Argomento leggero oggi: la categoria tag team di Smackdown, che in fase di draft era stata indicata come il brutto e disgraziato anatroccolo rispetto alla splendente categoria di Raw e, invece, per merito e con idee che stanno funzionando è diventato un asset importante e positivo per lo show del martedì notte.
Ovvio che non si tratta di un must-see, ma viste le premesse e i nomi che sulla carta avevano uno starpower molto basso non c’è che da essere sorpresi in positivo per i risultati già da adesso ottenuti. Anche gli stessi American Alpha che godono e godevano del sostegno dei fan, visto l’eccellente stint a NXT, per il grande pubblico (quello generalista che pensa che Rey Mysterio e Kalisto sia lo stesso lottatore) erano dei perfetti sconosciuti. Senza strafare, premiando chi nei mesi passati ha svolto bene il proprio lavoro e retrocedendo chi invece ha fatto il contrario.
Bocciati Ascension e Vaudevillains che per varie ragioni non sono riusciti ad adattarsi al grande pubblico del main roster, con i primi in affanno da subito e i secondi che pagano il comportamento assurdo di Simon Gotch con la famosa rissa nel backstage. Usciti immediatamente dal torneo, ma che, in ogni caso, torneranno utili negli show televisivi per fare presenza.
Discorso lievemente diverso per i Breezango che occupano quel ruoli di tag team comedy che piace tanto ai quadri dirigenziali e che torna comodissimo negli show secondari, senza troppe pretese e attese. I due funzionano così e già adesso stanno interpretando il ruolo assegnato senza particolari note di demerito; non è dal numero di vittorie e sconfitte che si giudica un wrestler, figurarsi in questo caso dove il passivo è la norma.
Venendo alle quattro coppie semifinaliste: se hai a disposizione nomi di interesse medio basso, la scelta di impostare i due brackets che portano due nomi in finale, con uno per i favoriti sulla carta e l’altro con gli underdog è la scelta più intelligente possibile.
Quando sto scrivendo non è ancora andata in onda la puntata di Smackdown Live e non conosco i finalisti, ma il discorso non cambia. I ruoli sono fatti e chiunque esca vincitore tra gli American Alpha e gli Usos andrà a interpretare il ruolo di favorito della vigilia.
E per come si sono messe le cose, un po’ per caso, un po’ perché alla fine la storyline di Slater è riuscita a coincidere con le necessità dello show e il gradimento del pubblico, non è così scontato come poteva essere all’inizio la vittoria del titolo degli esperti Usos o dei lanciatissimi A.A.
Qui un plauso ai writer che sono riusciti a rendere il tutto “funzionante”; perché se portare in finale gli Usos o gli Alpha era semplice e quasi pigro, riuscire a farci tifare un “operaio” della WWE come Slater e un semi-ritirato Rhyno è qualcosa di assolutamente pregevole. Soprattutto in un periodo morto come la fine estate che è sempre poco interessante e con storyline inesistenti.
Il Draft fino a questo momento ci ha dimostrato, oltre che essere fisiologicamente un fattore positivo, aprendo occasioni a molti lottatori, anche quello di avere creato opportunità creative impossibili da praticare nel mono roster. E magari in questo torneo potrebbe scapparci anche una ulteriore sorpresa in finale…