Prima la concordia, il segmento musical e l’unione di intenti, poi il tradimento, la guerra fratricida e le quattro fatiche di Jericho. La sfida tra MJF e Chris Jericho ha vissuto diverse fasi in questo ultimo anno ed arriva finalmente a quella che sembra essere la sua ultima puntata.
The Final Fight
Il match comincia con due entrate molto particolari. In particolare Chris Jericho decide di accedere al ring in compagnia di Billy Grey, chitarrista dei suoi Fozzy. In modo simile a quanto avviene con Nakamura di recente in quel di SmackDown, il musicista ha schitarrato le note di Judas, con i fan che hanno intonato le parole che conoscono ormai a memoria. Un bellissimo momento anche se va detto che le note della chitarra coprivano molto i cori dei fan impedendogli di andare a tempo come hanno invece fatto durante Dynamite di qualche settimana fa.
MJF ha vinto? No, c’è il VAR!
Il match ha avuto ritmi molto lenti, come era nelle attese visto lo stile non esattamente rapido dei due contendenti. Malgrado ciò la sfida ha avuto un gran bel crescendo sul finale malgrado le lunghe pause che i due si sono presi tra uno spot e l’altro. Il finale è stato però quello che più farà parlare di questo incontro. Dopo l’intervento di Wardlow, infatti, fermato da Jack Hager, Chris Jericho è stato colpito di nascosto con la sua stessa mazza da MJF ed ha subito un pin da 3 secondi che aveva fatto scattare la sconfitta. In realtà Jericho malgrado il colpo subito aveva messo la gamba sulla corda, cosa che l’ottima Aubrey Edwards non aveva notato. E’ servito l’intervento di un secondo arbitro a bordo ring per chiarire la questione e dopo qualche minuto il match è ripartito. Anche in AEW c’è il VAR.
La ripartenza
La seconda ripartenza del match è durata molto poco. Jericho ha dapprima rischiato di cedere per una arm bar di MJF che è stata però rovesciata prima in un tentativo di pin e poi nella Walls of Jericho. A quel punto è stato MJF a cedere ed il match si è risolto a vantaggio di Chris Jericho che così potra continuare a lottare in AEW.
