Dynamite, che nonostante lo spostamento continuo nel palinsesto tv, ultimamente devo dire che ha rallentato i ritmi ed è una cosa buona. Sempre un ritmo vertiginoso, ma complice la distanza temporale dal prossimo ppv, il mese di giugno è passato senza farci esplodere troppo la testa. C’è stato il disastroso debutto di Andrade, a cui però vorrei lasciare ancora il beneficio del dubbio e passato invece il beneficio del dubbio, vorrei fare un ragionamento su Cody in versione face “troppounodinoi”.


Premetto che ho una enorme stima verso Cody, ha dimostrato di essere una buona mente da backstage, riuscendo a gestire il compito a lui affidato, senza farsi prendere dagli estremismi, dalla voglia di fare o di farsi notare. E anche come performer verrà ricordato più per la sua capacità di essersi creato un mercato, piuttosto che per le sue capacità in-ring.


Capacità criticate su internet semplicemente (e giustamente, dipende dai punti di vista) perché è un lottatore figlio di altri tempi. Il background familiare ha sicuramente inciso nella sua esperienza formativa, la successiva esperienza in WWE non gli ha offerto margini di crescita a livello tecnico e con il bagaglio a sua disposizione ha trovato il modo, come si diceva, di farsi notare. Ora, è evidente che il wrestling web divide nettamente gli insiemi di chi è buono e chi una pippa.

Cody è sempre stato tendente al secondo gruppo, siamo onesti, si è destreggiato con sapienza per la sua capacità naturale di interpretare molto bene il ruolo del cattivo. Proprio andando a stuzzicare quei parametri sopracitati, ben conoscendo quale fosse il suo pubblico di riferimento. Altro lottatore che ha vissuto e sta vivendo la stessa situazione per le stesse identiche ragioni è Nick Aldis. Non un caso che uno dei momenti gloriosi della carriera di entrambi fu proprio il match a All In, lontano anni luce dal wrestling a mille all’ora che è lo stile di riferimento odierno.


Cito volutamente quell’incontro perché è stato uno snodo talmente fondamentale nella carriera di Cody, che lottando da face, vincendo il titolo NWA, ha iniziato a perdere la lucidità che lo aveva contraddistinto nel periodo indy, fino ad arrivare a questo schifo di personaggio attuale che neanche nelle più ributtanti fantasie di Bill Watts nei primi dei novanta in WCW avrebbero partorito.
Perché se tu Cody ti vuoi ritagliare una “Bill Watts division”, al pari di una cruiserweight, hardcore, tag team e tutto il resto nel tuo show, ovvero un momento fisso old school proponendo storyline patriottiche contro Ogogo o facendo i tag team con il figlio di Arn Anderson, che significa?

Io una risposta me la sono data. Vuol dire che mentre prima, consapevole dei suoi limiti, cercava di integrarsi riempendo un vuoto con il suo character, adesso che ha potere nella “sua” compagnia, non ha più questo desiderio e invece di cercare di migliorarsi, si crea le condizioni ideali per lavorare con atleti ad un livello tecnico ed esperienziale che non lo superano. Mi dispiace vedere certe cose, non tanto per il fatto che facciano schifo o meno, ma perché quando vedo un talento che non ha più voglia di migliorarsi o almeno di giocarsela con chi è più bravo di lui mi arrabbio.

Non è che volevano prendere Randy Orton e lo stanno replicando così?