Una delle critiche più riconosciute alla All Elite Wrestling di questi mesi è stata quella di non avere o avere uno scarso midcarding. Una definizione non del tutto reale, ma che metteva a nudo la poca capacità dei booker di saper convogliare in un momento specifico degli show gli atleti adatti a quella categoria lì. Ci stavano lavorando, ma solo l’emergenza Coronavirus ha fatto venire fuori l’esigenza di fare la conta e definire chi c’è e chi non c’è.

La punta dell’iceberg è Cody. Lo è sempre stata, andando a riprendere lo spazio che sia suo padre che suo fratello hanno occupato per tanti anni, e lui stesso ha avuto in WWE. Ha messo attorno a sé tutti i protagonisti ideali per questo settore, in assenza di vere e proprie stelle oltre a Jericho, Omega e Moxley. Posto che i tag team possono fare midcarding a se stante, nelle competizioni singole ci sono dei ragazzi il cui ruolo ora è ben definito.

Se ci pensate, Cody li ha sfidati tutti in questi mesi. L’ultimo è stato Joey Janela, a cui ha teso una stretta di mano a fine match come a dire “ci sono fratello, do spazio a tutti”. In origine abbiamo visto Dustin Rhodes, Darby Allin (con cui ha pareggiato), Sammy Guevara (che ha poi preso una sua strada, ma sempre dall’American Nightmare è dovuto passare), Shawn Spears, MJF, Wardlow, Jimmy Havoc, Kip Sabian. Più o meno li ha sfidati e li ha battuti tutti, concedendo storytelling e 15 minuti buoni per farsi notare. Lui fa solo da accentratore verso gli altri.

E, se ci pensate, molti di questi sono stati impegnati nel torneo TNT. Torneo che Archer vincerà, anche se risulterà per lungo tempo per un avversario quasi impossibile da scalare per chiunque. Però tutto intorno ci sono degli intrecci che si muovono, che possono pescare anche da Orange Cassidy e Colt Cabana, magari uno degli SCU e uno a caso dei trio, quando sarà possibile. Ad esempio Luchasaurus sarebbe l’avversario ideale per Archer una volta che questi sarà diventato campione.

Il livello, possiamo dirlo, non è male. Soprattutto perché ci sono atleti di varia natura, che spaziano dal comedy all’hardcore, dal semplice brawling al high flying. E questa è la via migliore per consentire ad un roster di essere più vario possibile, e di prendersi porzioni ben determinanti di spazio in uno show di wrestling.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.