C’è stato un tempo, più o meno dieci anni fa, in cui era tutto pronto per il passaggio di consegne. Con un Shane McMahon ritornato a casa ma con poche mansioni, una Stephanie messa in ufficio ad attivarsi su questioni economiche, Triple H era pronto per il salto definitivo per diventare il nuovo Chairman della WWE. Utilizzando anche un metodo un po’ “paraculo”: ovvero stare nell’ombra, lasciar fare a Vince McMahon, intervenire per sedare le dispute e prendersi tutti gli onori. Senza dimenticare il lancio definitivo di NXT, il suo gioiello.

Oggi la situazione è diversa. Oggi Vince McMahon, sul viale degli 80 anni, ha deciso che se ci sarà da appendere le decisioni al chiodo, allora sarà meglio che il successore sia qualcuno che lavori sulla sua stessa lunghezza d’onda. Qualcuno che capisca la filosofia economica della federazione, tutto ciò che ha animato il suo percorso dal 1980 ad oggi. Che è inutile essere progressisti per catturare l’interesse di quattro scappati di casa, qui servono larghe vedute, business concreti, in grado di generare milioni di dollari. Quel qualcuno è diventato Nick Khan, l’uomo che sta mettendo mano sui recenti tagli al personale.

Con questa mossa, Vince McMahon ha bloccato definitivamente la scalata di Triple H, mettendone in risalto tutti i difetti. Oggi l’ex campione del mondo è sottodimensionato, con in mano un progetto che non vale nulla. E forse, plauso dei fan a parte, non è mai valso nulla. Perché per quasi un decennio, NXT è stato un brand in continua perdita. Show settimanali elementari, eventi a pagamento di alto livello, ma alla fine è mancato il salto di qualità. Non poteva essere altrimenti: era ed è uno show indy con il cappello della WWE. Più di questo non può fare e deve ringraziare l’àncora di salvataggio di USA Network che negli ultimi anni ha dato un senso economico al progetto.

Nel giro di un mese e mezzo, Vince McMahon ha mostrato a Triple H che se c’è un capo, quello è lui. Gli unici che possono decidere fanno parte della sua ristretta cerchia. In cui non ci sono né Paul e né i figli. Così si assiste ad un taglio netto di tutti i talenti presi dalla WWE negli ultimi tempi e ad un utilizzo volutamente impensabile di altri (vedi Karrion Kross). Un po’ come se gli avesse sbattuto in faccia quell’inutile rincorsa a prendere totalmente a caso talenti che sarebbero potuti rimanere nelle indy o a Impact.

Le ultime notizie ci dicono che NXT tornerà alle origini. Cambierà logo, cambierà atleti da presentare. Basta vanilla midget, dentro quelli grandi e grossi, magari non tanto talentuosi ma almeno capaci di bucare lo schermo. Tornerà dunque un settore di sviluppo senza grandi pretese. E via via Triple H conterà sempre meno, e magari verranno tagliati NXT UK e 205 Live in nome dei “budget cuts”. Non sarebbe male, alla fine. Tanto il proposito è stato ottenuto a suo tempo: rendere moribondo il panorama indy di tutto il mondo.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.