Siamo troppo legati alla storia delle persone. Pensiamo che siccome hanno sbagliato una o più volte, allora continueranno per tutta la vita a sbagliare. Jeff Hardy ne ha passate tante. Incidenti, guida in stato d’ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti. Continui andirivieni dalla riabilitazione, una continua ricerca di colmare un vuoto, un disagio la cui profondità è sconosciuta ai più.

E poi c’è Victory Road 2011. Ricordi? Si presentò completamente fatto sul ring per la difesa del titolo TNA contro Sting. Ci fu una ridicola pantomima con Bischoff protagonista e poi la chiusura con la Scorpion Death Drop. Sarebbe bastato quel fatto a chiudere definitivamente la sua carriera. Invece è andato avanti, ha avuto altre chances, altre cadute, altre risalite, altri modi per far parlare di sé.

Con questo bagaglio di esperienza, è risultato incomprensibile il suo gesto durante un WWE house show di due mesi fa. È letteralmente scappato via tra il pubblico nel bel mezzo di un trios match. Cosa vai a pensare davanti ad un gesto del genere? Che è ubriaco, fatto, fuori di testa. Il passato parla per lui, perché cercare altre risposte? È così facile!

Invece Jeff non era né ubriaco e né fatto. Tutti gli esami e i test a cui si è sottoposto hanno avuto esito NEGATIVO. Voglio scriverlo in grande perché è facile sparare sulla croce rossa, un po’ meno darle credito. Soprattutto se la WWE fa trapelare di aver chiesto al wrestler di andare in riabilitazione e lui si è rifiutato. Così è passato il messaggio: non solo si droga, non solo va fuori di testa, ma vuole morire della sua stessa follia.

Cosa può pensare un uomo – prima che wrestler – di un atteggiamento così? Che si va a sommare a tanti altri atteggiamenti poco consoni, alle pressioni dell’ambiente che nel frattempo hanno coinvolto anche altre personalità, come ad esempio Toni Storm. Jeff ha pensato durante quello show che si può essere professionisti quanti si vuole, ma anche che alla lunga si vorrebbe maggiore riconoscenza per il lavoro svolto. Dunque fare una serie di show dove sei sempre quello che le prende, dove non c’è considerazione in te, qualche domanda la fa sorgere.

Certo, Hardy non ha scelto il modo meno eclatante per esprimere il suo malcontento. È strana, come cosa. Ma capisco perché poi abbia tentato in tutti i modi di rendere chiaro il motivo per cui il rapporto con la WWE si chiude qui. Niente Hall Of Fame (proposto a casissimo, al momento), niente Wrestlemania, niente rinnovo di contratto.

Qualcuno gli deve delle scuse. Ma scuse vere, non di facciata.

La WWE è sembrata come quel marito che dimenticare un periodo la moglie e quando questa lo sta per lasciare, cerca di rimediare con un mazzo di rose rosse, una cena fuori, un weekend stimolante. Un atteggiamento che non risolve nulla, i problemi infatti riemergono sempre a galla. Per questo ritengo sia giusto che ora le loro strade si dividano. Un giorno, se vorranno, si riprenderanno.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.