Gli infortuni in WWE hanno portato a deragliamenti consistenti del treno con destinazione Wrestlemania 32. Quali sono stati, in generale, gli effetti di questi scossoni sul roster e sulla Federazione in toto? Più ignorante di una tifoseria organizzata, ecco a voi l’editoriale odierno!

John Cena, Seth Rollins, Randy Orton, Daniel Bryan e Cesaro. Soprattutto per i primi quattro, anzi per i primi tre vista l’entità e la durata dell’infortunio subito da DB, ci sarebbero stati di certo grossi piani in vista di Wrestlemania. Orton è sempre e comunque spendibile in faide 1 vs 1 di buon spessore nella Wrestlemania Season, per John Cena si parlava di un match con Undertaker (in cui sarebbe stato così booato da far impallidire Balotelli al Meazza) e per Seth Rollins ci sarebbe di certo stato l’atteso turn face ed il match con Triple H, suo mentore nell’Authority ma suo potenziale rivale sullo stage più importante dell’anno, visti i semi gettati nel corso dei mesi antecedenti all’infortunio proprio dell’ex Campione.

I piani dunque sono stati scombussolati, i tasselli reinseriti come nel “gioco del 15” (sapete cos’è? Ditemi di si altrimenti mi sentirò molto vecchio) e le pedine spostate in modo da limitare i danni. I piani per Taker sono ancora incerti ma, di sicuro, sarà qualcosa di rilevante visto e considerato che WM si terrà proprio nel courtyard del becchino…dovessi ipotizzare qualcosa paventerei un tag team match con Lesnar contro la Wyatt Family, un match contro Ambrose oppure un uno contro uno contro Sheamus accompagnato dalla LON (la meno gradita delle tre, ovviamente).

Reigns dal canto suo è subentrato a pieno titolo nell’incontro destinato all’ex fratello dello Shield Seth Rollins, ed a WM finirà con il collidere con il 46enne HHH, top heel della federazione che, nonostante la probabile presenza di The Rock a corroborare lo status da babyface di RR, verrà sicuramente acclamato come un liberatore. Ma le conseguenze di questo cambiamento repentino non sono di certo finite qui.

Ciò che è avvenuto alla Rumble ha dell’incredibile. Vedere AJ Styles calcare un ring che gli sembrava precluso per diritto di nascita, ha dell’incredibile. Vedere Syles che mantiene la sua finisher, il suo look, la sua identità nel main roster WWE ha dell’incredibile. Quello che è capitato a Styles ha una connotazione storica quasi senza precedenti, ciò che la potenza e la forza del suo brand gli ha permesso di poter ottenere è qualcosa di assolutamente unico nel suo genere. Styles ha potuto raccogliere tutti questi meritati frutti a 38 anni suonati per un unico, essenziale motivo: per la seconda volta (almeno in tempi recenti), la WWE ha avuto bisogno di un performer più di quanto il performer avesse bisogno della WWE. L’altra volta a cui mi riferisco riguarda Lesnar, ed ho detto tutto.

Styles è riuscito dove altri prima di lui hanno fallito, nonostante il fatto che lui fosse probabilmente la persona con meno requisiti in assoluto. La WWE e la TNA non sono in competizione e probabilmente non lo saranno mai, tuttavia per la federazione di Stamford nominare o far riferimento alla sua lontana sorella è qualcosa di assolutamente tabù. D’altro canto nessuno è sinonimo di TNA più di AJ Styles, e la WWE proprio per questo non ha mai voluto accaparrarsi i servigi di questo fenomenale (pardon) lottatore anche quando la situazione sembrava poterlo consentire. Il brand di AJ Styles, paradossalmente, è però divenuto di caratura mondiale solo una volta lasciata la TNA: il suo approdo in NJPW ed in ROH lo ha consacrato in modo definitivo come il free agent di maggior prestigio in circolazione, nonostante la gestione barbina avvenuta nel corso degli ultimi anni di carriera trascorsi in TNA e nonostante l’età non più verdissima.

Alla luce della condizione di forza in cui Styles si è trovato per suo merito, ed alla luce della situazione di bisogno in cui la WWE si è trovata per sua fortuna, il suo approdo è stato possibile rendendo reale il sogno di molti che, come me, hanno sempre visto in lui la stella extra WWE più brillante mai generata dal 2000 in poi. Non è un caso, infatti, che nel segmento di Miz Tv di lunedì (Miz resta decisamente sottoutilizzato, ma è in grado di rendersi un heel discretamente over non vincendo un match e non disputando match in PPV da secoli) Styles sia stato affiancato alla figura di Daniel Bryan, proprio per riprendere la storyline dell’underdog amato dalle masse che deve vincere contro la sua stazza, il “sistema” ed il destino avverso.

Altra causa di questi numerosi infortuni di rilievo è una riemersione globale dal budello più profondo dell’undercard: i Social Outcast, Titus O’Neill, Goldust & R-Truth (simpatici assieme) sono alcuni esempi del raschiamento dal fondo del roster che sta avvenendo nell’ultimo periodo, al fine di riempire in modo abbastanza diversificato i vari spazi lasciati purtroppo vuoti dalle tante assenze forzate. Triste vedere che, in questo contesto, un performer come Breeze sia stato chiamato nel main roster solo per essere usato come jobber per midcarder.

Detto questo sono curioso di sentire la vostra: senza questa sfortunata serie di infortuni, il numero 3 della Rumble sarebbe stato un Adam Rose qualunque?

Danilo