Cari lettori, sono reduce, come credo molti di voi, dalla visione di Double or Nothing, primo show della AEW e che, per chi non lo avesse visto, non vi spoilererò in questa sede, quindi leggete sereni.
Fatta questa doverosa rassicurazione e in disparte le considerazioni intorno a detto show (che riservo ad altri e in altre sedi), mi permetto di discutere con voi di un elemento che trovo assai interessante.

Orbene, guardando l’evento e leggendo la card si intuisce subito di come questa neonata federazione sia, di fatto, dominata dai pesi leggeri.

La maggior parte dei componenti della Casinò Battle Royal sono pesi leggeri, così come i protagonisti dei match di coppia; lo stesso main event, Omega vs Jericho, ha messo in scena uno scontro (ben) lontano dalle classiche sfide da pesi massimi.

Da che cosa sia stata determinata questa scelta è presto detto: da una parte, i pesi leggeri sono in grado di garantire uno stile di wrestling più moderno, fatto di velocità e spot ad alto rischio; dall’altra, il bacino delle indie, da cui chiaramente si deve approvvigionare la AEW, è colmo di pesi leggeri, che spesso non riescono ad emergere, per quanto talentuosi siano, proprio per un fattore meramente fisico.

Credo anche, a parziale integrazione dei suddetti fattori, che ci sia, da parte del quartetto che guida la federazione, una voglia di distinguersi il più possibile dal prodotto made WWE. La AEW, a mio avviso, sta cercando di scavarsi e di entrare in quella nicchia che è già stata della prima TNA di Styles, Daniels e Joe e, per tre fantastiche stagioni, di Lucha Underground.

Si ha la volontà di portare un prodotto diverso, maggiormente qualitativo e con personaggi nuovi e diversi da quanto si possa vedere a Raw o a Smackdown.
Questo percorso passa, anche, dai pesi leggeri.

Siamo ben consci, infatti, della circostanza che, almeno nel main roster, i cruiserweight non vengano valorizzati quanto meriterebbero. E non mi riferisco unicamente ai membri del roster di 205 Live, ma anche ai vari Ricochet, Almas, Ali e Balor, troppo spesso oscurati da lottatori che nulla hanno in più di loro se non una fisicità superiore (vedi: Corbin).

Credo che dietro la scelta della AEW ci sia, altresì, la volontà di lanciare un messaggio ai membri del roster rivale. Di dire, insomma, a coloro i quali dovessero essere stufi della politica opprimente del main roster che in AEW possono trovare una dimora assai comoda e in cui sfogare il proprio talento.

Ora, risulta all’evidenza come, nel caso in cui la AEW dovesse riuscire ad ottenere il successo che merita, la WWE non possa semplicemente stare a guardare, dovendo correre ai ripari.
Una strada, dunque, potrà essere quella di innalzare la qualità degli incontri e dare più spazio a quegli stessi pesi leggeri che la federazione rivale così tanto valorizza, con un attenzione maggiore (finanche) per i membri di 205 Live o, soluzione più credibile, per gli ex membri di NxT.
Restiamo in attesa di futuri sviluppi e, come sempre, viva la concorrenza!

Claudio