In giro si fa un gran parlare di tag team in questo periodo, per chi ama questa specialità del wrestling sembra essere arrivato Natale con due mesi di anticipo. E ce n’è per tutti i gusti: la WWE che in Arabia Saudita mette in palio la coppa del miglior Tag Team del mondo (sigh), NXT che ha sempre fatto dei tag team un punto di forza, la AEW che dopo un entusiasmante torneo a Dynamite ci ha proposto due incontri nel ppv e la NJPW che come da tradizione di fine anno, da metà novembre fino a dicembre, metterà in scena la World Tag League per determinare il number one contender del titolo Tag Team a Wrestle Kingdom.


Torneo che vedremo nella speranza di vedere nomi diversi dai soliti Guerrilla of Destiny e EVIL e SANADA contendersi le cinture come gli anni passati. Avremo modo di riparlarne tra sette giorni per vedere che piega prenderà il torneo, che come ogni anno per l’individuazione dei favoriti va un po’ a eliminazione togliendo i nomi che già sono annunciati in altro a Wrestle Kingdom. Mi piacerebbe vedere chiudere bene l’anno a Takagi e in generale al Suzuki-Gun che in questo 2019 è stato lontano dalle cinture; anche se i nomi di quest’anno non prevedono grosse novità.


Ho voluto fare questo noioso discorso introduttivo per fare un ragionamento a voce alta che ogni tanto capita a tutti di pensare. Lo spunto mi è stato lanciato mentre guardavo Full Gear e nello specifico il finale del match tra gli Young Bucks e Santana e Ortiz. Sì, esco un attimo fuori dall’argomento NJPW, non me vogliate.


Alla veneranda età di sessantatré anni il vecchio Ricky Morton, si esibisce in alcune manovre spericolate al grido di “Rock and Roll”. Ora, mettendo da parte l’entusiasmo del momento e ragionando a bocce ferme, quello che mi rimane nel setaccio dei miei pensieri è come quest’uomo soffra il fatto di aver vissuto fuori dal suo tempo, come un precursore una trentina di anni fa insieme al suo compagno di tag team.
Abbiamo visto il wrestling lottato evolvere drasticamente nel giro di trent’anni e ovviamente anche i tag team hanno beneficiato di tale miglioramento, ma non come i match uno contro uno. I tag team anche negli anni Ottanta e primi novanta hanno sempre avuto una spinta innovativa e spericolata che i main eventer non proponevano. Per brutalizzare il concetto si può dire che le basi del lottato del pro-wrestling moderno che è esploso nelle indipendenti dall’inizio dei duemila fino ad oggi, è radicato nello spirito dei Rock and Roll Express, molto più che negli esponenti singoli. Ripeto, estremizzo il concetto: Ricky Steamboat se mi leggi ti chiedo scusa.


Per arrivare subito ai tempi moderni, come dicevo, spesso si chiede più attenzione ai tag team in WWE, che la AEW non molli la presa anzi acceleri con il potenziale che ha a disposizione e la NJPW abbia il coraggio di osare con tag team tanto quanto fa nella Junior Division. Ma la domanda che attanaglia tutti noi che apprezziamo la specialità dei tag team è: i tag team sono ancora un valore? E ancora una volta mi trovo a rispondere sì e no. 
Ovviamente vi dico di sì perché avere una ottima categoria tag team può essere un eccellente fiore all’occhiello per una compagnia che vuole farsi notare e che riesce a facilitare anche la costruzione delle faide, di contro anni di gestione “anti tag team” della WWE ci hanno fatto una specie di lavaggio del cervello.


I fan di wrestling si appassionano più facilmente ad un lottatore singolo piuttosto che a un tag team o a una stable, questo non perché il Bullet Club alla lunga possa stancare, ma perché gestire una singola persona permette piani di costruzione, storyline e gestione dell’immagine anche nel merchandising decisamente più agili. Poi esistono eccezioni come i New Day in WWE, gli stessi Young Bucks in AEW e i sempreverdi GOD in NJPW. Tag Team che emergono e ci fanno affezionare non tanto per la loro capacità, ma per il fatto che, anche se nel wrestling tutto è possibile, non si divideranno con tanta facilità.


Penso che alla fine quando pensiamo a “investire sui tag team”, non vogliamo solo vedere match belli e fini a sé stessi, ma vivere i protagonisti come rock-solid, tag teams duri come la roccia in tutti i sensi, indistruttibili e indissolubili nel tempo.