Questa sera a Dynamite, Tony Khan farà un nuovo annuncio. Succede così: quando le cose non girano, quando gli ascolti calano, quando l’interesse scema, la AEW riciccia fuori il “big announcement”. E’ lo specchio di una situazione che si trascina da mesi e frutto di buona parte della confusione in cui versa la compagnia. Come se ancora oggi, l’addio di Cody avesse provocato uno shock e lì dentro non ci sia nessuno in grado di rianimare abbastanza la creatura.

Ma va così tanto male? Certo che no. Ma neanche bene. I fatti stanno lì a dimostrarlo: si fa fatica a vendere biglietti in arene più piccole rispetto al passato, ad esempio. Il ppv Revolution ha venduto poco più di 6 mila biglietti, ne mancano più di due mila e lo show si avvicina. Belli i tempi in cui i tagliandi volavano con le giuste prospettive messe in fila. Ma lo stesso problema ce l’hanno anche le puntate di Dynamite, con la compagnia costretta a coprire buona parte degli spalti come accadeva alla WWE fino allo scorso anno.

Sono cicli, ovviamente. Un giorno va bene a me, l’altro a te. Ma anche la gestione degli show e degli atleti sta diventando tanto incolore quanto grottesca. Atleti che si lamentano di esser stati messi in panchina per mesi, altri letteralmente spariti, altri che compaiono e scompaiono, altri ancora che iniziano una storyline e non la finiscono. E tra quelli che vengono utilizzati, non va meglio: MJF con un regno dimenticabile, Adam Page che ha perso la sua ragion d’essere, l’Elite resa inutile, stable senza scrittura, le donne che vagano nel nulla.

Qualche giorno fa mi è stato chiesto: se volessi recuperare Dynamite o vedere Revolution, cosa mi consiglieresti? E’ davvero difficile consigliare qualcosa di “bello”. Qualcosa che segui dall’inizio alla fine, con logica, entusiasmo, scrittura sicura. Non vi è dubbio che al ppv ci saranno bei match, e anche nelle puntate qualcosina si è vista. Ma ciò che il fan vuole è la storyline. Anche una sola, ma portata avanti con capacità. In questo momento Tony Khan e i suoi non sono in grado di offrire qualcosa che spinga il pubblico ad aspettarsi qualcosa. Si guarda Dynamite, ormai, quasi d’inerzia.

Infine, il comportamento di Khan. Eric Bischoff, con cui raramente sono stato d’accordo, lo apostrofa come un “ragazzino viziato e lamentoso”. La disputa con Ariel Helwani è ridicola, e riporta alla luce la vicinanza di Dave Meltzer alla AEW sin dalla sua nascita. Ma è ridicola soprattutto perché nessun presidente di alto livello si permetterebbe di perdere tempo su Twitter a dare dell’imbroglione a qualcun altro. Ce lo vedreste Vince McMahon o Triple H fare una cosa simile?

Ecco, Tony dovrebbe smettere i panni del ragazzino che ha coronato il suo sogno di guidare una compagnia e mettere indosso quelli dell’uomo d’affari che fa di tutto, in maniera logica, per farla funzionare. Altrimenti nel 2024 sarà molto difficile strappare degli accordi televisivi e di sponsorship di prestigio per far vivere di rendita la AEW per altri cinque anni.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.