Bound For Glory è un ppv che sarebbe dovuto nascere nel 2003. La TNA aveva iniziato ad ingranare, l’ingresso in società della Panda Energy aveva permesso il ripianamento dei debiti e l’arrivo di diverse ex star ECW, WCW e WWF. Il roster pullulava di tanti bei talenti, il pubblico si stava appassionando a poco a poco alle storyline ed era giunto il momento di fare il passo successivo.

Il passo successivo era un ppv chiamato Bound For Glory da disputarsi in novembre con la partecipazione straordinaria di Hulk Hogan. L’Immortale avrebbe dovuto sfidare Jeff Jarrett per il titolo NWA, e “Double J” era volato sin in Giappone per attaccare il suo avversario e preparare il terreno al match. Poi Hogan si dovette operare alle ginocchia e saltò tutto. Il “salto verso la gloria” della TNA dovette subire una decisa battuta d’arresto, facendo implodere il progetto che – da lì in poi – tenterà in tanti modi di spiccare il volo ma finirà quasi sempre col muso spiaccicato a terra.

Oggi riproduco i cinque momenti che mi legano (e spero leghino molti di voi) al ricordo di questo evento che domenica andrà in scena per la quattordicesima volta nella sua storia, la seconda sotto il nome Impact Wrestling.

1) Bound For Glory 2011

La TNA aveva già imbroccato una brutta strada. La gestione Hogan-Bischoff era estremamente ridicola, con campioni sbagliati, ppv lasciati al vento, programmi settimanali poco appassionanti. Certo c’erano gli ascolti, non altissimi, ma c’erano. Bastava? No, chiaramente. Però è indubbio che questo evento rappresenti un unicum di quella annata soprattutto perché dopo quasi quindici anni Hogan e Sting si sarebbero ritrovati l’uno contro l’altro in un incontro pieno di pathos. I tifosi italiani non furono molto benevoli: lo ritennero un match tra due attempati signori che giocavano a ricordare i tempi andati, però senza ritmo. La cosa che non capirono fu tutta la preparazione e tutta la psicologia utilizzata sul ring. I due sapevano benissimo che non potevano competere con gli AJ Styles, i Bobby Roode, i Samoa Joe. Così aguzzarono lo storytelling e crearono un piccolo must che ancora oggi fornisce la pelle d’oca, con un post match perfetto per garantire la vittoria dei buoni contro i cattivi. Come una volta.

2) Bound For Glory 2005

Che la TNA non sia mai stata molto fortunata coi momenti topici della sua storia, lo si vede anche nella prima vera edizione del ppv. Tutto è pronto per Jeff Jarrett vs Kevin Nash. Big Sexy è divenuto a modo suo uno dei nomi portanti della compagnia, e in seguito continuerà ad avere una incidenza molto molto presente. Sfiga vuole che Nash si infortuni esattamente due giorni prima il ppv: sta giocando col figlio quando sente pulsare più del dovuto il cuore e deve correre in ospedale per accertamenti. Il responso è la richiesta di assoluto riposo perché davanti ad un principio d’infarto non è il caso di rischiare. Nash vede così sfumare sia un regno da campione mondiale e sia un feud suggestivo con Raven. Al posto del match viene improvvisato un Gauntlet, il cui vincitore avrebbe poi combattuto contro Jarrett per il titolo. Rhino quella notte vive qualcosa di speciale: prima vince con merito un durissimo Monster’s Ball contro Abyss, Sabu e Jeff Hardy; poi trionfa nel Gauntlet Match eliminando Abyss dalla terza corda; dunque riesce a superare Jarrett e il suo gruppo (comprendente Chris Harris, James Storm e Gail Kim) guadagnando il suo primo titolo mondiale NWA. Nel post match ci vorrà il debutto del Team 3D a salvarlo dalla furia degli heel e permettergli di festeggiare assieme al pubblico.

3) Bound For Glory 2017

La rinascita intelligente si chiama Impact Wrestling. Perché intelligente? Perché il nuovo corso capisce che il wrestling è cambiato, che è inutile rincorrere la WWE col proposito di conquistarne una fetta di pubblico. Bisogna cambiare strategia. Ecco allora il passaggio in Canada, meno costi e maggiore robustezza organizzativa, un roster adeguato ed uno spettacolo finalmente funzionale. Sancisce anche la collaborazione con la AAA e la NOAH, che permette l’utilizzo di diversi atleti di ottimo lignaggio. Cosa si ricorda in special modo? Gail Kim vince l’ultimo titolo Knockouts della sua carriera a dieci anni dal primo, e dopo di che lascia definitivamente il wrestling lottato per occuparsi della divisione femminile della compagnia. Poi lo street fight tra gli oVe e i nuovi LAX, antesignano del violentissimo Barbed Wire Massacre Match che andrà in onda qualche settimana dopo durante Impact. In generale la sensazione di una ruota che torna a girare, di una nuova consapevolezza dopo tanto buio.

4) Bound For Glory 2007

A mio avviso la miglior edizione di Bound For Glory della storia, tale da meritarsi quell’anno il voto di 9/10 dal sottoscritto nella review. Mai vista un evento così compatto, atteso, ben scritto e ben lottato. I match furono tutti carichi a mille e tante le indicazioni storiche: la reunion dei Triple X (Low-Ki, Elix Skipper), Consequenced Creed (noto ora come Xavier Woods in WWE) sostituto di Adam Pacman nel match per i titoli di coppia, gli Steiners vs il Team 3D in un Tables match, Gail Kim prima campionessa Knockouts eliminando per ultima Roxxi Leveaux, Samoa Joe e Christian Cage autori di un match straordinario, Abyss re del Monster’s Ball e un main event da leccarsi i baffi tra Kurt Angle e Sting. Insomma, un ricordo straordinario che ancora oggi rimane vivo.

5) Bound For Glory 2014

Non si possono ricordare solo le cose belle. Questo fu uno dei tanti momenti in cui la compagnia si è messa a novanta gradi pur di farsi degli amici. The Great Muta aveva lanciato la WRESTLE-1 un anno prima col proposito di sbancare il mercato giapponese. L’obiettivo era quello di diventare ben presto un competitor della NJPW ma sin da subito l’accoglienza fu abbastanza tiepida. Incurante di ciò il team di consiglieri di Dixie Carter la convinse a produrre il ppv in terra nipponica con la collaborazione di Muta e della sua compagnia. Il risultato? Un big event fatto in una atmosfera da indy, con tempistiche da programma televisivo. Un peccato poiché la WRESTLE-1 mise in campo gente come Minoru Tanaka, Ryota Hama, Kaz Hayashi, Tajiri, Yusuke Kodama e lo stesso Muta. Però la gestione del tutto fu di una sufficienza tale da provocare irritazione e il successivo crollo mediatico, con fuga immediata di tutti i grandi nomi della storia TNA.

E voi? Quale Bound For Glory ricordate con più (o meno) piacere e perché? Raccontate la vostra esperienza!

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.