La CZW è rimasta negli anni nei cuori di molti fan, soprattutto di quelli legati al wrestling Hardcore.
Nata nel 1998 (tre anni prima della fine della ECW) dalle menti di Blade, TCK, Lobo, Zandig, Gage e Pain, alla scomparsa della ECW molti fan dell’hardcore videro in quella creatura, nei suoi match estremi e nei suoi tornei (dal BOTB al TOD) e in PPV come il Cage Of Death, la naturale erede della creatura di Heyman e soci.
Poi gli attriti fra Zandig e DJ Hyde, portarono nel 2009 l’addio alla CZW del primo e l’assunzione del controllo della federazione del secondo.
I primi anni furono ottimi, la CZW diversificò il prodotto, favorì una generazione di Jr. Heavyweight che avrebbe invaso negli successivi le altre fed, tag team che divennero iconici nel panorama Indies USA.
Poi arrivarono una cattiva gestione economica, Hyde che voleva il totale controllo, atleti che non si sentivano più rappresentati a dovere dalla federazione e infine l’incidente che segnò la fine della CZW: L’Invasion della GCW
a COD 19 nel 2017 (ne parlammo QUI).Da lì una lunga parabola discendente, il tentativo di rilanciarsi con il Dojo, fino alla Pandemia che, di fatto, pose una pietra tombale, con tutti i titoli che finirono in naftalina nel 2021.
Poi, fra la fine del 2022 e l’inizio del 2023, Hyde si rimbocca le maniche e inizia a gettare le basi per una nuova rinascita.
In realtà fra il 2019 e il 2021 la CZW aveva tenuto eventi, ma tutti molto sottotraccia e quasi tutti con elementi del Dojo, ma è nell’ultimo periodo che è tornato alla ribalta.
Prima riassegnando i Titoli Tag Team, attualmente nelle mani dei CDM (Boom Harden & Desean Pratt), che li hanno vinti in un Ladder Match contro altri tre team di nuovi talenti a Marzo di quest’anno; poi riassegnando il World HW Title durante l’edizione 2023 del BOTB.
A vincerlo, battendo in finale, Fred Yehi, è Rich Swann, che conquista la cintura per la prima volta in carriera.
A piccoli passi, sembra la CZW sia tornata, per rimanere e tornare ad essere una delle federazioni di punta del panorama Indies.
Enrico Bertelli “Taigermen”