Non impazzisco per la WWE, ma sinceramente chi impazzisce per la WWE oggi? Quando guardo un ppv o uno show settimanale in cui trovo poco di buono, mi dico tra me e me che quel ppv o quello show settimanale potrebbe essere il primo contatto con il wrestling per un bambino in giro per il mondo. E ogni segmento, match o show potrebbe essere l’innesco della passione di qualcuno. Io ho avuto la fortuna di vivere quel momento in una grande epoca, all’inizio degli anni Novanta ed è stato inevitabile che il wrestling mi rimanesse appiccicato, ho vissuto con molto distacco perché già ero grande, seguendo la ROH e la TNA, il boom di metà anni duemila in Italia e lo stesso faccio anno dopo anno. Per me che trovo brutto e scadente uno show, ci sarà sempre su qualche social un ragazzino entusiasta del drewmcintyrebraywyattromanreigns di turno. Scritto tutto attaccato volutamente, si colga il fine umorismo.


Di contro, spesso, mi chiedo di che cosa possa essere universalmente riconosciuto come eccellente nel wrestling moderno. La qualità di un match è relativa, altrimenti la NJPW sarebbe la compagnia più seguita al mondo e non lo è, forse è una domanda talmente difficile da non poter trovare risposta o forse sì. Io penso che se dagli anni Ottanta ai dieci era pensabile trovare una sorta di punto di equilibrio tra le parti, tra fan casuali e fan esperti, adesso questo sia diventato impossibile.
Sono giunto a questo pensiero mentre spuntavo i miei impegni settimanali di visione di eventi di wrestling e notavo come più passano gli anni e più aumenti la settorialità delle compagnie che seguo. Da quelle più generaliste a quelle più, come dire, con un target di pubblico estremamente “raffinato”.


Tra Drew McIntyre e Joe Hendry seppur rimanendo in Scozia, c’è un abisso “culturale” che non si è creato oggi, ma affonda le radici nella prima ECW. La differenza tra il “noi” e il “loro” di una vecchia maglia di Matt Hardy fuori dalla WWE.
Se vent’anni fa la potenza mediatica e il network migliore facevano chiarezza allo spettatore casuale riguardo a cosa seguire e come investire il denaro nei ppv, adesso in arene senza pubblico e con eventi trasmessi in diretta in tv e su internet da tutte le compagnie, c’è una grande “confusione”. Tutto è simile e niente è importante.


In tutto questo mi creo mentalmente il migliore spettacolo possibile per i miei gusti cercando di fare un mix di tutti gli show settimanali che guardo in streaming sulla mia tv. Non riesco a parteggiare per una compagnia come facevo in passato. Internet unifica e unisce tanti punti e storie di wrestler di ogni parte del mondo, tutti possono esprimersi ed emergere come mai prima.
Molte cose rimangono indigeste, ma in ogni show qualcosa di buono riesco sempre a trovarlo, fosse anche un buon segmento comedy che dovrebbe essere solo di contorno.


Ad esempio, in questo periodo mi sto godendo con piacere ogni settimana i segmenti di costruzione di Bayley vs Sasha Banks, perché è una buona rivalità basata su presupposti logici di rancore reciproco e costruita senza fretta per gli standard odierni, probabilmente la ricorderò tra le migliori dell’anno. L’anno che ha portato alla consacrazione definitiva di Bayley come star di primo piano e senza discussioni. Ecco a cose come queste mi ci lego, come al Nick Aldis della NWA o al Will Ospreay della NJPW. Miei gusti strettamente personali, come voi avrete i vostri, che non potranno mai essere equilibrati o gestiti con un approccio generalista della WWE di un tempo. Quel tempo è finito, la guerra tra fazioni e tra compagnie non ha davvero più senso, rimangono solo numeri su un tweet che vengono nel giro di qualche giorno pareggiati dall’on demand. Saluti e baci.


Non voglio più approcciarmi al wrestling come una guerra tra bande, l’ho fatto per vent’anni e voglio vivere senza pensieri adesso. Se non ci penso più mi sento bene.