So che a voi Survivor Series è piaciuto molto. So che ad alcuni è piaciuto pure troppo perché "fuori dagli standard della WWE". Ma se un solo un match non fa un ppv, di certo nei giudizi manca una prospettiva che parli NOI e non dell'IO. A parlare per gusti siamo buoni tutti, a parlare con obiettività in pochi. Per questo sarò ancora una volta il bastian contrario della situazione.

Partiamo da un presupposto: stiamo parlando di Survivor Series, uno dei big four della compagnia. Non mi interessa fare paragoni con gli altri ppv del 2014 né con le precedenti edizioni dell'evento. Stiamo parlando di uno dei momenti più caratterizzanti dell'anno. E questo momento alla vigilia si avvaleva di una card debole dalla difesa al centrocampo, molto buona a salire. Quella a cui abbiamo assistito per tre ore è stata una scialba puntata di Raw con un main event sorprendente solo per le emozioni. Questo basta per promuoverlo? Possiamo dargli un 6 politico, un rimandato a settembre ma nessuna promozione.

La regola non scritta è che nei big four dovresti puntare molto in alto. Il fatto che nel pre-show abbiano dato Swagger vs Cesaro e nel main-show un Rose & Bunny vs Slater/Titus (voto: 4.5) improvvisato dà una pesante mazzata alla credibilità del ppv. Però hanno avuto l'accortezza di far durare poco il match: appena tre minuti e via ai festeggiamenti. Lo stesso valga per il match per il titolo femminile durato pochissimo: passi la citazione, passi il bacio saffico, ma questo regno di AJ Lee è stato sacrificato all'altare del main event che aveva evidente bisogno di spazio e tempo. Nel calderone rientra l'orrendo 4 vs 4 delle Divas (voto: 4) che nulla ha avuto di piacevole ed anzi è un ulteriore sintomo della pochezza espressa dalla WWE con un roster di medio-alto livello.

Salvezza per il noioso match per i titoli di coppia (voto: 6), ravvivato dal rapporto tra The Miz e Mizdow e tra i due e il pubblico, a creare nel breve termine un bel regno di coppia e nel medio termine un feud che potrebbe coincidere con Wrestlemania. Questa vittoria non basta a giustificare lo standard di azioni ripetute in sequenza pressoché uguale da mesi, con un Cody Rhodes come legato da una camicia di forza, i Matadores utili come un sasso in fondo ad uno stagno e gli Usos persi nel marasma di quello standard che prima vi dicevo. Ma notando la bruttezza del Survivor Series Match delle divas, non sarebbe stato meglio promuovere questi otto contendenti in un 4 vs 4 ad eliminazione con conseguente match titolato per Miz e Mizdow il giorno dopo a Raw?

Ambrose vs Wyatt (voto: 6+) è stato un antipasto, e questo non è un pregio se è vero che nei big four tutto dovrebbe iniziare o finire con una logica che il finale del match ha mandato all'aria. Come? Esagerando: sarebbe bastata una sediata a Bray, sconfitta e basta così. Invece si è dato sfogo al rimando al prossimo ppv bruciando tutto quel che si era raccontato e si poteva raccontare a Raw.

E poi il main event. L'ho rivisto tre volte, devo essere sincero. Ho acceso le casse, le ho fatte pompare. Ho voluto sentire, capire quel debutto. Ho cercato di rivedere quel viso, trovare la magia….. ma non l'ho trovata. Ho visto un uomo di 55 anni con uno sguardo neutro, quasi assente, guardarsi intorno, cercare qualcosa di sé da dare e da prendere. L'unica emozione è arrivata all'ingresso, poi quella faccia triste, robotica, con quel passo meccanico, ha fatto scivolare tutto. Il pubblico l'ha capito, e pure Sting. Il pubblico non si è proteso in un boato enorme, c'è stato poco pathos e niente fibrillazione. Si è diviso tra quelli che hanno aspettato una vita per vederlo col marchio WWE, quelli che non sanno nemmeno chi sia perché sono cresciuti con la WWE dal 2004 in avanti, e quelli indifferenti poiché Sting è un pezzo di WCW  e negli anni la WWE ci ha insegnato ad odiare la WCW e quei pochi che hanno resistito al suo richiamo. Borden fa quello che deve per conquistarsi la Hall Of Fame: abbatte Triple H, mette Ziggler sopra Rollins, e di fatto non propizia la vittoria del Team Cena, sparendo poi nel nulla. Il giorno dopo viene appena citato a Raw come se non fosse quasi mai comparso.

Infine il main event è stato bello perché non scontato. Eliminare Ryback all'inizio e John Cena a ridosso del momento clou ha rimescolato le carte, reso più intrigante il finale e dato un approccio di gloria al tanto bistrattato Dolph Ziggler con qualche pecca: KingHunter ieri ha parlato di prestazione alla Shawn Michaels, ha resistito a tutto e tutti, ma l'appunto di aver vinto solo grazie allo Stinger. In realtà è stata una prestazione alla Shawn Micheals senza la credibilità di Shawn Micheals, con la consapevolezza che stia riuscendo a resistere troppo a quel che prima non riusciva a resistere. Ziggler è così diventato nelle ultime settimane SuperZiggler e la spia rossa si era vista nella sconfitta del titolo con l'orgoglio di essere sopravvissuto ad un assalto prima e a ben tre finishing moves alla fine. Credo che un atleta che non resiste prima, non vi riesca in poche settimane. John Cena è sempre stato così, Ziggler no, lo sta diventando con una esagerazione di fondo che macchia un buon personaggio amato dalla folla ma meno dalla dirigenza che il giorno dopo non tratta la sua vittoria, ed anzi torna a poggiarsi su Johnny Boy.

Nel match delle buone scelte – il pin iniziale a Mark Henry, la figura da allocco di Rusev che preserva la sua integrità statistica, l'eliminazione di Cena e Ryback con attacchi impossibili da attutire – occorre citare qualche carta fallita. Sparare sull'ennesimo turn di Big Show è come centrare un gol a porta vuota. Sparare sulle dichiarazioni di Big Show è come centrare un gol in rovesciata a porta vuota: in pratica l'omone Michelin avrebbe fatto fuori Cena e se stesso per garantire una sconfitta onorevole al team davanti a tre ragazzi giovani e forti. Una spiegazione che fa il paio coi testi delle canzoni di Zucchero: prendono per i fondelli l'intelligenza delle persone. Passi l'altra semi-citazione della serata (Big Boss Man che si ritira davanti ad un Big Show infuriato ai primordi del suo stint in WWF), ma qui stiamo parlando di uno che ha steso Mark Henry con pugno poco dopo e che potrebbe vincere da solo davanti al Bello, al Brutto e al Cattivo. Sarebbe stato meglio un accordo con l'Authority, scontato ma standard e concepibile.

L'altra carta fallita è il pin finale. Posto che Rollins è stato assieme a Ziggler l'indiscusso MVP della serata e del match, posto che Rowan è stato trattato come il solito incapace e l'eliminazione di Harper sia stata eseguita dalla persona sbagliata. Posto tutto questo, quei 15 minuti finali in cui Rollins rimane a terra sono un assist a Zelig. Qualcuno ha scritto che ha subito di tutto: vero. Però a quel punto Ziggler sarebbe dovuto morire visto tutto quel che ha subito durante l'incontro. Si sarebbe dovuto ritirare per evitare altri colpi, avrebbe dovuto far finta di essere svenuto per non farsi riportare sul ring e farsi contare fuori. Invece ha fatto fuori due avversari ed è stato "aiutato" per il terzo. Colpito Triple H, Rollins si sarebbe dovuto rialzare, avrebbe dovuto cercare di attaccare Sting e subirne la Scorpion Deathdrop. Lì sì che si sarebbe vissuto un finale consapevole e serio, degno di far parlare di wrestling e non di intrattenimento.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.