Insomma, improvvisamente, vi siete scoperti tutti Paladini dei Diritti delle Donne.

E’ bastato che trapelassero le condizioni poste dalle autorità Saudite per The Greatest Royal Rumble (che ricordiamo pagavano di tasca loro, per fare lo Show che volevano loro), per dichiarare il vostro “sdegno” per l’arretratezza di quei governi e quelle culture.

Niente Match femminili, niente vestiti provocanti, niente spot con le atlete o le donne (per un segmento con le atlete durante la pubblicità, le autorità saudite e la WWE si sono “scusate”), nessuna atleta femminile fisicamente presente allo Show, più una problematica che era sorta per la questione “preghiera” poi risolta.

Apriti cielo.

Masse di persone che hanno lanciato ogni possibile tipo di invettiva contro il governo saudita, gli arabi e la loro cultura, perché “non rispettano la cultura occidentale e il wrestling femminile”.

Ora… seriamente?

Solo perché finalmente la WWE sta investendo seriamente nel wrestling femminile, è diventata la paladina dei diritti delle donne?

E poi, vogliamo proprio prendere il WRESTLING come “faro” dei diritti femminili da esportare nel mondo?

Ma vogliamo rifare un salto nel tempo e rivedere, tipo cos’era la donna e il wrestling femminile in WWE, che so, venti anni fa?

Lotte nel fango, Bikini Contest, segmenti con ogni sorta di amplesso… questo vuol dire “rispettare i diritti delle donne”?

Vince erotomane e fedifrago verso la moglie? Segmenti al limite del disgusto come Triple H che “stupra” il cadavere di Katie Vick? Mae Young che si accoppia con Mark Henry? Edge e Lita che si dimenano in un letto seminudi a centro ring?

Tutti i segmenti più o meno desnudi di Total Divas ce li siamo scordati? O le copertine di Playboy e relativi servizi Hot delle Divas?

Per non parlare di quanti di voi sono andati a cercarsi i filmati Hard più o meno ufficiali o le foto più o meno rubate su Internet delle lottatrici, ultime su tutte, quelle di Paige?

E guardando fuori WWE, non scordiamoci di molti segmenti Hot in varie Indies, federazioni “erotiche” come la Naked Woman Wrestling League, solo per citarne alcune di queste casistiche.

E anche altrove, vogliamo non ricordarci i servizi in Lingerie e Soft-erotici di KANA/Asuka e colleghe in Stardom, per dirne una?

Ora sia chiaro: che sui diritti civili, Arabia Saudita e altri Paesi del Medio Oriente devono farne, ma si dovrebbe essere onesti e vedere anche che piccoli passi, laggiù li stanno facendo, anche se molto più lentamente della nostra cultura.

In Arabia Saudita, ad esempio, il nuovo reggente ha aperto il voto alle donne, consentito loro di guidare da sole, ha autorizzato il primo concerto Pop della storia della Nazione; in Qatar, la WWE ha tenuto lo scorso anno il primo Match femminile della sua storia e la QPW, federazione locale di Wrestling, già ha avuto show con Match femminili (e molti Ex-WWE e TNA); Idem sta accadendo inKUwait e addirittura in Pakistan (chiedete al nostro Fabio Ferrari/Red Devil che ha lottato lì).

La strada è lunga, ma anche solo organizzare uno Show simile può essere un domani un’apripista per un cambiamento anche piccolo: quest’anno hanno negato, ma forse al prossimo Tour o megashow, la WWE potrebbe riuscire a fare anche in Arabia Saudita il suo primo Match femminile, chissà.

Quello che vi si chiede è di valutare obbiettivamente una situazione e non fare della facile “ipocrisia” su quanto siamo più emancipati e “rispettosi” noi delle donne e dei loro diritti: il nostro Paese detiene un “primato” per niente onorevole di donne uccise dai loro Partner ed è di ieri la notizia che dei nostri “civili” connazionali sono stati arrestati per stupro di gruppo a una turista inglese, vantandosene pure in chat private.

Giudichiamo The Greatest Royal Rumble per quello che è stato: uno dei più grossi Live Event della WWE in Medio Oriente, nient’altro di più, nient’altro di meno.

 

Enrico Bertelli “Taigermen”