L’edizione di quest’anno di King of Pro Wrestling è stata letteralmente travolgente per gli input che ha lasciato nelle trame delle storyline della New Japan; trame che solitamente hanno una realizzazione simile a quella di una raffinata tela.
Se prendiamo Jay White, ad esempio, vediamo quanto fitta sia stata la sua storia da gennaio ad oggi, in meno di dieci mesi ha avuto una crescita esponenziale e sostenuta. A gennaio tra i match più importanti di WK, rivalità con Omega, ingresso nel CHAOS per dargli uno “spazio protetto” e a ottobre passaggio nel Bullet Club OG. Dieci mesi da urlo che hanno dato credito a chi lo indicava lo scorso anno come un successo sicuro per il 2018.

 

E andare a interagire alla pari con mostri sacri come Omega, Tanahashi e a breve Okada, è tutto fuorché scontato; ci sono state occasioni in cui ha dimostrato di essere qualche livello sotto in termini di chimica, ma sempre sostenuto da una tecnica di base importante e adesso dalla presenza di un manager come Gedo, praticamente il top.
Jay White è il prototipo di una nuova generazione di Young Lion, che non arrivano più solo dal Giappone, che solcano quella idea condivisa di passare da promotion regionale di primo piano a seconda compagnia mondiale. Il 2018 è stato un eccellente trampolino di lancio verso questa diversa percezione dei fan in giro per il mondo, con quel Chris Jericho vs Kenny Omega a Wrestle Kingdom che anche chi è fuori dal nostro mondo è andato a recuperare.
Il “Project Switchblade” è quello di avere un top wrestler occidentale nel breve periodo, pronto per qualsiasi evenienza, anche la peggiore che potrebbe vedere Omega convinto a fare un paio di anni in WWE.
Ma King of Pro Wrestling ci ha lasciato anche altri spunti, come la vittoria di Kushida del titolo Junior HeavyWeight, che dopo l’infortunio di Takahashi, stringe nuovamente alla vita il prestigioso titolo. Una scelta che va in continuità con quella del membro dei Los Ingobernables, ovvero di un giapponese da contrapporre agli inglesi Scurll e Ospreay; con il debutto del vecchio leone Tagaki che sarà fondamentale nel ridare equilibrio alla categoria priva di un campione come Takahashi.

 

A mio avviso sarà necessaria qualche aggiunta nel medio breve periodo alla categoria, che, non fraintendetemi, non è in crisi, ma se c’è da mantenere questo livello alto, inserirei in pianta stabile un nuovo nome, senza svenarmi e guardando in casa.
Interessante poi la scelta di intrecciare Chris Jericho con EVIL. Sicuramente un nome a cui in pochi guardavano come futuro incontro di Y2J in Giappone e che invece è sicuramente una scelta azzeccata e lungimirante.
EVIL ho sempre pensato fosse, assieme a SANADA, uno dei più pronti a passare alla zona main event in maniera stabile; una vittoria del titolo intercontinentale sarebbe straordinaria per lanciarlo subito tra i top a Wrestle Kingdom, ma non penso siano questi i piani. Sarà un match di transizione, proposto al momento giusto e utile per tutti: Jericho per avere una difesa titolata favorevole e EVIL per avere un match che fa curriculum e da slancio ad una carriera che è arrivata molto vicina al momento più cruciale.

 

Poi abbiamo la zona del titolo IWGP Heavyweight, detenuto saldamente da Kenny Omega, che viene da anni talmente perfetti che è impossibile chiedergli di più. È il miglior wrestler del mondo e il timore è che possa mollare fisiologicamente dopo il prossimo WK, non intendo il titolo, ma nella forma e nella testa.
Tanahashi vince contro Jay White, ma seppur vincitore anche del G1 al momento non trasmette lo stesso spirito di un tempo per laurearsi campione assoluto, ma c’è anche da dire che il focus di questo evento era su altri elementi del roster e che probabilmente la faida contro Omega si accenderà da novembre in poi. In fin dei conti a Power Struggle che si terrà a inizio novembre Omega avrà un tag team match e Tanahashi ancora non ha un match annunciato. Vedremo.