Che cos’è un titolo del mondo? E’ il massimo riconoscimento che uno sportivo possa ottenere. Dentro questa definizione, poi, c’è un altro mondo. Il Wrestling fa parte di questo mondo e più di ogni altro, avrebbe bisogno di chiarezza nello stabilire perché, come e quando, un titolo viene definito mondiale. Il Pro Wrestling Illustrated da anni lo fa, si sforza, cambiando parametri e aggiornando liste, di mantenere una certa coerenza in ciò che di coerente spesso e volentieri non ha nulla. Pochi giorni fa, come dal niente, rompe completamente i suoi schemi e si lascia andare ai riconoscimenti. Perché?

Proviamo a capirlo. Proviamo a capire perché, dopo più di un secolo di Wrestling, ciò che fino ad ora era un premio ambito ed importante, è diventato improvvisamente alla portata di tutti, o almeno di molti. Senza fraintenderci, alcune compagnie che solo oggi hanno avuto questo riconoscimento, ovvero il loro titolo assoluto è finalmente considerato mondiale, probabilmente avevano i parametri adeguati anche prima, ma perché soltanto adesso, oltre a loro, anche altre compagnie meno prestigiose vengono improvvisamente considerate all’altezza? Stanno cambiando? Non credo. Credo invece che ciò che sta cambiando sia il mondo, e con esso, il modo di vedere il Wrestling.

Il PWI storicamente riconosce come titoli mondiali tutti quelli sul territorio degli Stati Uniti d’America prima della formazione della National Wrestling Alliance, poi, quando questa nasce, l’unico titolo del mondo è il loro, l’NWA World Heavyweight Championship. Dal 1948 al 1991. Si fermano per 15 anni e nel 2006, la crescente TNA, che intanto aveva acquisito i diritti della cintura e si era staccata dalla compagnia decennale, fa si che l’importante organo giornalistico riconosca di nuovo la cintura come mondiale, fino al 2007, anno di nascita del TNA World Heavyweight Title.

Ed è proprio la Total Nonstop Action un’altra compagnia che ha prima avuto e poi è stata privata dell’ambito riconoscimento. Contando l’ anno con il titolo NWA, sono ben 9 gli anni nei quali il loro massimo alloro è stato mondiale, fino al 2015, quando troppi errori l’hanno portata a tornare una piccola compagnia indipendente, seppur con uno Show di due ore.

Il resto, la Ring of Honor, la All Japan Pro Wrestling, la Major League Wrestling, la Consejo Mundial de la Lucha Libre e la Stardom, per la prima volta diventano importanti. Chiaramente non è esattamente cosi, soprattutto nel caso della All Japan Pro Wrestling e della Consejo Mundial de la Lucha Libre, perché l’importanza che hanno avuto nel corso del ventesimo secolo le avrebbe rese meritevoli di un titolo mondiale ben prima, non solo per la loro storia, nel caso della CMLL antica e incredibilmente ispiratrice, ma anche per la qualità dei loro Show, per la varietà dei loro atleti e per l’internazionalità del loro marchio.

Non solo loro però, anche la Ring of Honor ha avuto, per un periodo (sicuramente migliore di questo) i galloni per poter essere insignita del prestigioso premio. Lo è stata quando aveva tutti i requisiti che fino a quel momento ( e fino a pochi mesi fa) il Pro Wrestling Illustrated richiedeva: Show settimanale, PPV a cadenza regolare, Tour nazionale e difesa della cintura all’estero. Però mai, fino a questo momento, si è nemmeno pensato di dare alla ROH la qualifica di World Title Owner.

La Stardom e la Major League Wrestling, se vogliamo dirla tutta, sono quelle che sorprendono di più. Ma torneremo a parlare di loro in seguito, perché sono loro, probabilmente, la prova più lampante del cambio che il mondo, e di conseguenza il mondo del Wrestling, sta avendo.

Bisogna precisare che il PWI non ha deciso nel 1948 che il titolo NWA era un titolo mondiale, come non ha deciso nel 1999 che lo era il titolo ECW. Infatti, diversi dei riconoscimenti dati oggi dal PWI, sono avvenuti parecchi anni dopo e non tutti, sono diventati titoli mondiali nel momento in cui ne hanno acquisito le doti, come per esempio la TNA o la AEW. Quindi non sorprendiamoci che l’anno prossimo, o magari fra due anni, cambino i parametri e la testata decida di ricalcolare alcuni fattori togliendo la dicitura di “World Title” a qualcuno. Bisogna anche ricordare che quella del PWI non è una investitura ufficiale, perché nel Wrestling un organo ufficiale che prenda queste decisioni non esiste. Anche se, bisogna ammettere, se non il PWI chi, allora, potrebbe permettersi di fare certe considerazioni?

Dando quindi per buona l’auto investitura a organo supremo del Professional Wrestling al Pro Wrestling Illustrated, diamo una risposta a questa improvvisa rivoluzione avvenuta all’inizio del 2021, anno fino al quale, le compagnie che godevano di un titolo mondiale erano la WWE, la AEW e la NJPW. Tre. Erano considerati mondiali anche i titoli defunti dell’American Wrestling Association, della prima ECW, della WCW  e come detto, dell’NWA, della TNA. Ora, a WWE, NJPW e AEW, si aggiungo ben 7 compagnie: ci sono i ritorni della TNA, oggi chiamata Impact Wrestling, e dell’NWA, e gli ingressi di CMLL, MLW, ROH, AJPW e Stardom.

Sapete cosa penso? Penso che fosse inevitabile. Penso che fosse inevitabile per un motivo molto semplice: perché adesso c’è una cosa chiamata villaggio globale. Non c’è più bisogno di viaggiare per vedere uno Show, di fare chissà quali sforzi per vendere un PPV. Non c’è più bisogno di avere trainer spie per portarsi a casa questo lottatore europeo o quel lottatore giapponese. Non c’è più bisogno di uno Show TV quando hai un intero network. Il mondo è cambiato, come detto, e il mondo del Wrestling si adegua. Immagino non sia opportuno concedere questo riconoscimento a tutti, ma alle compagnie appena citate direi che questo attestato di stima si può dare. La Stardom che incarna in se stessa quella che è stata una Women’s Revolution cominciata ben prima di quella cominciata negli Stati Uniti. La MLW con i suoi Show innovativi, stabili, con un Roster importante e una serie di contratti transoceanici importanti. La CMLL e la AJPW, con la loro storia infinita. La ROH, finalmente la ROH… E Impact Wrestling, legata ormai a doppio, o forse a triplo filo con il pubblico di tutto il mondo. E poi lei, la NWA. Quell’araba fenice che non vuole smettere di rinascere, anno dopo anno, con nomi diversi a dirigerla ma sempre come se fosse viva, come un’entità che si plasma da sola e si prepara sempre al ritorno, a volte in difficoltà, aggrappata a un filo che sta per spezzarsi, ma sempre vigile. Attacchiamoci a questa NWA e speriamo che presto, molto presto, anche il mondo intero possa tornare a vivere e a rinascere, libero da tutto e finalmente, con alla vita, un titolo di campione di se stesso!

Direttore di Zona Wrestling. Appassionato di vecchia data, una vita a rincorrere il Pro Wrestling, dal lontano 1990. Studioso della disciplina e della sua storia. Scrive su Zona Wrestling dal 2009, con articoli di ogni genere, storia, Preview, Review, Radio Show, attualità e all'occasione Report e News, dei quali ha fatto incetta nei primi anni su queste pagine. Segue da molti anni Major ed Indy americane e non.