La vittoria del titolo X Division da parte di Jake Crist è come se avesse improvvisamente spalancato un portone. Rich Swann ha detenuto molto bene l’alloro, ha saputo difenderlo contro avversari di indubbio blasone (Sami Callihan, Flamita, Johnny Impact), ma ha anche accentrato su di sé tutta la questione legata alla categoria. Non è una sua colpa, ma per certi versi un merito del booking team che ha saputo valorizzare le sue straordinarie capacità.
Però alla lunga la mancanza d’altro si è fatta sentire. Crist è un campione particolare, è inserito nel gruppo ma non è un vero X Divisioner, è una mosca bianca. Sa adattarsi molto bene allo stile, sa interagire con avversari diversi e consente alla stable degli oVe di avere una nuova fase non necessariamente legata all’essere tag team o all’essere jobber di lusso. Inoltre ha il pregio di partire da una base normale, dunque di rendere possibile un cambio titolato in qualunque momento – cosa che con Swann, il cui starpower è risaputo da anni, non era facilmente possibile. Jake serve a questo, ad un passaggio tra un prima ed un dopo, dove il dopo dovrà essere rappresentato da un giovane in rampa di lancio.
Impact ha solo l’imbarazzo della scelta. Potrebbe decidere di puntare su Trey Miguel, su TJP, su Aiden Prince. Oppure, meglio, su Ace Austin: l’asse pareva arrivato per fare sfracelli ma al momento Callis e i suoi hanno deciso di costruirlo, di fargli vivere le tappe a poco a poco per non rischiare di bruciarlo. Si leggano allora in questo senso i feud con TJP e Eddie Edwards, due veterani che non possono che fare bene alla crescita di questo ragazzo il suo futuro è scritto e sarà abbastanza luminoso. Ha le carte in regola per ottenere l’agognato titolo e chi meglio dell’amico e compare Jake Crist può essere l’uomo giusto per un passaggio di consegne?