Uno dei tanti mantra ripetuti ossessivamente dai fan di wrestling ai danni della AEW è sempre stato quello che non facessero mosse da major. Cosa vuol dire? Per una larga parte di appassionati, la compagnia di Tony Khan ha messo su un roster di indy darlings, più o meno bravi, più o meno scarsi, con poca attinenza con le elevature che vorrebbe raggiungere. Se vuole essere una grande federazione nel futuro, non può affidarsi a Darby Allin o Sammy Guevara o Kip Sabian. Deve trovare dei wrestler che la gente riconosca.

Jericho, Moxley e Cody sono il presente, i ciceroni verso il 2021. Omega è l’evergreen, MJF e Hangman Page il futuro assicurato. Ma gli americani vanno pazzi per quelli grandi e grossi. La WWE insegna: più sono fisicati, più sono alti, e più attireranno il pubblico. Perché? Perché sono quelli che danno la maggiore sensazione di wrestling, di credibilità dei colpi, di rabbia e ardore. Tra un Mark Henry e un Darby Allin chi vi sembrerà più convincente? Ecco, appunto.

In quest’ultimo periodo anche la AEW ha fatto una mossa da major. In precedenza aveva dato luce a Jake Hager e Wardlow, che sono abbastanza grandi e grossi e cattivi da poter essere credibili e odiosi al pubblico. Poi le qualità in-ring non sono eccelse, loro lo sanno ed è per questo che li stanno utilizzando come le ostriche in un piatto stellato: poco, centellinati, il tanto necessario. Ma serve anche qualcuno che sappia lottare sul serio, oltre che sia alto e grosso. Decisamente Lance Archer è la mossa da major che fa bene all’ambiente Elite.

Non solo. Lance Archer in America è praticamente un mezzo sconosciuto. Non molti si ricorderanno di lui quando si chiamava Lance Hoyt in TNA e faceva il rocker scemo con Jimmy Rave, e sono relativamente pochi quello che conoscono per il suo stint in NJPW. Ecco che affidarlo a Jake Roberts, che è un nome conosciutissimo, un ottimo talker e un catturatore di attenzioni, si rivela la combinazione perfetta. Il ragazzo ha l’abbigliamento giusto, è alto, è grosso, sa lottare, sa interagire. Farà l’heel e molti già sognano un rematch con Jon Moxley dopo quanto visto di recente in Giappone.

Non sono tanti gli atleti uniformati a questo modello. Si è passati dai big men ai lightheavyweight nel giro di vent’anni, dunque non stupisca il successo passato di CM Punk o quello presente di Seth Rollins o Jon Moxley. Gli heavyweight, quelli veri, sono quasi in via d’estinzione. Ma quando ce n’è qualcuno in giro, va preso subito, all’istante. Buon colpo dunque per la All Elite, con la speranza che lo sappiano trattare bene.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.