La cosa che più mi piace della WWE di questi anni è che riesce sempre a sorprendermi. Quando percorre una strada che tutti noi immaginiamo dove possa portare, in prossimità del traguardo, cambia improvvisamente direzione, lasciandomi basito, ma soprattutto contento. Adesso che era già disegnato nelle stelle che Cody Rhodes dovesse affrontare Roman Reigns e strappargli le cinture una volta per tutte, la federazione si inventa le due notti di Draft, dividendo le strade dei due, lasciando Roman a Smackdown e mandando Cody a Raw.

Questa scelta può essere guidata da mero “cerchiobottismo”, cioè lasciare il titolo a Roman e farne vincere uno anche a Cody, opzione disapprovata dalla maggior parte del WWE Universe. Oppure può essere un diversivo, aggirato appena sarà possibile al fine di far incrociare nuovamente le strade dei due lottatori. Comunque sia, adesso è troppo presto per tirare le somme. Com’è ancora troppo presto per immaginare il prossimo ostacolo del Tribal Chief, perché solo Lunedì a Raw il Draft sarà definitivamente completato. Bisogna ancora capire dove andranno i vari Riddle, Sami, Jey Uso e Co.

Comunque, anche se siamo solo a metà del percorso, la WWE è riuscita nell’intento: il Draft ha scosso le fondamenta della compagnia. È figlio del Draft anche questo nuovo titolo mondiale, dal design bello e di chiara ispirazione alla Big Gold Belt, che sarà assegnato a Night of Champions e sarà appannaggio solo del Roster di Raw. Un Draft che ha il compito quindi di separare chiaramente i due Roster, anche se è arrivato un po’ in anticipo. A Backlash, infatti, ci saranno alcuni incontri tra lottatori che ora appartengono a show diversi. Quindi si suppone, e si spera, che dal giorno dopo la distinzione netta sarà ufficializzata. Se così non dovesse essere, e per semplice comodità la WWE decidesse di far affrontare lottatori di Roster differenti di tanto in tanto, allora il Draft non avrebbe avuto alcun senso. Come, infondo, non lo ha mai avuto negli scorsi anni. Insomma, si spera che questa “scossa” alle fondamenta sia sincera, e non si riveli l’ennesima trovata pubblicitaria.

Infine (mi si conceda un piccolo excursus) menzione particolare merita LA Knight. Un atleta che ha sempre guadagnato “sul campo” il rispetto che gli viene tributato. Abile e capace al microfono, la presentazione del suo personaggio come leader degli MMM’s fu vista come una vera bocciatura. Tanto che la WWE, avvedutasi dell’errore, ci riprovò lanciandolo come singolo. Da allora, LA Knight, ha sempre goduto di un supporto “silenzioso” da parte del pubblico che, negli ultimi tempi, va sempre di più prendendo corpo. Negli ultimi due match il pubblico si è schierato apertamente con il lottatore, a discapito anche di “face” conclamati. Spero vivamente in un suo turn, perché è uno dei rarissimi casi in cui a chiederlo è proprio il pubblico. E quando il pubblico chiede, la WWE deve essere pronta a dare.