Negli ultimi tempi c’è una guerra aperta nel mondo del Professional Wrestling. Una guerra che vede di fronte la World Wrestling Entertaniment, con NXT, e la All Elite Wrestling, con Dynamite. Una guerra che sta portando i fan a decidere da che parte stare, ogni settimana, ogni mercoledì sera. Dentro questa sfida, come normale e giusto che sia, c’è un botta e risposta duro. Una partita a scacchi che porta l’una e l’altra compagnia a fiondarsi sulle idee dell’avversario e farle sue, senza troppe remore, senza nascondersi.

E’ anche normale che, sulle bocche dei tifosi, spesso e volentieri ci sia la parola “copiare”, o al limite “copiato”. Ci si sfida per portare alla mente dell’interlocutore in quante più occasioni una compagnia ha copiato l’altra. Questa è semplicemente la poca esperienza, il non aver vissuto la Monday Night War vera, quella che di colpi bassi ne ha mostrato parecchi di più, e ben più dolorosi.

In quella Monday Night War però, c’era e c’è sempre stato un terzo incomodo. Una piccola compagnia, che per chi non l’avesse capito si chiamava Extreme Championship Wrestling, che lasciava da parte le scopiazzature, e consapevole del fatto di non poter rivaleggiare con le ben più potenti avversarie, WWE e WCW, si limitava a mettere in scena, oltre che un prodotto divertente e innovativo, delle esilaranti parodie dei pezzi forti della più importante concorrenza. Una di queste era il Blue World Order.

Come tutti sappiamo, l’idea originale è quella di Eric Bischoff e della World Championship Wrestling, che nel 1996 porta a Nitro Scott Hall e Kevin Nash, due dei pezzi migliori strappati alla WWF, che presto sarebbero diventati un terzetto con l’aggiunta, e che aggiunta, di Hulk Hogan, formando la Stable che ha senza ombra di dubbio rivoluzionato il mondo del Wrestling: l’NWO, che sta per New World Order.

Nella ECW le cose serie erano altre, in realtà. Le Stable erano quasi sempre Comedy, o comunque difficilmente prendevano il controllo completo del Main Event o addirittura della compagnia. Nel 1996 però, Paul Heyman e Raven decidono di provarci, dando vita al Raven’s Nest. La Stable, formata da un guru d’eccellenza cercava adepti, e li trovò in tre atleti tanto diversi quanto strani. Il primo era Stevie Richards, già da tempo legato a Raven e afflitto da una specie di sindrome di Stoccolma nei suoi confronti. Il secondo era The Blue Meanie. Il terzo Nova.

I tre si occupavano di aprire le entrate di Raven imitando personalità importanti dell’epoca, come gruppi Rock, Pop o simili. Il grande successo del terzetto però, portò la dirigenza, ovvero Paul Heyman, a cercare di spingerli in maniera diversa, Comedy ma intrigante. Qualcuno afferma che sia stato Buh Buh Ray Dudley ad avere l’idea, altri dicono che sia stato Raven, altri ancora non lo sanno, ma sta di fatto che a November to Remember, debutta il BWO.

Nel corso dei mesi diversi lottatori hanno preso parte alla Stable, sempre e comunque imitando e in parte ridicolizzando il concetto che l’NWO aveva portato nel mondo del Wrestling. Alcuni di questi erano Stink, parodia di Sting, 3 e mezzo, parodia di Syxx, o Thomas Rodman, l’imitatore di Dennis Rodman, importantissimo giocatore NBA che finì a lavorare come Professional Wrestler nella WCW e nell’NWO. Ci fu addirittura una versione giapponese del BWO, proprio come c’era una versione giapponese dell’NWO. I suoi membri erano l’ex WWE Taka Michinoku, Takeo Otsuka, aka Terry Boy, e Dick Togo.

I tre nomi che però sono rimasti nella storia e sono riusciti ad intaccare le parti più importanti della ECW, arrivando poi anche ad essere riproposti parecchi anni dopo nella WWE, sono The Blue Guy, interpretato da The Blue Meanie ed esilarante imitazione di “The Bad Guy” Scott Hall, Hollywood Nova, parallelo comico di Hollywood Hogan, e Big Stevie Cool, personaggio col quale Stevie Richards faceva riferimento  a “Big Daddy Cool” Kevin Nash e che lo porterà addirittura a prendere parte a un First Contender Match per il titolo ECW nel primissimo evento in PPV della Promotion: Barely Legal 1996.

Fu davvero divertente. Fu un modo per sdrammatizzare una serietà che la WWF e la WCW stanno attribuendo ingiustamente al Wrestling. Fu un modo per dire che i Ratings contano, si, ma fino a un certo punto. Fu un modo di dire che alla fine dei conti, le cose importanti davvero, per il Wrestling e per i propri fan, sono quelle che restano. Ciò che è restato è il BWO, non Eric Bischoff che legge i risultati di Raw in diretta. Quello che è restato è Steve Austin che si apre al mondo dell’intrattenimento con la libertà creativa, non Rocky Maivia che sorride come un ebete e non può esprimersi. Ciò che è restato è ciò che ha fatto divertire, non il denaro che le TV sborsavano per un 5.4 o per 7.1.

E cosi sarà anche stavolta. Ciò che resterà non saranno le “battagliette” per capire chi ha copiato più di chi, o gli sfoghi d’odio contro NXT o Dynamite. Ciò che resterà saranno i grandiosi Promo di MJF, sarà All In, sarà Keith Lee Double Champion, io Shirai che mette a ferro e fuoco la categoria. Ciò che resterà sarà ciò che le compagnie metteranno in piedi per contrastare l’avversario, in un gioco che è lecito e implicito, che i partecipanti conoscono e per il quale non si insulteranno quando si incontreranno. Alla fine i Ratings saranno dimenticati e i battibecchi inutili fra fan anche. Alla fine, come sempre, il sentimento che ci spinge oltre l’ostacolo e i momenti di noia, sarà ciò che aiuterà ognuno di noi a capire cosa c’è davvero dietro. Le parole stanno a zero, godetevi il momento e prendetevi un po’ meno sul serio.

Direttore di Zona Wrestling. Appassionato di vecchia data, una vita a rincorrere il Pro Wrestling, dal lontano 1990. Studioso della disciplina e della sua storia. Scrive su Zona Wrestling dal 2009, con articoli di ogni genere, storia, Preview, Review, Radio Show, attualità e all'occasione Report e News, dei quali ha fatto incetta nei primi anni su queste pagine. Segue da molti anni Major ed Indy americane e non.