Ciao a tutti wrestlingiani sono il vostro Marco Eugeni e quest’oggi vi parlerĂ² della prima collaborazione tra WWE e Netflix, “The Big Show show”, e proprio oggi 10 Aprile, giorno nel quale sto scrivendo questo l’articolo, uscirĂ  il secondo lavoro fatto insieme dalle 2 compagnie, “The Main Event”. Nello specifico vi racconterĂ² di cosa parla lo show, trasmesso dal 2 aprile sulla nota piattaforma streaming, dei personaggi, analizzerĂ² la serie, chiaramente dal mio punto di vista, sviscerandone pregi e difetti in quanto serie comedy. Infine invece farĂ² sempre un’analisi personale sulla collaborazione in atto tra la WWE e Netflix e vi dirĂ² se è una serie inerente al wrestling o che ha solamente un wrestler come protagonista. Buona lettura.

La serie tv si divide in 8 episodi da circa 25 minuti l’uno, e dato che viene specificato si tratti della prima stagione, ciĂ² significa che al 99% ce ne sarĂ  anche una seconda. Il fulcro della storia è rappresentato dal fatto che The Big Show, ora “in pensione”, come dichiara lui stesso durante alcune puntate, ora deve affrontare la quotidianitĂ  di un genitore normale, mentre prima questo non avveniva, essendo sempre stato in giro per l’America con la compagnia di Stamford. Ora abita a Tampa insieme alla sua seconda moglie, Cassy, e le sue 2 figlie, Mandy e JJ, nate durante questo secondo matrimonio. A cambiare l’attuale situazione famigliare ci pensa Lola, la figlia 15enne, nata dal precedente matrimonio, che ora si trasferirĂ  dal Minnesota a Tampa, a casa loro, perchè sua madre si è dovuta trasferire a Bruxelles, in Belgio, per lavoro.

Analizzando i personaggi, Show come detto sopra si mostra come il tipico genitore che data la sua assenza negli anni passati, cerca di rimediare cercando di aiutare le 3 figlie con i loro problemi di tutti i giorni, soprattutto con Lola, della quale si è perso gran parte dell’infanzia, causando problemi e creando delle situazioni imbarazzanti tipiche delle serie comedy americane, basate sui malintesi. Cassy, la moglie, è un’agente immobiliare in carriera, che ha avuto la possibilitĂ  di farlo ora che suo marito è a casa, e che nel mentre istruisce il marito sul cosa vuol dire essere padre. JJ, la figlia minore, rappresenta un personaggio tipico all’interno di queste serie comedy, una peste di 8 anni che causa problemi per tutta la casa, definita dagli stessi genitori “genio del male”, ma che in fondo perĂ² prova grande affetto verso la propria famiglia. Mandy è una ragazza che va alle scuole medie, una femminista che prende spunto dalle piĂ¹ grandi donne della storia, come Rosa Parks, che cerca nel suo piccolo di fare sempre ciĂ² che è giusto. Infine c’è Lola, che come ogni 15enne affronta i suoi problemi adolescenziali, come la prima cotta, e che cercherĂ  di ricucire il rapporto mancato con il padre, con alcune difficoltĂ .

Riguardo i pregi e i difetti di questa serie, si presenta, come giĂ  detto, sulla falsa riga di tutte le altre sitcom americane, dove viene utilizzato un umorismo semplice, divertente, direi quasi frivolo, in senso positivo, che intrattiene lo spettatore facendolo quasi sentire parte della famiglia. Si caratterizza per le gag leggere, senza troppe pretese, anzi solo una, strappare un sorriso a chi sta dall’altra parte dello schermo. Inoltre come in tante altre serie di questo genere, a creare ancor piĂ¹ empatia verso questa famiglia ed i personaggi ci pensano gli ambienti di casa, che danno ancora piĂ¹ quel senso di unitĂ  familiare, come il tipico salotto nel quale puntualmente si riuniscono. E’ una serie quindi che si lascia guardare, che perĂ² non ha nulla in piĂ¹, e quindi finisce nel calderone delle sitcom giĂ  viste e riviste. Un grande errore dal mio punto di vista è quello di aver voluto spingere troppo sul voler far apparire The Big Show come un padre perfetto, il personaggio in questo modo è stato caratterizzato solo da un lato ed alla fine della serie non ho pensato “wow, è veramente cambiato, ora sì che è un padre modello“, perchè fin dall’inizio, dalla primissima puntata, giĂ  lo era, non completamente, ma l’evoluzione non è stata sufficiente. Nota di merito invece va data a JJ e Mandy, ma per 2 questioni molto diverse. La prima si è presentata come il personaggio piĂ¹ interessante e divertente, ogni volta che apre bocca, state sicuri farĂ  ridere, mentre la seconda perchè in lei nel corso della serie ho visto una crescita, l’unica vera crescita. Forse sono stato duro, ma alla base di certe storie dovrebbe esserci un contesto che alla fine possa creare una grande morale finale, quella del cambiamento in meglio dei personaggi, cosa che qua, secondo me, non è accaduta.

Questa serie rappresenta una collaborazione tra WWE e Netflix solo dal punto di vista dell’investimento, poichè non tratta il mondo del wrestling, vengono solo fatte alcune citazioni a questa disciplina ed appaiono solo nella penultima puntata delle vecchie glorie come Mark Henry, Mick Foley e Rikishi per un cameo di una decina di minuti, niente di piĂ¹. E’ solo una collaborazione iniziale per testare il lavoro congiunto delle 2 compagnie, invece con “The Main Event”, che tratterĂ  proprio del mondo del wrestling, si vedrĂ  il potenziale di una serie di questo tipo. La WWE è ora ad un punto di svolta, se dovesse sfondare in questo ambito sarebbe ottimo dal punto di vista degli introiti, ma potrebbe portare ad una modifica del prodotto portato in onda, segnale secondo me dato giĂ  con l’approdo su FOX di SmackDown.

FONTEzonawrestling
23enne cresciuto nella cittĂ  serafica, Assisi, vive la sua giovinezza insieme alle passioni di sempre, la Roma, l'NBA e il wrestling, al quale si avvicina verso i 6-7 anni grazie a Shawn Michaels, suo lottatore preferito insieme a Cm Punk. Reporter di NXT.