Carissimi amici dell’Indy City, oggi parlerò di alcune cose nuove rispetto al solito come il debutto di una nuova compagnia inglese a trazione giapponese e di un wrestler che sotto traccia si sta facendo spazio in maniera notevole nelle card di tante compagnie di alto livello in America, e di cui sentiremo parlare ulteriormente bene in futuro.

FRONTLINE WRESTLING
Debutto al fulmicotone per la nuova realtà britannica nata da una idea di Will Ospreay. Un primo show andato sold out in poco tempo e che ha rispettato in pieno le alte aspettative createsi intorno. “Build me an Empire” ha visto la presentazione di una serie di atleti che si contenderanno i punti cardine della compagnia per una presumibile “Young Lion” in versione UK. Poi ha lasciato spazio ad altro: ad esempio Mark Haskins e Rob Lynch hanno vinto i propri match di qualificazione alla finale di incoronazione del primo Frontline Puro Champion, con Haskins che ha colpito a tradimento con una sedia il suo avversario. Nel main event Chris Ridgeway ha vissuto una sconfitta bruciante contro Kenoh, Toni Storm si è confermata “troppo” per Bea Preastley mentre i riuniti CCK (Chris Brookes, Kid Lykos & Travis Banks) hanno avuto meglio degli Aussie Open (Mark Davis & Kyle Fletcher) e di Adam Brooks.

RING OF HONOR (ROH)
Chi è il “migliore al mondo” uscito da “Best In The World” della Ring Of Honor? Sicuramente e a sorpresa Dalton Castle, dato infortunato a tal punto da aver quasi costretto la federazione a rendere vacante il titolo. Eppure nel main event di uno degli eventi più importanti dell’anno lo sgargiante campione è riuscito ad avere la meglio dall’attacco di Cody e Marty Scurll in un match veramente faticoso. Non è il migliore Hangman Page che è da anni che aspetta la consacrazione in singolo ma non è questa la volta, visto che Punishment Martinez ha confermato il regno da campione Tv in quindici minuti di intenso Street Fight. Dolori per Flip Gordon contro un Bully Ray ingestibile, Austin Aries invece ha saputo mettere al tappeto l’ex pupillo e alleato Kenny King, bene invece i Briscoes e i The Kingdom nel mantenere i loro allori. Jay Lethal invece ha avuto la meglio di Kushida: potrebbe valergli una title shot al titolo massimo?

ROH Women Of Honor Champion: Sumie Sakai
ROH World Champion: Dalton Castle
ROH World Six Man Tag Team Champions: The Kingdom (Matt Taven, TK O’Ryan & Vinny Marseglia)
ROH World Tag Team Champions: The Briscoes (Jay Briscoe & Mark Briscoe)
ROH World Television Champion: Punishment Martinez

REVOLUTION PRO WRESTLING (RPW)
Due serate molto interessanti quelle fornite dalla britannica Revolution Pro, in collaborazione con la NJPW. È così che i tifosi di Milton Keynes e Manchester hanno potuto ammirare alcuni dei migliori atleti del mondo in due serate “Strong Style”. Nella pratica sono stati due eventi giapponesi con qualche ospite: gli Aussie Open hanno fatto ulteriore pratica con Ishimori e Takahashi a rappresentare il Bullet Club, Walter ha superato Nagata e Chris Brookes non ha potuto far nulla contro Yoshi-Yashi. Nel main event il Suzuki-gun (Minoru Suzuki & Zack Sabre Jr.) hanno confermato i titoli di coppia Rev Pro contro i CHAOS (Kazuchika Okada & Tomohiro Ishii). Che per Ishii non fosse il weekend giusto lo si è capito il dì successivo quando Suzuki gli ha sfilato pure il titolo Undisputed British della Rev Pro in un match lungo e intenso. Da segnalare l’affermazione di Walter ai danni di Takahashi, David Starr vincente su El Phantasmo, Thunder Liger e Ishimori, mentre Sabre ha sconfitto Okada, chiudendo così una bella settimana per i Suzuki Gun.

RevPro Undisputed British Cruiserweight Champion: David Starr
RevPro Undisputed British Heavyweight Champion: Minoru Suzuki
RevPro Undisputed British Tag Team Champions: Suzuki-gun (Minoru Suzuki & Zack Sabre Jr.)
RevPro Undisputed British Women’s Champion: Jamie Hayter

COMBAT ZONE WRESTLING (CZW)
Evento un po’ sotto tono per la non eccezionale presenza di pubblico per la CZW ma almeno lo show non ne ha risentito. “Dark City” ha dato il primo sussulto con la vittoria di Jimmy Yuta in un Four Way che ha proseguito la storyline in atto tra gli ex team partner John Silver e Alex Reynolds: l’interferenza del primo sul secondo ha permesso al giovane virgulto CZW di ottenere una nuova vittoria di prestigio e lanciarsi all’attacco del titolo Wired. Divertente spot fest per Rich Swann che ha ceduto il passo al giovane Jordan Oliver, Bad Bones ha portato Josh Briggs al limite senza però strappargli una affermazione, conferma titolata invece per i The Rep. Mantiene il titolo anche MJF contro Joe Gacy ma c’è l’intervento a suo favore di Anthony Gangone, annuncio un po’ shock di Matt Tremont invece: lotterà un ultimo match (con Dan O’Hare, chiaramente un Death Match), a seguire lascerà il wrestling per una lunga pausa.

CZW Medal Of Valor Champion: Kit Osbourne
CZW Tag Team Champions: The REP (Dave McCall & Nate Carter)
CZW Wired Champion: Zachary Wentz
CZW World Heavyweight Champion: Maxwell Jacob Friedman

** Indy Focus **

LA ROH NON È COOL?

Secondo Kevin Sullivan, ex booker e wrestler WCW, la Ring of Honor non è cool. O meglio, non attira il pubblico per le reali possibilità possedute. Una dichiarazione che ha fatto e farà ancora discutere, soprattutto perché va a toccare una compagnia che generalmente rimane inattaccabile, passata attraverso momenti buoni e meno buoni, ma sempre in grado di rimanere la top indy americana rispetto alle velleità delle concorrenti.

La Ring Of Honor è cool ma non abbastanza. Sullivan da un lato non ha tutti i torti, poiché per tanto tempo siamo stati in grado di dire che se la compagnia di Phila avesse osato di più, forse oggi sarebbe ad un livello ancora più alto. Non ha un mercato facile, anzi molto affollato e molto meno fedele rispetto al passato. Ma ha capito che per rientrare nelle spese, puntare sulla propria linea standard è una assicurazione per la vita, per poter dire ancora qualcosa negli anni a venire. È come una formazione di media classifica, come un Torino o una Sampdoria che potrebbe fare e dire, ma alla fine lascia il lavoro a metà. I tifosi si scaldano, sognano, ma l’Europa rimane comunque un miraggio. Non aiuta la ROH nemmeno la collaborazione con la NJPW, visto che viene schiacciata dal peso imponente e indiscutibile della partner giapponese. Ma va bene così, i conti tornano, le persone seguono, e non importa riunire più delle 1000-1500 persone di media ad evento perché quelle sono già abbastanza per stare buoni.

Avrebbe bisogno di osare, come in Europa hanno fatto la Progress Wrestling e la Insane (ICW), coronando i propri passi dopo quasi vent’anni di vita. Però è abbastanza ridicolo paragonare uno show come ALL IN alla Ring Of Honor, segno come Sullivan avesse detto una scemenza abbastanza grossa. Perché? Perché si tratta di uno spettacolo “all in”, ovvero di un evento irripetibile che avverrà il 1 settembre 2018 e poi chissà, magari non più. Ci saranno molti atleti ROH e NJPW, ma anche presi dal mazzo delle indy: Joey Janela, MJF, Pentagon Jr, Fenix, Nick Aldis, Madison Rayne, Tessa Blanchard, Deonna Purrazzo, Britt Baker, Penelope Ford e gli arbitri Paul Turner, Rick Knox, Todd Sinclair, Earl Hebner, e Jerry Lynn. Previste le partecipazioni straordinarie di Rey Misterio, Eric Bischoff, CM Punk e Jeff Jarrett.

Seriamente la ROH potrebbe osare così tanto per uno show? No, chiaramente no. Due i motivi: a) economicamente una promotion ragiona in base alle conseguenze economiche che avrebbe uno spettacolo del genere sui successivi. Se dovesse non rispecchiare le attese, avrebbe una influenza negativa sul resto dell’anno e dei progetti; b) sarebbe insensato per una compagnia rispondere ad una provocazione e buttarsi a capofitto, pancia a terra, per renderla reale. Inoltre non aggiungerebbe nulla alle proprie storyline e rimarrebbe una soluzione che la gente pretenderebbe rivedere. In questo caso, così come pensato da Cody e dagli Young Bucks, non è necessario ripetersi. Anzi, sarebbe meglio non ripetersi, in modo che rimanga una cosa bellissima ed eccezionale.