Indianapolis gli cominciava a stare stretta. E’ vero, doveva tanto a quella città perché lo aveva cresciuto professionalmente e  lo aveva avvicinato a quella che era sempre stata la sua grande passione, il Wrestling, però adesso era cresciuto. Grazie all’idea di quel vecchio fan club, aveva attirato l’attenzione del vecchio Dick, che lo aveva assunto e messo a lavorare insieme a lui nella World Wrestling Association. Adesso però era tempo di muoversi, di andare.

Nel 1985 capì infatti, che il pubblico aveva delle buone reazioni quando lui col microfono, dal Ring, annunciava le donne della World Wrestling Association. Propose il suo progetto al vecchio Dick, ma lui credeva che Indianapolis non fosse la città giusta per questo tipo di cose e non solo rifiutò, ma si mostrò fortemente contrario all’idea del suo giovane amico, che però non si fermò e decise di creare il suo piccolo mostro altrove.

Comincia qui, nel 1985, l’avventura di David McLane, come Promoter e uomo d’affari. Si spostò ad Hollywood dove cominciò a reclutare diverse donne durante dei provini fatti all’interno delle palestre. Andava bene tutto: modelle, attrici, controfigure, ballerine o, naturalmente, lottatrici. Ne scelse dodici, e con queste dodici cominciò a realizzare la sua idea, che di li a poco avrebbe portato ad uno Show pilota a fine anno.

La critica supportò David e le ragazze erano entusiaste. Buona parte del blocco iniziale decise di seguirlo e con lui si trasferì a Las Vegas, Nevada, per quella che diventerà la casa di GLOW: Gorgeous Ladies of Wrestling.

Le ragazze erano state allenate prima da Mando Guerrero, che per chi  non lo sapesse è il fratello del compianto Eddie, e poi da una lottatrice professionista chiamata Cynthia Peretti, o Princess Jasmin che dir si voglia. Adesso era arrivato il momento di mettere in mostra ciò che avevano imparato. La serie infatti, partì nel 1986 distribuita dalla INI, la Indipendent Network Incorporated e la sua sede era lo storico (almeno per loro) Riviera Hotel, nel quale saranno girate le prime due stagioni.GLOW fece parlare immediatamente di se. David McLane anche. Non stiamo parlando di super lottatrici che sapevano fare qualsiasi cosa sul Ring, sia chiaro, qui stiamo parlando di un clima che il Professional Wrestling ha ormai dimenticato. Un clima fatto di voglia di crescere come compagnia, come progetto. Un clima fatto di tempi stretti e registrazioni raffazzonate. Un clima fatto di pubblico attaccato, sempre uguale, di fratelli che credono in qualcosa. Un clima fatto di video delle settimane precedenti e registrazioni nelle scalinate di un sotterraneo. Stiamo parlando della passione vera.

Non lo so se questa era la vera idea di David, forse lui avrebbe voluto un vero Roster di lottatrici, cosa che in America non esisteva ancora. Forse avrebbe voluto che il pubblico si fosse emozionato per un nuovo stile all’interno della disciplina. Non andò cosi, ma sono sicuro che seppur criticato a distanza di anni,  quel progetto servì a qualcosa. Ero molto più vicino a mostrare belle donne che lottatrici, ma a quel tempo le lottatrici erano davvero poche e quelle donne, Beastie, Justice, Olympia, Sisie Spirit e tutte le altre, contribuirono ad aprire una scatola che non si sarebbe più chiusa.

Da quel momento in poi le lottatrici vere non vennero fuori soltanto nella World Wrestling Federation, non vennero fuori soltanto dal Giappone, o dal Messico, dal momento in cui GLOW nacque, tutte le ragazze d’America che erano fan di Hulk Hogan, di Macho Man, di Ultimate Warrior e di tutti i grandi lottatori dell’epoca, capirono che anche per loro c’era spazio. Non c’era più il bisogno di essere una Jumping Bomb Angel, non c’era più bisogno di essere Fabolous Moolah, Wendi Richter o Leilani Kai, adesso il mondo era scoperchiato e per tutte c’era una possibilità.

GLOW andò avanti anche senza David McLane per la terza e quarta stagione, ma non fu lo stesso. Abbandonarono il Riviera Hotel e le cose cambiarono leggermente. Nel 2001 poi, la compagnia fu acquistata  da Ursula Hayden, che più che usare il marchio qualche volta e organizzare alcune rimpatriata, non fece. In pochi la conoscono ma in tanti dovrebbero sapere che seppur scadente a un occhio moderno, è stata importante, la GLOW.

Magari lo impareremo insieme grazie a Netflix, che ha prodotto una seria proprio intitolata GLOW, che ha debuttato ieri. Una serie che parla proprio di quell’avventura, di David McLane e di quelle ragazze che hanno provato a diventare famose grazie al Pro Wrestling, inconsapevoli del fatto che stavano facendo famoso, loro stesse, un nuovo modo di vedere la disciplina, quello dalla parte delle donne. Di tutte le donne.

L’anno dopo il debutto di GLOW, nel 1987, la World Wrestling Federation nella primissima edizione di Survivor Series organizzò un Match femminile, presero parte all’incontro dieci atlete. La gente si era svegliata, la gente lo aveva chiesto, la gente lo aveva ottenuto. Anche grazie a David McLane e alla sua creatura GLOW.

Direttore di Zona Wrestling. Appassionato di vecchia data, una vita a rincorrere il Pro Wrestling, dal lontano 1990. Studioso della disciplina e della sua storia. Scrive su Zona Wrestling dal 2009, con articoli di ogni genere, storia, Preview, Review, Radio Show, attualità e all'occasione Report e News, dei quali ha fatto incetta nei primi anni su queste pagine. Segue da molti anni Major ed Indy americane e non.