Come può il tempo trasformare una persona. Il tempo ha il potere assoluto su chiunque e su qualunque cosa. Lo dimostra, giorno dopo giorno, affliggendo su di noi e sulle persone che ci stanno intorno i suoi segni. Lo fa nell’anima, nel corpo. Lo fa nella mente. Nel cervello, quella macchina cosi sofisticata e sconosciuta, che pian piano comincia a difettare, distribuendo sulle membra di ognuno quei danni che ci portano alla fine. La vera fortuna non è non soffrire mai, la vera fortuna è avere la forza, disperata, di lottare, anche per chi di quel cervello ne fa una virtù, un nemico, un amico, un simbolo. Anche per The Brain.

 

E’ stato diviso tutta la vita fra odio e amore. Bobby Heenan è nato e ha vissuto in un’epoca nella quale il suo lavoro era spesso incompreso e confuso. Davanti agli schermi era un ridicolo comico pronto a far di tutto per vincere, per poi finire a perdere. Fuori era semplicemente un genio. Bobby era uno di quelli che mette in gioco il suo sapere nascondendolo, facendosi chiamare vile, codardo, dando tutto per gli altri e ottenendo spesso meno di quello che avrebbe dovuto ottenere. E sapeva bene che qualcosa, alla fine dei conti, avrebbe potuto andare male, per questo lasciò i Ring e la lotta molto giovane, decise che forse era meglio conservare le forze per le lotte che la vita gli avrebbe riservato più avanti. In un certo qual modo, fece la mossa giusta.

Bobby è stato sballottato dalla vita. Sollevato in cielo e fatto girare, per poi essere lasciato cadere a terra, dolcemente, ma inesorabilmente. Bobby ha vissuto come una foglia staccatasi da un albero a Ottobre, e quando nasci nella città del vento, vivere come una foglia può essere molto duro. Però Bobby aveva quella gran fortuna di avere la forza per combattere. Ha combattuto sempre, di fronte a noi e non. Ha combattuto brevemente sui Ring, ha combattuto accanto ai suoi assistiti, alla sua “famiglia”. Ha combattuto per non restare chiuso fuori dalla prima storica edizione di Monday Night Raw, e poi, come nel più tragico dei drammi, ha dovuto combattere per anni contro la morte.

Mentre nelle nostre menti tutti ce lo aspettavamo paffuto e sano, durante la cerimonia della Hall of Fame del 2004 si presenta scarno e debole. Il tempo, stava lasciando i suoi segni e il cervello stava distribuendo i suoi danni. Ma gli occhi erano sempre gli stessi. Vispi, agguerriti, incoscienti. Era nel pieno della più feroce battaglia ma non aveva intenzione di arrendersi. Sapeva che qualcuno dei suoi era ancora li a proteggerlo, forse André, forse Blackjack, o uno dei tanti amici trasformati negli Heel più odiati della storia del Professional Wrestling. The Brain, era riuscito a non permettere al suo cervello di colpirlo anche nell’anima, questa, fu la sua più grande vittoria.

Quegli occhi vispi, agguerriti, incoscienti, lo dicevano chiaramente. Il tempo ha cercato di debilitarlo ancora e ancora nel corso degli anni, lui però non si è mai fermato. Ha dimostrato con lettere a caratteri cubitali, che per essere ciò che era stato per tutti noi, non serve soltanto un’opportunità, non serve soltanto talento, serve anche, e soprattutto, la tenacia di un guerriero. Non importa ciò che si mostra, che sia una viscida donnola o un intelligente e scaltro Manager, ciò che conta è quello che si trasmette, quello che non si vede ma si sente e si sentirà.

Bobby Heenan, il più grande Manager che la storia del Wrestling ricordi, è morto a 72 anni, dopo anni di sofferenze che non hanno fatto altro che confermarci che era una persona unica. Hanno cercato di abbatterlo, distruggerlo, cancellarlo, in quasi tutte le Storyline alle quali ha preso parte, lui è sempre riuscito a venirne fuori con un colpo di genio dei suoi. La vita, poi, come un macabro parallelo, ha cercato di abbatterlo, distruggerlo, cancellarlo, in quasi tutti i modi, lui è riuscito a venirne fuori, a volte, ma purtroppo non sempre. Non sempre, perché il possibile ha dei limiti nella vita reale, e Bobby è andato ben oltre quei limiti, ma stanco, affannato e forse stufo, ha gettato la spugna sul Ring. Stavolta a cedere non è stato un suo assistito, a cedere, stavolta, è stato lui.

Mai morirà Bobby Heenan. Mai morirà un uomo che ha scritto pagine di storia e ha rivoluzionato un mondo. Mai morirà chi è volato via con il vento preso dalla culla, sul vento ha vissuto e attraverso il vento è morto. Soffierà costantemente fra le immagini e i ricordi di ciò che ha costruito, amato e lasciato al futuro. Non si poserà mai e se ascoltate bene, attentamente, nel silenzio, potete già sentirlo mentre ci prende in giro perché piangiamo per lui.

 

 

              Heenan: “That’s my second favorite song (Hogan’s theme)”

              Monsoon: “I’m almost afraid to ask. What your favorite?”

              Heenan: “All the rest are tied”.