da questi due – con una spruzzata di Randy Savage – scorrono le parole e i colpi di CM Punk, fin lì solo un bravissimo atleta e catalizzatore di masse. Il suo regno venne condito da molto pathos verbale e da poche occasioni qualitative sul ring. Tra infortuni più o meno gravi, come i succitati ha saputo cambiare il momento storico che stava vivendo.

Oggi abbiamo due potenziali mix, ma con ruoli opposti. Ambrose potrebbe essere sfacciato, irriverente e irritante – a tratti lo è, lo è stato. Ma solo a tratti, tanto levato pare il freno sulle sue azioni. Per chi lo conosce e apprezza sin dai primi tempi nelle indy pare una bella pizza ma con poco condimento: ti piace, ma ti delude un po’. È un Lunatic Fringe senza Lunatic, cosa che ridimensiona le aspettative di tutti. Dal canto suo però Owens dovrà dimostrare cosa vorrà essere, se il campione forte ma codardo dei suoi regni secondari o il wrestler bruciante e ingestibile dei suoi debutti ad NXT contro Sami Zayn e nel main roster contro John Cena. Sarà importante per lui la strada da seguire, al fianco di un vecchio marpione come Triple H che potrebbe eclissarlo o anche no: la gestione di Rollins ha dimostrato quanto Levesque sia tanto importante quanto inoffensivo. Si spera però che Owens venga mostrato meno codardo di come capitò soprattutto nei primi tempi all’ex campione: sarà il feud tra questi due a tracciare il confine tra campione e grande wrestler, o a dimostrarne ancora una volta la loro assoluta mescolanza.