L’Open Challenge valida per l’US Title continua ad imperversare a Raw, essendo diventata non ufficialmente un veicolo osmotico tra NXT ed il Main Roster. Più dimenticato di Cristian Arrieta, ecco a voi l’editoriale odierno!
Qualche settimana fa ho avuto già modo di scrivere di questa open challenge. Senza dubbio alcuno, Cena in questa sua posizione nel midcarding sa tanto di una guest star che fa un cameo in un b-movie, oppure di Kevin Kostner ed Antonio Banderas ridotti a fare da sponsor a prodotti Italiani: il suo starpower prescinde la posizione occupata all’interno della card e chiunque si accosti a lui, volente o nolente, finisce con l’acquisire maggiore importanza. L’ultima volta che il Titolo US è stato così importante, forse, è stato proprio un decennio fa quando lo stesso Cena introdusse la tamarrissima spinner belt, ed il merito di questa rinascita va dato, in toto, alla volontà di Cena non solo di “liberare” (momentaneamente) la zona main event a beneficio dell’ei fu Shield, ma anche di raccogliere una Cintura che sino a poco tempo prima valeva davvero poco.
Cena ha sempre dimostrato in modo microfonico di voler essere d’aiuto alle nuove generazioni, proprio come alcuni wrestler furono di aiuto per lui. Non mi sorprenderebbe sapere, infatti, se l’idea dell’open challenge fosse stata partorita interamente da John, nel tentativo di far rivivere ai nuovi e promettenti wrestler ciò che provò lui quando si trovò faccia a faccia con Kurt Angle nel match che vide i due come protagonisti. Il canovaccio, a pensarci bene, è decisamente lo stesso: Cena che raccoglie heat garantendo molta offensiva all’avversario, qualche powermove dallo stesso John, un paio di falsi finali e conclusione perentoria con AA o STFU, dopo un match valentemente combattuto. Format semplice, ripetuto, ma innegabilmente efficace e ben accolto soprattutto dagli spettatori presenti live.
Neville ha raccolto, per dirne una, molto più dal match con Cena rispetto a quello del suo esordio contro Rollins, abbastanza dimenticabile nonostante lo spessore inring di entrambi i wrestler. Lo stesso Zayn, sfortunato nel suo infortunio, (e fesso al pari di Orton che si ruppe le mani dando pugni al mat prima dell’RKO) ne è uscito decisamente in modo positivo, un po’ per l’enorme sforzo profuso nonostante la spalla ed un po’ per l’accoglienza memorabile del “suo” pubblico. Anche la mancata accettazione da parte di Kevin Owens, con lo sdegno mostrato verso una cintura non considerata ed addirittura calpestata, è stato un ottimo utilizzo della challenge. O meglio, il mancato utilizzo della sfida è stato assolutamente strumentale per delineare in modo chiaro il character di KO: differente sia nel look che nell’attitudine, strafottente, violento, scorretto, celebrale nel suo approccio. Owens non è e non dovrà mai essere presentato come il “novellino”, e HHH lo ha ben capito consegnandogli le chiavi del suo personalissimo regno ad NXT dopo soli due mesi: nonostante sia amatissimo dai più, Owens funziona come HEEL perché vorrebbe sempre tutto e subito…e sino ad ora è riuscito nel suo intento.
La sfida con Cena ha un non so che di simbolico, ed il fatto che non sia valida per il Titolo US mi fa pensare che effettivamente potrebbe spuntarla proprio l’ex ROH. Cena è il prototipo fisico del wrestler nordamericano da major, del perfetto soldato che Vince ha sempre desiderato: leale, costante, perennemente over (nel bene e nel male), worker discreto ma ottimo al microfono, “faticatore”, aggressivo solo se il caso lo richiede, abbastanza noto al punto da essere riconoscibile nel mainstream senza che lo stesso possa risucchiarlo. Kevin Owens è l’esatta antitesi di Cena: fisicamente sovrappeso a dispetto dell’essere un worker eccelso, indy sia nel look che nell’attire, scorretto, violento, sadico e costantemente sopra le righe. Per certi versi, Owens potrebbe davvero raccogliere e prendere per mano quella fetta di pubblico lasciata per strada con la dipartita di CM Punk, in quanto capace di emanare quelle vibrazioni “differenti” in grado di toccare le corde del cuore di quella frangia maschile tra i 16 ed i 34 anni che ha fatto la fortuna della federazione nella attitude era: proprio per questo “clash of styles” sono decisamente ansioso di vedere il loro incontro all’Elimination Chamber, proprio per vedere chi sarà a spuntarla alla fine.
NXT dicevamo. La mancanza di coerenza nella gestione dei personaggi vissuta con Bo Dallas, Adam Rose, Xavier Woods e soprattutto con Emma sembra essersi decisamente ridimensionata con l’esordio di Neville e con quelli momentanei di Zayn ed Owens. Nonostante il fatto che lo show preferito dalla Juve Stabia sia la cosa più calda ed over del wrestling business al momento, è pur sempre un territorio di sviluppo e non un brand alternativo e come tale i talenti al suo interno, gradualmente, dovrebbero far capolino in quel di Raw e SD. Beh, mentre su molti sono abbastanza sicuro, su altri ho più di una remora.
Owens e Zayn aspettano solamente l’ufficialità per un doveroso passaggio, e sul loro successo ho pochi dubbi visto che dovrebbero seguire le orme di Punk e Bryan, potenzialmente simili sotto certi punti di vista. Balor ed Itami sono prodotti che andranno gestiti in modo assolutamente oculato vista la particolarità del loro stile e vista soprattutto la loro stazza decisamente non mastodontica, mentre il momento in cui Charlotte e Banks esordiranno nel main roster (anche se la prima ha già fatto capolino perdendo contro Nattie inspiegabilmente) costituirà un enorme spreco di talento, dunque mi auguro che il tutto avvenga il più tardi possibile. Breeze è un altro di quelli che sarebbe potenzialmente pronto già da un pezzo, ma la sua gimmick purtroppo lo condanna ad un futuro di tag team a main event oppure in tag con Rose e Fandango contro Rowan ed Harper.
Concludendo, il motivo di interesse maggiore di EC sarà proprio la sfida tra il Campione NXT e quello US: non mi stupirebbe affatto una vittoria del primo, e sono ansioso di vedere quale espediente verrà escogitato per far si che ciò avvenga.
Danilo