Un wrestler guarda fuori dalla propria finestra, vede il mondo cadere, rotolare giù come una cascata. Dietro di lui un telefono squilla decine di notifiche, dalla messaggistica di whatsapp a quella dei social. Sta crollando un po’ tutto, giustamente. Quel wrestler è David Starr e vede la propria carriera andare in frantumi.

La scorsa settimana si è scoperchiato un enorme vaso di Pandora. Si è messa in luce la fragilità di una scena che sapevamo potesse avere dei difetti, ma non così grandi. David Starr è stata la punta dell’iceberg. Come si dice? Se al serpente tagli la testa, ammazzi tutto il resto. È quello che in poche ore ha iniziato ad avvenire, visto che il fenomeno israelo-americano che ha dominato l’ultimo anno e mezzo del wrestling indy era la testa di una piramide molto ben composta.

In tutti i casi occorre essere garantisti. Non su Starr che ha ammesso il proprio carattere poco edificante nei confronti delle sue partner. Certamente su alcuni suoi colleghi che si erano spinti a stendere un velo su di lui, forse per cercare di pararsi la schiena. Invece anche Jordan Devlin è stato investito dalle accuse di percosse da parte della sua ex ragazza, con immagini che non lasciano dubbi. Ora è bene che si passi in tribunale per attestare la veridicità di quanto mostrato sui social e procedere con la giusta pena.

Le relazioni di Mikey Whiplash, El Ligero e Travis Banks si sono trasformate in atteggiamenti manipolatori volti a fare terra bruciata attorno alle proprie allieve. Dave Lagana e Joe Coffey ne vengono fuori come dei viscidi. Il caso di Jimmy Havoc è singolare ma abbastanza conosciuto: i casi di ubriachezza molesta e di autolesionismo sono piuttosto noti nell’ambiente europeo, e anche gli americani hanno scoperto questa indole quando – ubriaco – ha tentato di provocare Excalibur per tentare di “ammazzarlo”.

Sicuramente altre storie usciranno fuori. Lo SpeaksOut è un MeToo del wrestling che rischia di trascinare un po’ tutti nel burrone e dare una ripulita al panorama del wrestling. Nessuno però si aspettava che dietro l’eldorado mostrato per anni dalla scena britannica potessero esserci così tante storie di abusi, sessuali e psicologici.