Da un Jay all'altro: Jay Lethal è il nuovo campione mondiale della Ring Of Honor. Una vittoria chiamata, sperata, su cui tutti facevano affidamento. Il senso era: basta Jay Briscoe. Ma non perché l'ex campione fosse scarso, ma semplicemente quando la corda viene tirata troppo a lungo, poi si logora. Prima che si spezzi occorre cambiarla con una nuova e più resistente.
Ho apprezzato Jay Lethal in TNA con quel tono macchiettistico che se da un lato lo imprigionava, dall'altro lo elevava. Non ho apprezzato il suo approdo in ROH, ma più che il suo approdo non apprezzavo la gestione anonima del personaggio, tanto che il primo stint da campione Tv lo ritenni pesante e noioso. Il secondo stint, al fianco di Martini, è stato più incisivo, più deciso forse anche per il turn heel: tante vittorie, sporche e pulite, ma soprattutto tanta sostanza – elemento mancante nel periodo face.
Jay Briscoe aveva polverizzato un po' tutti, e se pensiamo che i successori si sono auto-eliminati per un motivo o per l'altro, capite come l'avanzamento di Lethal sia stata una manna dal cielo. L'ex Black Machismo aveva raggiunto il suo apice da campione televisivo, ed era giunto al posto giusto nel momento giusto. Non fu così nel 2013, Steen era troppo in alto per esser sostituito e Lethal troppo "debole" per caricarsi sulle spalle la promotion dopo quel regno lì. Oggi la situazione è drasticamente rovesciata, e Jay rappresenta la ventata di aria fresca che serviva anche in previsione del nuovo arrivo degli atleti nipponici: niente più Watanabe e Naito, ma Nakamura e Okada e AJ Styles e Tanahashi. Più avanzi, più migliori la nomea degli avversari, più ti fai riconoscere.
Per Lethal un ottimo riconoscimento: dal debutto come Hydro nel 2003 sono passati tanti anni e tanti match, e tante vittorie e tante delusioni. Oggi è il tempo delle rivincite e la svolta della Ring Of Honor parte dalle sue gesta.