Dopo i primi due capitoli dedicati al meglio della gestione Scott D’Amore durante la sua presidenza nella TNA/IMPACT Wrestling, eccoci di fronte al terzo atto per parlare di quello che fu a tutti gli effetti il miglior evento della compagnia nell’anno 2020.

Siamo in piena pandemia mondiale, uno scoppio inatteso che ha sconvolto ogni aspetto di questo business.
Una circostanza pericolosa, preoccupante e tanto tanto allarmante nel corso dei mesi… in attesa di un vaccino l’intera umanità è impaziente e bloccata all’interno delle proprie dimore con tutte le problematiche ad esse concerni.
Allo stesso tempo il COVID-19 ci ha dimostrato quali federazioni sono state capaci di potersi “permettere” di andare avanti e continuare a produrre materiale televisivo ed eventi in PPV. Assieme alla World Wrestling Entertainment e alla AEW vi è anche la Total NonStop Action Wrestling, mentre altre realtà come NWA e ROH (prossima alla chiusura) sono sempre più tagliate fuori.

La criticità mondiale portò al tempo stesso ulteriori circostanze di dubbio gusto in casa WWE con uno dei giorni più neri della sua storia attraverso una lunga, ma davvero lunga, lista di licenziamenti.
Ed è proprio con questo frangente che la federazione canadese spinse per mischiare le proprie carte, incrementare il proprio roster e quindi creare l’hype necessario in vista del suo evento a pagamento celebrativo, Slammiversary.
Insomma, un male per la WWE, ma un indubbio rafforzamento per le competitor – si fa per dire – come TNA e AEW.

Ebbene, Slammiversary 2020 è uno di quegli show in cui dal momento in cui ne inizi la visione sei certo di goderti spettacolo e piacevoli sorprese.

I Motor City Machine Guns effettueranno la loro reunion sconfiggendo i Rascalz, Moose vinse su Tommy Dreamer difendendo lo storico titolo TNA da lui riesumato, i The North toccheranno il record di Tag Team più longevo nella storia della TNA, Deonna Purrazzo vincerà il titolo Knockouts alla prima occasione utile e infine il main event utile a decretare il nuovo campione del mondo perché Tessa Blanchard, prima donna capace di vincere un titolo massimo di una federazione major – una scelta criticabile all’interno di una storia perfetta contro Sami Callihan durata per tutta la seconda metà del 2019 – decise di non presenziare agli show della compagnia durante le problematiche sopra elencate, quindi fu portata al licenziamento e alla conseguente resa vacante della cintura.
Il debutto di Heath (Slater ndr), il ritorno dell’infortunato Rich Swann – sul quale verrà costruita tutta una bellissima storia di redenzione fino a Bound For Glory – quello di Eric Young e addirittura EC3 grazie al quale verrà forgiata la figura del Moose che conosciamo oggi.

Slammiversary 2020 fu davvero pieno di emozioni nonostante uno spettacolo senza pubblico, senza effetti sonori, senza nulla che potesse rendere ancora più accattivante il tutto.
In ogni caso, questo show rappresentò un nuovo inizio per la compagnia che non si arrese a “l’ovvio” dimostrando ancora una volta quanto una storia scritta bene in tutta la sua profondità, può trainare un intero prodotto.

A fine anno la collaborazione con la AEW porterà sugli schermi di IMPACT anche Kenny Omega, ma questo è un altro passo da chiarire la prossima settimana quando vi parlerò del miglior evento sotto la gestione Scott D’Amore del 2021.

Qualora vogliate restare connessi con il sottoscritto, potete recuperare il podcast Pro Wrestling Culture nella schermata Spotify sottostante.