Non si può dire non sia stato sorprendente. Quando Brian Cage ha caricato Sting per la powerbomb, tutti hanno pensato sarebbe arrivato Allin a scongiurare il tutto. Invece l’ex campione WCW era da solo, e per l’Unbreakable Machine è stato un gioco da ragazzi schiantarlo a terra. Si è sollevato il “wow” dagli spalti e davanti alla tv per quella che è stata la scelta migliore presa dalla AEW negli ultimi tempi.
Si diceva che Sting non avrebbe preso bump. Non una decisione sbagliata, visti i tanti infortuni e la necessità di preservare un fisico già logoro. Senza dimenticare il brutto infortunio patito in WWE che, di fatto, ne stava mettendo a conclusione la carriera. Ma da allora qualche anno è passato, e in AEW hanno trovato la strada giusta per evitare situazioni spiacevoli. L’hanno imparata proprio con Allin. Ricordate i primi tempi? Tutti pensavano che continuando a lottare con quello stile estremo non sarebbe durato tanto.
Invece l’utilizzo di Darby è stato perfetto. Lottare una volta ogni due settimane, nel mezzo partecipare a qualche skit e non prendere necessariamente dei bump ha evitato che il suo fisico ne risentisse. Non è necessario aver sempre gli stessi wrestler a disposizione. E se li centellini, allora puoi anche permetterti di osare qualche volta. Come è successo con Sting, con la powerbomb di Cage.
E’ stato una ottima anteprima allo street fight di Revolution. Non so se sarà proposto in stile cinematografico o meno. E’ certo però che una stipulazione del genere chiederà a Sting uno sforzo fisico importante per rendere il match quantomeno meritevole di menzione. E dimostrare a 60 anni di poter dare ancora qualcosa di sensato ad una federazione, che non siano dei botch o dei match tremendi (vedi alla lettera G di Goldberg).