Guardando uno dei miei due show preferiti, ossia Lucha Underground, mi sono soffermato su quanto Ivelisse sia diventata una babyface davvero badass, impegnata principalmente in incontri contro persone di sesso opposto, complice anche il suo passato come Trios Champion. Proprio cosi´: persone di sesso opposto che si affrontano su un ring di wrestling, simulando uno scontro violento tra un uomo ed una donna.

 

Ero molto indeciso sull’affrontare o meno questa tematica con un editoriale, saro´sincero. Ogni volta che scrivo, cerco sempre di mantenere un equilibrio analitico quanto piu´neutrale possibile, pur rendendo sempre evidente quelle che sono le mie idee ed opinioni: con questo tema, scivoloso e bollente allo stesso tempo, è pressoché impossibile non essere come un equilibrista che cammina su un filo sottile e poco resistente. Tuttavia credo che si possa intavolare un discorso interessante.

L’indirizzo dato da Lucha Underground è stato chiaro sin dalle primissime puntate della prima stagione, con la faida tra Sexy Star e Chavo Guerrero, con tanto di sediate in pieno cranio per la malcapitata lottatrice. Pian pianino, grazie anche alla dimensione assunta dallo show dove assolutamente tutto è possibile, le interazioni violente tra uomini e donne sono divenute quasi scontate, anzi, vedere in particolare Taya ed Ivelisse cimentarsi in incontri anche di una discreta fattura è divenuto uno dei tanti motivi di interesse dello show. Tuttavia.

Tuttavia è vero che LU è una storia a se dove tutto è possibile, ma è anche vero che vedere un uomo colpire una donna con un big boot o con dei violenti stomp è sempre un’immagine parzialmente disturbante per molti. Diciamo che entrambi i punti di vista (pro e contro questa tipologia di match) sono piuttosto accettabili, anche e soprattutto alla luce di come vengono proposte le donne nel corso dello show: forti, decise, tecnicamente valide, coraggiose talvolta letali. Lo scontro tra uomo e donna non è mai dipinto come iniquo o impari, né tantomeno come una costrizione per la controparte femminile: i match sono quasi sempre equilibrati, grossa parte dell’offensiva è affidata al gentil (!) sesso ed i risultati sono dei piu´disparati e diversi, dunque la cosa è gestita in modo piuttosto maturo rispetto al passato.

Giá, il glorioso passato dei match intergender durante la dorata era Attitude. Tra l’inizio degli anni ’90 ed i primi anni 2000, questa tipologia di match (spesso trattata con cattivo gusto ed anche una certa misoginia sottesa) ha assunto una popolaritá piuttosto importante. Qualche cenno per rinfrescare la memoria non credo ci stia male.

Nel 1999, Madusa (giá coinvolta qualche anno prima in un match contro un suo collega) vince il Titolo Cruiserweight WCW contro Evan Karagias, con tanto di storyline semi lesbo con una Nitro Girl chiamata Spice, che diventerá la sua valletta. In pieno stile WCW dell’epoca, la Campionessa abdicherá in modo discutibile contro uno dei personaggi piu´offensivi della storia del wrestling, Oklaoma (parodia WCW di Jim Ross), deciso a ridare lustro alla cintura dimostrando che gli uomini sono meglio delle donne. “Una poesia

” direbbe qualcuno.

Stesso lasso di tempo, ed in ECW Jazz è impegnata in una lunga faida contro Simon Diamond. Contestualizzando il suo utilizzo all’epoca, Jazz fu trattata tutto sommato con un certo rispetto: il suo avversario era chiaramente offensivo e misogino, tuttavia la sua reazione orgogliosa e fiera non mise assolutamente in cattiva luce né lei né la ECW. Lo stesso anno, un’altra lottatrice si affaccio´al lato maschile del pro wrestling, con discreti risultati.

La gestione di Chyna durante l’era attitude è stata piuttosto altalenante, mettiamola cosí. Innanzitutto, partecipa come prima donna alla Royal Rumble eliminando il povero Mark Henry, oltre ad essere la prima donna a vincere un Titolo Maggiore (quello Intercontinentale): celebri in tal senso i suoi match contro Jarrett, la cui gimmick era essenzialmente quella di un maschilista ignorante, e quelli con Jericho. In particolare, riguardatevi il match di No Mercy (https://www.youtube.com/watch?v=sAlhLU7XmUU) , essenzialmente un hardcore match con il coinvolgimento di attrezzi da cucina e similari. Anche qui, na poesia!

Proseguendo negli anni 2000 vale la pena di ricordare Daffney come Campionessa Cruiser in WCW, Jaqueline come Campionessa Cruiser in WWE, Lita contro Dean Malenko (oltre ad essere coinvolta in altri match come parte del Team Xtreme) ed ancora in due Tag Team Match assieme a Trish Stratus contro Christian e Chris Jericho. Un’altra perla fu Nidia contro Jamie Noble, con quest’ultimo bendato e con una mano dietro la schiena. Na poesia, che ve lo dico a fare.

In epoca recente, la TNA ha proposto vari match intergender (quasi tutti con Jesse Godders), il miglior wrestler attualmente in circolazione, Kenny Omega, ha combattuto contro una bimba di 9 anni ed in teoria anche a Wrestlemania XXV la figura di Santina potrebbe essere inserita come tassello mancante di questo complesso mosaico. Anche in WWE, la presenza di una figura maschile cosi´poco minacciosa come James Ellsworth ha aperto nuovamente, in piena epoca PG, a match contro Becky Lynch ed Asuka, dove pero´l’offensiva del Chinless è stata ridotta veramente all’osso, non offrendo nessuna visuale politicamente scorretta: piu´che a veri e propri match, abbiamo assistito a sketch comedy bell to bell.

Lucha Undergrund, come detto, ha portato l’asticella piuttosto in alto, con  donne Campionesse Trios ed addirittura Vincitrici dell’alloro massimo. La seconda scelta discutibilissima a mio modesto avviso, sia per la persona scelta che per le modalitá di conquista della Cintura. La domanda è: vi è spazio nel 2018 per questa tipologia di match? Il mercato deve proporre questa offerta in base ad una chiara domanda dei fan?

La risposta probabilmente, è no. Anzi, non proprio. Ma se LU, la WWE o la TNA devono necessariamente intraprendere questa strada, che lo facessero nel modo opportuno…ed ad onor del vero lo stanno giá facendo. La tanto celebrata Era Attitude forniva una visione delle donne pienamente in linea con gli anni ’90: fluo, sensuale, sessista, fintamente non misogina, irridente, ammiccante. Nel 2018 le cose devono essere gestite in modo differente: le motivazioni che possono portare ad uno scontro intergender devono prescindere dallo status femminile di una delle parti coinvolte. Che sia per orgoglio, per un Titolo, per una faida tra fazioni, senza mai trascendere in quella melma squallida che è proprio li, dietro l’angolo.

La linea nella sabbia è stata tracciata, rendendo chiara la distinzione tra cio´che è concesso e cio´che è francamente inammissibile. Mai come questa volta, sono veramente ansioso di sentire la vostra in merito.

…stay frosty!