C’è un tizio su Reddit che lo scorso anno, pochi giorni dopo l’edizione 14 di Wrestle Kingdom, se ne uscì fuori con un calcolo delle probabilità che diceva che il main event della quindicesima edizione sarebbe stato Naito vs Ibushi. Ora, aldilà della particolare e inquietante questione di quanto il booking della NJPW sia ciclico e matematicamente prevedibile, cerchiamo di ragionare insieme sull’esito del Climax di quest’anno.
Il Climax è un evento talmente ampio, lungo e anche impegnativo da seguire che merita uno spazio tutto particolare e infatti sarà così, la settimana prossima vi proporrò una sorta di guida alla visione di ciò che è stato, con i dieci incontri più meritevoli dell’edizione di quest’anno, oggi vi voglio parlare di Kota Ibushi.


In quest’anno così anomalo la NJPW sembra essere riuscita a trovare l’equilibrio delle cose nella gestione degli show, non si vive la mancanza di pubblico, l’atmosfera agli show è pressoché simile alla situazione di normalità, l’unico compromesso è stato quello di aver dovuto rinunciare a qualche talento americano, ma, in fin dei conti, con la AEW a pieno regime sarebbe stato irrealistico rivedere, per dirne uno, Jon Moxley come lo scorso anno.
Nel braccio di ferro tra il Covid e le Olimpiadi di Tokyo (che non ci sono state), dicevo, i progetti della NJPW ho l’impressione siano rimasti pressoché invariati. Alla luce della vittoria di Ibushi, che io stesso ritenevo improbabile o comunque una soluzione che non era tra le mie più gradite, a fine torneo, ancor prima della finale, ho avuto la forte impressione che così doveva e volevano fosse sin dall’inizio.
Una vittoria che a mente fredda acquisisce un grande senso: la rivincita di WK 14, Ibushi che dopo essere arrivato lanciatissimo perde tutto nella due giorni e si ritrova mentalmente svuotato, la pausa forzata che lo ritempra, il Climax e nuovamente l’assalto al titolo assoluto. Ci sta tutto.


In fin dei conti non è una novità che la NJPW si trovi, quando c’è da stringere le fila a contare su pochi e fidati uomini ed entrare in questa ristretta cerchia non è per niente facile. Un approccio gestionale che può portare un distacco dagli spettatori casuali, ma che di contro rende alla NJPW un feeling estremamente “realistico” tanto da renderla simile ad uno sport competitivo vero. Non ci stupiamo se la Mercedes vinca sempre in Formula 1, altrettanto cosa c’è di strano nel vedere Naito vs Ibushi per due anni consecutivi a WK.


Altro aspetto che mi è sempre piaciuto del puroresu e che ritrovo nella situazione attuale succitata è che “sotto” ai prescelti del main event si crei una sana e robusta competizione. Il Climax di quest’anno ha numerosi esempi di eccellenze che stanno lottando, letteralmente, per arrivare al top. Ne parlerò la settimana prossima con i match migliori del torneo, ma avete presente il balzo compiuto in queste settimane da SANADA, Jay White e Will Ospreay. Senza citare i mostri sacri, ma che bel lavoro di build-up sono riusciti a realizzare?!
In questo scenario così competitivo l’edizione numero 15 programmata a gennaio riuscirà ancora una volta ad elevarsi rimanendo nel solco della tradizione.