Il 29 giugno è stato un giorno particolare per chi segue con affetto tutto ciò che riguarda il wrestling extra WWE. Praticamente in contemporanea All Elite Wrestling e Ring of Honor, in più l’evento australiano della nostra New Japan. Prima o poi doveva accadere.
Seppur in teoria l’evento principale fosse Best in the World della ROH, le attenzioni di quasi tutti erano rivolte alla AEW e l’opzionale evento australiano della NJPW ad appannaggio dei fan più assidui della compagnia nipponica. 
Spesso si scherza su quale compagnia farà chiudere prima la AEW, ma voli pindarici a parte, sabato notte abbiamo toccato con mano e sentito il sapore dei un nuovo paradigma del business.


Il calendario di eventi è così fitto che per seguire tutto ciò che potrebbe interessarci, dovremmo dedicare un’intera giornata della nostra settimana per vedere tutto. In linea teorica, se volessi seguire WWE, NXT, ROH, AEW, Impact e NJPW, senza contare varie ed eventuali delle indy; dovrei avere una quantità di tempo libero fuori dal comune. 
Intelligentemente Stephanie McMahon ha dichiarato come la AEW, al pari di qualsiasi altra forma di intrattenimento è in competizione con il loro prodotto; dico una banalità, siamo nell’epoca in cui le multinazionali lottano per il nostro tempo. Io pago dieci dollari al mese per il WWE Network per cui ho tempo solo di seguire NXT e gli Special Event. Il vero lusso non è pagare i dieci dollari alla WWE o i pochi meno di sette alla NJPW, il vero lusso è avere tempo di poter vedere tutto quello che si vorrebbe.


Il mio teorico infinito interesse si scontra contro il mio pratico tempo che si riduce a poche serate alla settimana e qualche ora, non sempre, nel week-end. Vorrei avere il tempo di seguire tutto, ma necessariamente, devo impormi delle priorità. 
Come me, molti di voi, immagino quasi tutti, dovete scegliere. Questo di riflesso ci fa affezionare ad un brand piuttosto che ad un altro, questo di riflesso regola il mercato. Se la WWE vive in una dimensione dove il fatturato conta più della qualità del prodotto e il trio NXT/AEW/ROH in diretta e feroce competizione che avrà il suo apice nel 2020, la NJPW si ritaglia uno spazio anomalo e fuori dalle dinamiche ordinarie.
La concorrenza porta opportunità e ricchezza creativa nelle storyline, il rovescio della medaglia di questa sovrabbondanza dell’offerta di wrestling è che la gente scelga in base al tempo come dicevo poc’anzi e che il mercato di autoregoli come è stato finora prima dell’avvento della AEW.
Nella sua assurda collocazione la NJPW si tira fuori quasi, certa del fatto che a livello regionale rimane intoccabile e non c’è nessuno che, a quel livello, può andare ad intaccare il dominio.


Poi ci sono belle collaborazioni, accordi che si sovrappongono tra compagnie e ogni tanto qualche scaramuccia tra wrestler. Il caso Ospreay che punzecchia Seth Rollins su Twitter non lo considero neanche una sfida diretta; ognuno sta bene dove sta. Il wrestling è d’altronde anche spettacolo e va bene regalare ai fan dei dream match impossibili per adesso…
Tutti guardiamo con attenzione cosa il futuro ci riserverà, il 2019 è un anno di passaggio verso una nuova era, ogni compagnia ha i suoi main eventer pronti a strappare biglietti e visualizzazioni sulle rispettive piattaforme di streaming. Qualcuno ne farà le spese oppure ci sarà spazio davvero per tutti?