Quella degli Hart è una delle famiglie più iconiche della storia del wrestling. Se si discute di questa disciplina è semplicemente impossibile non pensare all’ immenso contributo dato da Bret Hart, da suo padre Stu e in tempi più recenti da Natalya, che ha all’ attivo ben vent’ anni di carriera in cui ha disputato finora più di 1500 match. Non è sicuramente errato asserire che gli Hart hanno dato la loro vita per questo business ma c’è un membro della famiglia per cui quest’ espressione può essere utilizzata, purtroppo, in senso letterale.

La drammatica morte di Owen Hart

Owen Hart morì tragicamente il 23 maggio 1999 nel corso di Over the Edge, un pay-per-view della WWF, antenata dell’ odierna WWE. Il canadese avrebbe dovuto entrare sul ring calandosi con un cavo ma qualcosa andò storto e il lottatore cadde da un altezza di 24 metri, riportando una gravissima lesione all’ aorta toracica che ne provocò la morte. Le misure di sicurezza riguardo allo spot in questione furono oggetto di critiche e dubbi con Vince McMahon che finì nell’ occhio del ciclone ma tutto finì “in caciara”, come direbbero i nostri amici di Roma.

La reazione di Stu Hart, padre di Owen

Tyson Kidd, uomo da sempre legato agli Hart, ricorda che poco dopo l’ incidente ci fu una telefonata fra il chairman Vince McMahon e Stu Hart, grande wrestler ma soprattutto padre della vittima. Stu, racconta Kidd, era un uomo dal carattere forte e celò il suo dolore per la scomparsa del figlio. Fece anche presente al boss della WWF che ci sarebbero state ripercussioni, che le persone ne avrebbero parlato per settimane. Vi riportiamo un estratto della dichiarazione di Tyson Kidd:

“Stu aveva appena perso un figlio in quell’ incidente ma gestì la situazione in maniera stoica e a Vince McMahon disse principalmente che non avrebbe voluto essere nei suoi panni per via delle polemiche che sarebbero esplose. Lui era sempre così, era tanto generoso quanto duro.”