L’arrivo in All Elite Wrestling non era stato particolarmente fortunato. Tirare per le lunghe un personaggio che sì aveva avuto successo ad Impact ma che era visto come “vecchio” già in WWE, aveva poco senso. Peraltro senza pubblico, senza sostegno, senza la possibilità di sfruttarne appieno le soluzioni magiche poteva fare poca strada. E così è stato.
La ruota ha cominciato a girare dopo la brutta caduta subìta nel match con Sammy Guevara. Come se tutti avessero compreso che quello poteva essere il punto di svolta verso un wrestling diverso, sia sul lato fisico che intrattenitivo. Ancora una volta, allora, Matt Hardy ha saputo reinventarsi. Lo ha fatto iniziando una collaborazione con i Private Party che pareva non portare a nulla. Anzi, dopo qualche settimana la loro vicinanza era persino venuta meno.
Tra fine 2020 e inizio 2021 la svolta. Cambiano i Party: Matt fa capire loro che il mondo è di chi sa approfittare del contesto. Non dei buoni, ma dei cinici. Così partono le partecipazioni ad Impact, la possibilità di competere per i titoli della categoria di coppia, la capacità di imparare da uno che nella vita ha vissuto tante vite, tanti personaggi, riuscendo sempre a galleggiare mentre altri cadevano a picco.
Oggi Matt Hardy non è più bollito. Ma anzi torna ad essere utile in molteplici ruoli: manipolatore con Adam Page, in quella che è una coerenza narrativa nello stint di Hangman; manager con i Private Party, per permetter loro di conquistare – prima o poi – i titoli di coppia; autorità di riferimento per gli Hybrid 2, che tanto avrebbero bisogno di una persona che indichi loro la strada per farsi largo nel roster; avversario di lusso sempre con Page ma anche col Dark Order, che così può continuare a cementare il proprio turn face.
Fino al match di Revolution, che può avere molti risvolti. Difficile ma non impossibile che Page perda. Matt “Big Money” Hardy sarà comunque molto legato a lui fino a Double Or Nothing – in un modo o nell’altro.