Oggi Seth Rollins è decisamente uno dei nomi di punta della WWE, se non l’ace preferito – sia che abbia il titolo e sia che non ce l’abbia. Ma c’è stato un tempo in cui questo ragazzo era tanto acerbo ma anche dalla fisicità adatta per rappresentare un futuro. L’altezza, il fisico asciutto e agile, ne facevano un potenziale campione nella Ring Of Honor del post Bryan Danielson, quella che in qualche modo viveva una sua caratura grazie al regno (lunghissimo) di Nigel McGuinness.

Siamo nel settembre del 2007, essenzialmente il 15 del mese. Da diverso tempo su vari blog online e sul sito della Ring Of Honor stavano uscendo dei piccoli comunicati in cui un presunto “Project 161” avrebbe potuto presto debuttare nella compagnia. I primi rumors davano nomi interessanti come membri del team: Adam Pearce e Eddie Kingston, affiancati da Paul Heyman come manager (al tempo collaborava come consulente alle storyline del suo ex braccio destro Gabe Sapolsky). In realtà la forma sarà ben diversa, ma altrettanto forte: Jimmy Jacobs, il debuttante Tyler Black, il ritorno di Necro Butcher e la valletta Lacey.

I tasselli vengono svelati il 15 settembre nel ppv “Man Up”, guardacaso il 161esimo evento della storia della ROH. Dopo aver vinto contro Kevin Steen e El Generico in un brutale Ladder War, i Briscoes vengono attaccati dalla nuova stable in maniera altrettanto brutale. Il segmento è stato via via cancellato dai video per essere decisamente splatter: l’abito bianco di Jacobs viene macchiato dal sangue che stava uscendo a fiotti dalla fronte di Jay Briscoe. Però mai debutto fu così deflagrante come una bomba, e anteprima della storia degli Age Of Fall.

Tyler tra quelli era chiaramente l’unico futuribile. Come già detto, fisicamente è materiale da main event. Però deve fare gavetta, e assieme a Jacobs (che già allora era un veterano della scena) compie tutta la trafila vincendo due titoli di coppia in ROH, combattendo in WSX, PWG, FIP e AAW – dove fa incetta di altre cinture. Ma c’è un momento in cui il mondo del wrestling si accorge realmente di lui. Il 16 marzo 2008, sei mesi dopo il debutto, si trova a gestire una title shot al titolo mondiale difeso da Nigel McGuinness. Dovrebbe essere la classica difesa di transizione, visto che fin lì il britannico ha avuto due lunghi feud contro Kevin Steen e Chris Hero (e nel mezzo aveva battuto Austin Aries, Bryan Danielson e Roderick Strong).

Le recensioni dell’epoca parlano così:

uno dei match più belli di tutti i tempi della Ring Of Honor. Questo incontro ha posto Tyler Black sulla mappa del wrestling, il ragazzo ha effettuato una performance pazzesca. Nigel ha lavorato molto bene con lui, ha provato ad ammazzarlo con le sue lariat come fosse contro un ragazzino, ma Black ha venduto benissimo ogni mossa e dato dimostrazione di grande resistenza. Nigel è un super campione, ma Tyler è il futuro. Ce l’ha scritto sulla fronte. Nessuno lo prendeva sul serio alla vigilia? Beh, ora tutti dovranno prenderlo dannatamente sul serio. voto 10

Dopo quel match, Tyler continuerà a competere in coppia con Jacobs e a portare avanti la storia degli Age Of Fall. Si ritroverà a lottare per il titolo contro McGuinness il 17 gennaio del 2009 all’evento “Injustice”: pareggio per limite di tempo di 49 minuti. Ci riproverà in alcuni Fatal Four Way sia quando diverrà campione Jerry Lynn e sia quando lo diverrà Austin Aries.

Contro Aries però chiude il cerchio il 13 febbraio del 2010, due anni e mezzo dopo il suo debutto, conquistando la cintura mondiale. Ma questa è un’altra storia.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.