KOFI KINGSTON

La Royal Rumble è il suo habitat e come di consueto ecco che puntualmente arriva il salvataggio in extremis di Kofi. Non proprio spettacolare come nelle edizioni passate ma è il giusto premio per l’originalità. Davvero curioso il modo in cui è rimasto appeso al sostegno per poi rientrare nel match. Se c’è la rissa reale, Kingston è una garanzia.

 

PERFECT 10!

L’occasione era da cogliere al volo, il numero 10 era destinato a terminare nelle mani di Dillinger e per la nostra gioia così è stato. Sicuramente l’entrata con il maggior hype. Sul ring una discreta performance ma come inizio non si poteva chiedere poi più di tanto. Il pubblico inneggiava “TEN” durante il countdown e il suo ingresso rimarrà scolpito nelle nostre menti negli anni a venire.

 

JAMES ELLSWORTH, ENZO AMORE e JACK GALLAGHER

Tre uomini per un posto solo. Posizione interamente dedicata per coloro che hanno tentato di ripetere le gesta dell’unico e inimitabile Santino Marella.
Cosa dire di Ellsworth? Dopo la propaganda messa in atto nei giorni antecedenti al ppv, di certo James non poteva saltare il grande appuntamento e sebbene sia stato immediatamente eliminato, la sua partecipazione merita senza ombra di dubbio una menzione all’interno della TOP 10. Prima la presa per il culo da parte di Ambrose e poi la devastante eliminazione ricadendo dolorosamente al suolo. Più che un atterraggio, lo definirei uno schianto!
Sorte leggermente diversa per Enzo che è stato brutalmente aggredito da Lesnar, un azione del tutto in linea con il character di Amore. E infine l’inglese Gallagher, unico cruiserweight a prendere parte alla Royal Rumble che ci ha dilettato con il suo inconfondibile stile, che ci ha fatto fare due risate e che ci ha piacevolmente intrattenuto anche grazie al suo nuovo migliore amico ombrello. Grazie di esistere!

 

61 MINUTE MAN

Chris Jericho è stato come al solito in assoluto il mattatore della serata. Nonostante sia effettivamente durato 61 minuti, gran parte del tempo lo ha trascorso al di fuori del ring o al tappeto. Una performance priva di manovre esaltanti, tutto vero, eppure Y2J ha ugualmente fatto strike, brillando come in pochi sono capaci. L’attuale character faceva presagire a ciò che abbiamo realmente assistito durante l’incontro e l’essere arrivati fino alla fine del Royal Rumble Match ha fatto si che l’idea di vederlo trionfare, per poi andare 1vs1 con il suo best friend Kevin Owens a Wrestlemania, continuasse a crescere di minuto in minuto. Un sogno che non si è avverato ma che ha dato un impronta ben distinta.

 

THE NEW DAY vs CESARO & SHEAMUS

Una sfida nella sfida quella vissuta tra i due tag team di Raw, dove entrambi hanno lavorato guardando le spalle al proprio alleato. Ma se per il New Day c’è stata una totale collaborazione, per Cesaro & Sheamus c’è stato un ritorno alle origini, un riproporsi delle vecchie ruggini che è tornato in auge dopo la sconfitta del match titolato nella stessa serata. Una scelta impeccabile da punto di vista della storyline. Da evidenziare il doppio braccio teso degli ex tag team champion ai danni del trio dopo che Big E aveva in extremis salvato Kofi and Xavier.

 

LUKE HARPER vs BRAY WYATT

La puntata di Smackdown antecedente al ppv, ci aveva lasciato con un punto interrogativo e si attendeva la Rumble per avere delle risposte che sono piacevolmente arrivate. L’ingresso di Randy nella famiglia Wyatt non è mai stata tutta rose e fiori, l’astio tra The Viper e Luke va avanti da settimane e vederli uno contro l’altro è stato del tutto normale, l’esatto opposto dell’attacco al proprio leader da parte di Harper. Una mossa sorprendente dato il legame tra i due e il trascorso. Una vera e propria lotta in famiglia con Randy nei panni del nuovo braccio destro di Bray con un Luke furioso e riluttante tanto da attaccare il proprio mentore.

GOLDBERG vs LESNAR vs THE UNDERTAKER

Ci si poteva immaginare un duello alla pari con qualcuno che magari ne approfittasse eliminando le tre icone e invece…Spear e Brock che termina al di la della terza corda. Se il match-lampo di Survivor Series aveva colpito in positivo per come Goldberg si fosse liberato della bestia nel giro di un battito di ciglia, alla Royal Rumble a stupire è stato il bis di quanto avvenuto mesi fa. Ulteriore impatto positivo lo scontro inedito tra Da Man e The Phenom con la Spear di Goldberg risultata inefficace dato il risveglio di Taker e l’eliminazione su Goldberg. Lo scontro tra titani era una delle prime attrazioni della Royal Rumble specie dopo l’assaggino che la WWE ci ha gentilmente offerto a Raw. Un immagine che non dimenticheremo mai e che con quasi assoluta certezza non accadrà più. Once in a lifetime.

 

BRAUN STROWMAN

Il gigante non ha eguagliato il record delle 12 eliminazioni di Roman Reigns, ma ha ugualmente vissuto la RR 2017 come protagonista principale. Avrebbe avuto un maggiore impatto se fosse giunto alla fase finale ma l’eliminazione arrivata dopo un attacco di massa equivale ad un bel pollicione in su. Ragguardevole le eliminazioni ai danni di tre big man come Big Show, Mark Henry e Big Cass, senza dimenticarsi l’eleganza nel liberarsi di due pesi leggeri come Kalisto ed Ellsworth.
Interessante anche il ritrovarsi faccia a faccia con Sami Zayn. Una volta entrato sul ring, il match ha avuto uno scossone passando dalla 1a alla 4a marcia in un istante.

 

ROMAN REIGNS vs TUTTI


Il “tutti” è voluto e d’altronde è quello che le nostre orecchie hanno potuto udire. Reigns è sempre oggetto di discussione specie se parliamo di RR. Nel 2014 la disperazione per l’eliminazione a causa di Batista, nel 2015 la protesta per il trionfo, nel 2016 la felicità per la sconfitta e la conseguente perdita del titolo del mondo, ed oggi la doppia sensazione. La protesta per come trentesimo ed ultimo uomo, la protesta elevata alla potenza per aver eliminato The Undertaker, e la gioia con tanto di lacrime per l’eliminazione subita da Randy Orton. Reigns è una miniera d’oro, che sia nel bene o nel male fa sempre parlare di se. Che lo si ami o lo si odi, Reigns catalizza l’attenzione di ogni singolo individuo. Aspetti tutt’altro che negativi. Ancora una volta è stato uno dei protagonisti principali, che lo vogliate o meno.

 

LA VITTORIA DI RANDY ORTON


Probabilmente l’edizione appena trascorsa è da individuare come una delle meno pronosticabili. Solitamente nei giorni che precedono la Rumble leggiamo nomi, percentuali e probabilità, ed invece questa volta a regnare era l’incertezza. Individuare 2/3 nomi era alquanto complicato e di certo tra questi non configurava quello di Orton. Sorprendere diventa un impresa sempre più ardua ma quello che è stato tirato fuori dal cilindro si tratta proprio di un bel coniglio. Tra le tante nuove leve che lottano duramente all’interno della giungla, il ritorno al trono e l’ascesa della vipera era altamente improbabile, specialmente tenendo conto degli infortuni che hanno tenuto Orton lontano dal ring. Ma come un fulmine a ciel sereno, il ritorno del Legend Killer, nella veste del nuovo braccio destro di Bray Wyatt in questa nuova avventura con uno spirito del tutto differente. Ridare nuova linfa ad una delle colonne del nuovo millennio non era affatto semplice ma con il lavoro svolto nell’ultimo periodo e con la vittoria della Royal Rumble, nessun ostacolo sembra insormontabile.