Sono passati quasi due anni dall’ultimo match di Undertaker a Wrestlemania. Negli ultimi anni aveva diradato le sue performance, il fisico ha chiesto infine uno stop definitivo. Schiena e ginocchia le parti più martoriate da anni di incontri mai banali, talvolta in una gabbia d’acciaio o con un minutaggio importante pur per l’età che avanzava.

Ho ripensato ad Undertaker in questi giorni dopo aver visto Smackdown. Perché è palese che nello show blu ci sia un buco notevole nel mezzo della card. Di fatto è uno show tagliato a metà tra main event e tutto il resto. Tra Roman Reigns e un nugolo di atleti bravi, ma “troppo piccoli” per poter urlare le proprie qualità. Che sia voluto dal creative team o meno, questa distanza si nota.

Allora mi sono tornati in mente ricordi d’adolescenza. Di quel Smackdown che arrivava sugli schermi italiani e che nel midcarding vedeva atleti come John Cena, Booker T, Chris Benoit, A-Train, Rob Van Dam, Rey Mysterio, più tutta una schiera di atleti che non lasceranno alcun ricordo particolare della loro esperienza.

Poi c’era Undertaker. Quando non era impegnato nel main event, allora era l’essenza della terra di mezzo. La lista degli sfidanti di quegli anni, appena tornò ad essere il becchino, fu singolare: Dudley Boyz, Heidenreich, Luther Reigns, il giovane Randy Orton, Mark Henry, The Great Khali, Mr. Kennedy, MVP. Di tanto in tanto saliva verso una title shot al titolo mondiale, un match che di solito perdeva. Ma andava bene così.

Per la sua storia all’interno della federazione, Undertaker non si sentiva in difetto nello stare nel mezzo. Aveva uno status che nessuno gli avrebbe potuto levare, una gran capacità di riempire uno spazio senza risultare mai noioso, col pubblico che attendeva il suo arrivo in ogni occasione, che fosse uno show televisivo o un ppv o un house show. Era davvero Gigante.

Oggi manca una figura così. Ci sta provando Sami Zayn con discreta bravura, ci hanno provato con poca fortuna Corbin, Nakamura, Sheamus, Moss, Boogs, Ricochet, Cesaro. Manca, forse, quell’elemento di esperienza con un background tale che qualsiasi cosa faccia, nel mezzo ci sta bene. Ma forse, per arrivarci, servirà molto tempo. A meno che, a queste latitudini, non torni The Miz. E allora è tutto un altro discorso.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.